

Fritz risorge a Stoccarda, mentre emergono i nomi nuovi Engel e Branstine e rialza la testa Elisabetta Cocciaretto. Che delusioni Alexandrova, Navarro e Rybakina…
di Vincenzo Martucci | 16 giugno 2025
MARIA 10
Che favola la quasi 38enne tedesca che, a colpi di slice, partendo dalle qualificazioni, vince il Queen’s. La veterana imbriglia la potenza di tutte le avversarie con difesa ferrea, volate a rete e servizio micidiale
FRITZ 9
Dal tris di Eastbourne al quarto urrà sull’erba di Stoccarda: lo statunitense domina ancora Zverev e torna 4 del mondo rilanciandosi perentoriamente al vertice, anche come condottiero della “new wave”
DIALLO 8
Il pivot canadese di 2.03 dal gran potenziale offensivo, che gli italiani di Davis avevano già imparato a conoscere, esplode col primo titolo e si candida a mina vagante sul Tour. A spese di un Bergs in ascesa
COCCIARETTO 7
L’erba le è congeniale: in Olanda, Elisabetta dal gran rovescio guadagna la prima semifinale dell’anno e recupera fiducia e classifica per tornare la guerriera che due stagioni fa raggiunse le top 30
ENGEL 6
Col suo gioco istintivo, il 17enne tedesco, precoce quasi come Nadal, è la rivelazione della settimana insieme alla canadese Carson Branstine che invece è rimasta a lungo confinata nella realtà dell’università USA
SHELTON 5
Il potente mancino dagli ancora notevoli margini di miglioramento fa e disfa ancora una volta con troppi errori e troppe poche risposte al servizio degli avversari. Ma almeno, finalmente, entra fra i top 10
KEYS 4
Troppe sconfitte al terzo set quando il gioco si fa duro. La picchiatrice sembra appagata, e prosciugata, dal miracolo Melbourne proprio quando la realtà le garantirebbe altre importanti soddisfazioni al vertice
ALEXANDROVA 3
Mancando addirittura 11 match point contro Mertens mette in evidenza tutti i limiti di personalità e di attacco. Ormai anche a livello femminile il gioco di estrema difesa non è più garanzia di successo
RYBAKINA 1
L’erba del Queen’s era ideale per rilanciare l’ex regina di Wimbledon. Ma la potenza non basta se la mobilità è minima e gli sforzi di coach Sanguinetti non vengono ripagati dalla russa naturalizzata kazaka con la testa altrove
NISHIOKA 0
La spalla malandata l’ha costretto negli ultimi tornei a ben quattro ritiri e una rinuncia. Giocando così non si guarisce di certo: non sarebbe meglio fermarsi e curarsi a dovere? Purtroppo il dilemma è comune a più colleghi.
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