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Djokovic rilancia: "Amo Wimbledon, qui la mia miglior chance per il 25° Slam"

"Non so se sarà il mio ultimo anno. Vorrei giocare ancora per un po', ma a quest'età non si sa mai", ha detto l'ex n. 1 al mondo. "Mi sento bene, sull'erba ho più chance di fare bene rispetto alla terra. Sinner? La separazione da Panichi e Badio mi sorprende, ma a volte si cerca qualcosa di diverso"

di | 28 giugno 2025

Novak Djokovic (Getty Images)

Novak Djokovic (Getty Images)

Non può sorprendere di certo il fatto che, a 38 anni, Novak Djokovic si sia presentato nel media day di Wimbledon con le idee estremamente chiare. Nessuno al mondo dei suoi avversari attuali, d’altronde, può vantare già sette titoli ai Championships. Con un dettaglio che lui stesso ha voluto ribadire in conferenza stampa: “È fantastico essere di nuovo qui. Amo Wimbledon. L’ho sempre amato. Ho sempre sognato di giocare sul Centre Court e vincere. Credo che nelle ultime sei edizioni abbia fatto sei finali. Per un motivo o per l’altro, ho sempre giocato molto bene qui, forse è lo Slam dove sono stato più costante negli ultimi dieci anni”.

“Quando arrivo qui, sento una spinta in più per esprimere il mio miglior tennis – ha aggiunto il n. 6 ATP -. Tutti conosciamo la tradizione, il patrimonio e la cultura di questo meraviglioso torneo che ha saputo mantenere intatti nel tempo. È sempre impressionante, ogni volta che entri in questo posto. Si percepisce quella tradizione meravigliosa”. E anche se ad aprire il programma sul Centrale - da campione in carica - non sarà lui, bensì quel Carlos Alcaraz che gli ha sottratto le ultime due finali, proprio con lo spagnolo ha avuto l’onore di dividersi ancora il campo più prestigioso al mondo in allenamento.

In conferenza, poi, si è andati dritti al punto, con l’idea di vincere, ancora una volta, e conquistare non solo l’ottavo Wimbledon (eguagliando il primato Roger Federer), ma anche il 25esimo Slam in assoluto in singolare, una vetta che non ha mai raggiunto nessun tennista, maschio o femmina.

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Con la possibilità, data la carta d’identità, che il 2025 possa essere una delle sue ultime occasioni a Londra: “Se sarà il mio ultimo ballo, non lo so. Come non lo so per il Roland Garros o per qualsiasi altro Slam. Il mio desiderio è di giocare ancora per diversi anni. Vorrei stare bene fisicamente e avere ancora la motivazione mentale per giocare ad alto livello. Questo è l’obiettivo, ma non si può mai sapere. Forse – ha commentato - Wimbledon è la mia miglior chance di vincere un altro Slam, per i risultati che ho avuto qui, per come mi sento, per come gioco su questi campi. Mi dà quella spinta in più mentale e motivazionale per esprimere il mio miglior tennis”.

A chi gli chiede se, dopo aver inseguito per anni i record con Federer e Rafael Nadal, si sente di nuovo “cacciatore” di fronte a Jannik Sinner e lo stesso Alcaraz, Djokovic risponde altrettanto lucidamente: “In un certo senso sei sempre cacciatore, perché vai a caccia dei titoli – e, nel mio caso privilegiato – dei record e della storia. Ora è un po’ diverso: non inseguo più i ranking. Voglio giocare il miglior tennis negli Slam.

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“Anche se il mio livello è stato più altalenante rispetto al passato – ha proseguito - negli Slam sono stato abbastanza costante, guardando l’ultimo anno e mezzo. Quest’anno ho fatto due semifinali. In Australia mi sono ritirato, al Roland Garros Sinner mi ha battuto, ma penso di aver giocato a un buon livello, che mi fa capire che posso ancora competere ai massimi livelli. Questo mi dà un’ulteriore motivazione. Ovviamente sulla terra ho un po’ meno possibilità rispetto all’erba.

Proprio di Sinner ha parlato anche in relazione anche alla sua separazione dal preparatore atletico Marco Panichi ed il fisioterapista Ulises Badio, che per anni hanno seduto nel box del serbo: “La rottura mi ha sorpreso, perché Sinner è cresciuto tanto fisicamente negli ultimi anni. Marco e Ulises sono grandi professionisti, ma i cambiamenti succedono, a volte si cerca qualcosa di diverso nel proprio percorso”, allineandosi in realtà a ciò che lo stesso italiano ha detto in conferenza.


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