Flavio merita il voto più alto, anche meglio del veterano Berrettini. Brillano anche Etcheverry e Granollers. Mentre Munar ricade nei suoi vizietti. Le scelte di Ferrer sono discutibili. Quelle di Moutet sono folli
di Vincenzo Martucci | 24 novembre 2025
COBOLLI 10
Alla prima finale Davis, strappa due partite magiche a Bergs e Munar. Così lancia la corsa verso i top 10. Adesso deve completare la crescita tecnica e tattica da sommare alle grandissime doti caratteriali naturali
BERRETTINI 9
Ha conservato le energie psico-fisiche per la Davis, la competizione dove si esalta e rende sempre al massimo. Rispetta il pronostico con mestiere e lampi da campione. Ora dallo sprint deve passare alle maratone


ETCHEVERRY 8
Il quarto argentino nella classifica mondiale è la assoluta sorpresa di Bologna: con 23 ace e il 72% di prime in campo doma Struff minacciando la Germania e aprendosi inedite possibilità anche sul veloce
GRANOLLERS 7
E’ il miglior doppista visto a Bologna, prende per mano il compagno Martinez battendo i cechi e soprattutto i tedeschi. Anche se manca la controprova contro Bolelli-Vassori sull’eventuale 1-1 della finale
MUNAR 6
Mostra grandi progressi soprattutto al servizio e nella tenuta di nervi. E’ il pilastro della Spagna “tradita” da Alcaraz. Sotto pressione, contro Cobolli, denuncia i limiti di carattere e personalità che l’hanno sempre frenato
ZVEREV 5
La Davis non gli piace e non voleva giocarla, ma ha vinto due singolari delicati e magari dovrà ringraziarla perché gli fa chiudere meglio l’anno con una nota positiva. E chissà che non gli dia coraggio per il 2026
FERRER 4
Un capitano deve comunque mettere in campo la squadra migliore: la rinuncia a Davidovich Fokina - colpevole di aver rifiutato due convocazioni - è una macchia che la finale mette clamorosamente in evidenza
STRUFF 3
Le sue prove opache evidenziano la crisi propria e del del tennis tedesco che non produce singolaristi di qualità. Possibile che un movimento così ricco e blasonato debba aspettare l’esplosione del 18enne Engel?
MENSIK 2
A 20 anni appena ha enormi margini e tempi di progresso ma lo sono anche i limiti di reattività e di dritto. Oltre a qualche problema fisico che si trascina sin da junior vanificando la sua straordinaria potenza
LEHECKA 1
Contro Munar non aveva mai ceduto un set in due confronti, paga la pessima attitudine e lo stato di forma calante in una preoccupante involuzione. Che è partita dall’eccessivo potenziamento fisico

MOUTET 0
La sua clamorosa follia di vanità apre un baratro emotivo di autodistruzione che trascina il compagno Riderknech (comunque apatico) e la Francia tutta a una eliminazione davvero sconcertante. Da inchiesta
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