In campo gli ricordano che negli ultimi 30 anni solo cinque giocatori hanno giocato le finali in tutti gli Slam; Federer, Nadal, Djokovic, Murray e… Sinner: “E allora sono in buona compagnia – dice sorridendo – Ma è impossibile fare un paragone tra noi e quello che è accaduto nei loro 15 anni di carriera”.
Domenica, a poche settimane dalla finale del Roland Garros, ritroverà Carlos Alcaraz: “Speriamo possa essere una bella finale anche se sarà difficile fare meglio dell’altra! – dice – È sempre un onore condividere il campo con Carlos, lo ammiro molto e mi spinge a migliorarmi sempre. È la seconda finale consecutiva che giochiamo, e credo sia un bene per lo sport perché le rivalità aiutano. Nei nostri match ci spingiamo sempre al limite, speriamo un’altra partita di alto livello, e poi vinca il migliore. Lui sarà il favorito perché ha già vinto qui due volte ed è uno tosto da battere su erba”.
Il pensiero tornerà a quello che è accaduto al Roland Garros? “Se quello che è accaduto a Parigi fosse così presente nella mia testa probabilmente non sarei arrivato a giocare un’altra finale Slam. Le domeniche nei tornei sono sempre speciali e io amo mettermi nella condizione di poter avere un’altra occasione”.
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