Con l’uscita di scena di Wimbledon (a livello di singolare), si chiudono due mesi straordinari ma anche molto faticosi: “Sono stati mesi intensi, forse con il senno di poi avrei potuto saltare il torneo dopo il Roland Garros, Berlino, come avevo fatto lo scorso anno, e approfittarne per riposare un po’ – spiega - . Ma non ha senso parlarne ora, speravo di poter gestire meglio la partita oggi e rimanere concentrata fino alla fine. Mi sentivo meglio del primo turno ma senza l’attenzione giusta non si può competere ai livelli più alti. Se voglio rimanere a questo livello devo sempre mantenere alta l’attenzione e non fare come oggi”.
Senza più le pesantissime cambiali di Parigi e Wimbledon da difendere, per la Paolini inizia una seconda parte di stagione in cui potrà giocare con più leggerezza: “Da una parte il pensiero allo scorso anno ci andava – ammette – non tanto per i risultati ma per il livello di tennis che avevo espresso. Quest’anno cercavo quelle stesse sensazioni ma ho avuto difficoltà, e non è andata come speravo. Ora devo resettare, prendere qualche giorno di riposo dopo il doppio e cercare di ricaricare le batterie per seconda parte di stagione”.
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