

Sul Court 1 la statunitense Anisimova gioca la partita perfetta per un set e mezzo, subisce il ritorno di Pavlyuchenkova alla quale annulla 5 set-point e chiude al 4° match-point. Si giocherà un posto in finale con la regina del tennis mondiale
di Tiziana Tricarico | 08 luglio 2025
Sei anni fa, prima che Coco Gauff e Mirra Andreeva si affacciassero sul palcoscenico del tennis mondiale era lei la “rising star”, la stella nascente della nuova generazione. Era il maggio del 2019 quando nella sua corsa verso la “semi” del Roland Garros Amanda Anisimova si permetteva di rispedire a casa Sabalenka e Halep. Le ci sono voluti più di 6 anni, tra problemi e crisi di ogni tipo, per tornare al penultimo atto di un Major, ma ce l’ha fatta. La 23enne statunitense di Freehold, New Jersey (ma è di chiare origini russe), è in semifinale a Wimbledon, terzo Slam stagionale entrato nel vivo sui campi in erba dell’All England Lawn Tennis Club (montepremi record: 53,5 milioni di sterline).
Nei quarti Anisimova, n.12 del ranking e 13 del seeding, ha sconfitto per 61 76(9), in un’ora e 39 minuti, la russa Anastasia Pavlyuchenkova, n.50 WTA. Giovedì si giocherà un posto in finale con la regina del tennis mondiale Aryna Sabalenka, battuta in cinque delle otto sfide precedenti (e in tutte le prime quattro) anche se nella più recente, giocata negli ottavi al Roland Garros, si è imposta la 27enne di Minsk. Le due non si sono mai affrontate sull’erba.
“Dopo il primo set e mezzo le cose sono cambiate. Ad un certo punto lei ha cominciato a giocare un tennis irreale - ha ammesso Amanda, raggiante nell’intervista in campo col nipotino di 4 anni Jackson in braccio -. Il tie-break è stato davvero molto stressante ma sono felice di avercela fatta. Non so spiegare cosa significhi per me essere di nuovo in una semifinale Slam. Sono contenta che mia sorella e suo marito siano qui con me per vivere questo momento. In questi anni ci sono stati alti e bassi ma è stato comunque un viaggio bellissimo e vincere oggi qui su questo campo è stato semplicemente incredibile. Grazie a tutti”.
The smile on her face!
— Wimbledon (@Wimbledon) July 8, 2025
Amanda Anisimova takes down Anastasia Pavlyuchenkova 6-1, 7-6(9) to reach her first #Wimbledon semi-final pic.twitter.com/8QMwLHtGap
Il match. Contro Pavlyucenkova il primo set è stato un monologo: Anisimova ha sfruttato molto bene i problemi alla battuta della 34enne di Samara (3 doppi falli e 0 su 6 con la seconda di servizio).
Nel secondo set Amanda ha strappato il servizio ad Anastasia nel sesto gioco salendo 4-2. Ma al servizio per chiudere il match sul 5-3 Anisimova ha perso per la prima volta la battuta alla terza opportunità nel game. Nel decimo gioco Pavlyuchenkova ha salvato due match-point ed ha riagguantato la sua avversaria (5-5).
Alla fine ha deciso un tie-break vietato ai deboli di cuore con Anisimova che ha salvato cinque set-point (i primi tre consecutivi) prima di riuscire a chiudere al suo secondo match-point (il quarto complessivo) grazie ad una prima di servizio sulla riga alla quale Pavlyuchenkova non è riuscita a rispondere.
La statunitense ha chiuso con 26 vincenti, ben 17 in più della russa (27 a 28 gli errori gratuiti), superata per la quarta volta in altrettanti confronti.
Da un anno e mezzo a questa parte Amanda sta vivendo il secondo tempo della sua carriera. Anisimova aveva raggiunto il numero 21 WTA già nel 2019, dopo aver centrato la semifinale al Roland Garros ad appena 17 anni. Poi diversi infortuni e l’improvvisa morte del padre avevano arrestato la sua ascesa. Nel 2023 aveva addirittura interrotto improvvisamente la sua stagione per problemi di natura psicologica e non aveva più giocato una partita nel tour per otto mesi. Aveva dato spazio ai suoi hobby, tra cui la pittura. Poi, altrettanto improvvisamente, la voglia di competere era tornata. Ha iniziato il 2024 al n.442 ma ad agosto a Toronto eccola raggiungere la sua prima finale in un WTA 1000 (battuta da Pegula) e il rientro in top 50.
Quest’anno, dopo la repentina eliminazione ad Auckland, ha raggiunto i quarti ad Hobart, il secondo turno a Melbourne e quindi la splendida cavalcata di Doha, dove ha conquistato il suo primo trofeo “1000”. Certo, la “sbornia da vittoria” le è costata due eliminazioni immediate a Dubai e ad Indian Wells mentre a Miami ha ceduto negli ottavi alla best friend Raducanu. La terra le ha regalato la semifinale a Charleston (battuta da Kenin) e poco altro fino al Roland Garros dove è stata stoppata da Sabalenka negli ottavi. Sui prati ha fatto finale al Queen’a, fermata sul più bello da Maria, mentre a Berlino ha raccolto appena due game contro Samsonova nei quarti. Ma a Wimbledon ha iniziato un nuovo e bellissimo sogno - è già sicura di entrare per la prima volta in top ten -, dal quale Amanda non si vuole svegliare.
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