

Dopo l'esordio a Bologna l'anno scorso, il brasiliano ha continuato a collezionare buoni risultati, ultimo la vittoria in Australia contro Rublev. Centrata la top100 la sua crescita passa ora dal Qualifier di Davis contro la Francia
di Ronald Giammò | 30 gennaio 2025
Prossima tappa: Orleans. Dopo Bologna, sede della sua prima apparizione in Coppa Davis nel 2024, e Melbourne, suo esordio in uno Slam in cui riuscì a battere in tre set la testa di serie n.9 Andrey Rublev, la giovane rivelazione Joao Fonseca questo weekend tornerà a vestire i colori del suo Brasile nella sfida in trasferta contro la Francia valevole per il primo turno dei Qualifiers di Coppa Davis.
Lontani i tempi dei dubbi e delle perplessità circa il salto che attendeva il giovane carioca, protagonista indiscusso negli anni di formazione sul circuito ITF e nei tornei Juniores - che nel 2023 gli valsero il titolo di campione degli US Open. Fonseca ha dimostrato di avere il gioco per poter attestarsi anche sul circuito Atp e la testa per poterne sopportare pressione e aspettative. "E' un ragazzo composto, a 18 anni fisicamente è già forte come un toro e anche mentalmente è davvero tosto - disse John McEnroe all'indomani del suo successo contro Rublev, avversario che di fronte a Fonseca non "è sembrato in grado di colpire nessuna palla".
Questione di geni. Ma non solo. Perché se da un lato ci sono "mamma Roberta e papà Cristiano, i miei genitori che hanno sempre praticato molti sport" e che altrettanti ne hanno fatti provare al giovane Joao - surf, arrampicata, calcio, kitesurfing e tennis -, dall'altro c'è l'Itf che di concerto con i quattro Grand Slam e grazie al Grand Slam Player Development si è fatta in parte carico della crescita del giovane talento sostenendone economicamente parte delle spese: a beneficiarne, oltre allo stesso Fonseca, sarà anche il Brasile, paese in via di sviluppo dal punto di vista tennistico che nei suoi risultati potrà trovare nuovo impulso e ispirazione per le future generazioni.
Intanto c'è un presente su cui concentrarsi, e un Qualifier Davis da cui ripartire. "Le cose stanno andando bene - ha dichiarato a tennis365.com alla vigilia del tie Fonseca - Mi emoziona pensare a ciò che potrà riservarmi il futuro ma devo seguire il mio percorso di crescita, pensare a una partita e a un torneo alla volta, restare umile e mantenere la calma". A testarne i progressi a Orleans sarà ancora una volta Arthur Fils, n. 19 del mondo già battuto due volte dal carioca nel corso dell'ultima stagione: a febbraio nella sua Rio de Janeiro, e a novembre nel girone delle ATP NextGen Finals.
Precedenti che non rischiano comunque di intaccarne la concentrazione. "Ho tanto sostegno in Brasile e ovunque io giochi: in Australia, America, Regno Unito, sembra che ci siano brasiliani ovunque", ha ancora raccontato il fresco n.98 del mondo. Anche a Orleans è attesa una nutrita torcida verdeoro, sostegno prezioso nella rincorsa al sogno di "diventare il numero uno del mondo", un obiettivo da inseguire "tenendo i piedi per terra e restando concentrato sulla mia routine".
A Orleans la Francia troverà nella storia un alleato in più. Fu qui che quasi 600 anni fa Giovanna d'Arco sbaragliò l'esercito inglese nella Guerra dei cent'anni. Coincidenze, forse. Suggestioni. Che Fonseca attraverserà col fuoco della sua gioventù, incurante di pronostici, storia o pressioni. "Ha bisogno di tempo per maturare - ha ancora sentenziato McEnroe - Ma non c'è poi molto su cui debba lavorare. Basta metterlo sulla buona strada, dargli una bella pacca sulle spalle e lasciarlo andare". Il viaggio è appena iniziato.
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