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Eastbourne, Cocciaretto cede al vento e a Rakhimova

Sfortunato l'esordio dell'azzurra a Eastbourne in un match condizionato dal forte vento e sospeso in avvio per pioggia. Dopo tre ore di battaglia e imprevisti alla fine a festeggiare è la russa, in campo come atleta neutrale

di | 24 giugno 2025

Elisabetta Cocciaretto (foto WTA website)

Elisabetta Cocciaretto (foto WTA website)

Variante del tennis sull'erba, swing più breve tra quelli presenti sul circuito, è il tennis sull'erba giocato nel vento, disciplina che in quel di Eastbourne, sede del “Lexus Open”, sta vivendo la sua stagione migliore e che ha visto nel match di primo turno tra Elisabetta Cocciaretto (n.122) e Kamilla Rakhimova (n.87) un nuovo capitolo da consegnare ai posteri. 

Ha vinto la russa in tre set col punteggio di 64 46 63 dopo tre ore di gioco, brava a trovare nell'ultimo parziale lo spunto necessario per scavare un solco e conservarlo fino all'ultimo gioco nonostante i ripetuti assalti dell'azzurra. Impossibile però non menzionare le condizioni atmosferiche in cui si è disputato il match, subito interrotto dopo soli due game per pioggia e ripreso senza più interruzioni tra raffiche e folate con sciami di nuvole ad alterare continuamente la visuale delle due giocatrici.

Cocciaretto vs Rakhimova - stats (Wta official website)

Cocciaretto vs Rakhimova - stats (Wta official website)

Cocciaretto vs Rakhimova - stats (Wta official website)

Cocciaretto vs Rakhimova - stats (Wta official website)

Se nell'antichità era il vento a infondere melodie alle corde della lira - l'ispirazione - a Eastbourne non è stato semplice provare a incanalarlo nelle corde delle rispettive racchette. Più che di un dio, il suo spirare sembrava opera di un guastafeste. Si è visto di tutto. Palle lanciate al momento del servizio e disperse come petali di margherita; lungolinea atterrati a un passo dai teloni posti oltre la linea di fondo; dropshot privi del secondo rimbalzo; slice rasoterra; ace insoliti e battute atterrate nei quadranti della propria metà campo; altre sparate direttamente a rete; lob come aquiloni a galleggiare nel vento; colpi svirgolati come sferrati col telaio; vincenti schizzati via come ciottoli sull'acqua; volée ben impostate e al momento dell'impatto chiuse con una piroetta.

Motivi di che rammaricarsi Cocciaretto però li ha. Specialmente nel primo set, quando in vantaggio 4-1 ha subito la rimonta della rivale: caparbia nel cercar sempre una soluzione agli interrogativi atmosferici, fortunata quando si è vista consegnare con un doppio fallo il game del 5-4 in suo favore e infine fredda quando si è trattato di completare la rimonta al terzo set point. Ma se un pregio ha avuto il vento in questa contesa, è stato quello di non dar per consolidato alcun vantaggio né garantita alcuna sensazione maturata sin lì. E' stato sempre un ricominciare, un fallire per poi rialzarsi e riprovare ancora, e le cifre in questo caso restituiscono solo in parte quanto avvertito durante il match.

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Diciassette palle break per parte la dicono lunga sulla precarietà dei servizi così come il risicato 50% messo a referto da entrambe nella casella di punti messi a segno in battuta. La marchigiana nel secondo parziale ha dimostrato di aver assorbito bene la delusione della rimonta, restituendo a Rakhimova quanto patito poco prima: recuperato il doppio svantaggio iniziale, una volta sul 4-3 in suo favore Cocciaretto ha trovato un secondo break con cui rientrare in partita e rinviarne l'esito al terzo. 

E qui, nel braccio di ferro mentale dei primi quattro game duranti nel complesso quasi quaranta punti, si è deciso infine il match. Il massimo sforzo ha premiato la russa, più precisa a sfruttare in suo favore il vento alle sue spalle e più guardinga quando se lo è ritrovato in faccia. Sotto 4-1 l'azzurra si è presa tutti i rischi del caso per provare a riaprire la contesa e poco è mancato che ci riuscisse. Ed è questa caparbietà l'eredità più preziosa con cui lasciare Eastbourne. Al tempo il compito di verificarlo. All'azzurra il dovere di non vederlo disperso nel vento.


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