

L'australiano centra per la prima volta in carriera gli ottavi a Wimbledon al termine di una partita combattuta in cui l'italiano non ha sfigurato
di Ronald Giammò | 04 luglio 2025
A trentun'anni e giunto alla sua 38° partecipazione consecutiva ad uno Slam, Jordan Thompson (n.44) si regala un primo ottavo di finale a Wimbledon grazie alla vittoria in quattro set contro Luciano Darderi arrivata col punteggio di 64 64 36 63 dopo quasi tre ore di gioco. L'australiano che in carriera ha già raggiunto due finali sul verde, entrambe colte a s'Hertogenbosch, ha confermato di avere gioco e tocco adatti per una superficie che gli era già valsa anche tre semifinali (Queen's, Newport e Antalya), costringendo Darderi a una rincorsa costante, tanto nel punteggio quanto nella bontà delle soluzioni che l'italiano ha provato via via ad approntare nel corso del match.
I primi due set, durati entrambi quaranta minuti, sono stati pressoché identici anche nel loro svolgimento. Opposto a un tennis monocorde come quello del n.59 del mondo, Thompson ha dapprima colpito a freddo nel primo game del match difendendo il break nel corso di un combattuto sesto game per poi incamerare il primo parziale in scioltezza poco dopo. Ma più che nei colpi, a inceppare qualcosa negli ingranaggi e nella fiducia che Darderi era riuscito a costruirsi fin qui, è stata l'intelligenza con cui il suo rivale è riuscito a dissimulare di volta in volta le sue intenzioni.
Ai pochi game ceduti senza troppo lottare, Thompson è riuscito a farne seguire altri in cui ha puntato invece sul corpo a corpo trovando nel suo servizio un colpo più che affidabile (19 ace e il 76% di punti sulla sua prima) con cui scacciare i soventi assalti inoltratigli dall'altra parte della rete annullando ben 7 delle 8 palle break affrontate, una statistica che aggiornata nei momenti cruciali del match ha contribuito alla fine a spegnere qualsiasi intenzione di rimonta.
Peccato. Perché nel terzo set, dai e dai, i colpi contundenti di Darderi uniti a un nervosismo sempre più crescente dell'australiano, erano riusciti a incrinarne le certezze, sbriciolandole infine al termine di due game in cui l'italiano ha prima difeso il suo servizio per poi strapparlo al suo rivale e involarsi poco dopo sul 4-1. Merito di Thompson è stato quello di far passare la tempesta e attendere tempi migliori, ritrovando il gioco e le soluzioni con cui fino ad allora era riuscito a scavare il suo gap.
Il servizio arrotato, la profondità e le discese a rete: una selezione di colpi che nella maggior parte dei casi non è mai coincisa con ciò che Darderi attendeva e che da buon stratega Thompson ha proseguito a tessere fino a imbrigliarne il gioco. I ventotto gratuiti d Darderi avrebbero potuto esser limati ulteriormente, specialmente nei momenti di maggior fiducia in cui l'entusiasmo ha avuto il sopravvento sulla misura. E le 'sole' 33 discese a rete, a fronte delle quasi 80 effettuate da Thompson, non sono altro che una delle spie che confermano come i lavori per entrare pienamente in possesso del gioco su questa superficie siano tutt'altro che conclusi. Rimettersi a costruire dopo un piazzamento simile è il miglior incoraggiamento per completare il lavoro e togliersi delle soddisfazioni che, visto il potenziale e le sensazioni da lui stesso condivise, potrà far di Darderi un giocatore ancora più completo di quanto lo sia già
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