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La polacca ha lasciato appena due game a Belinda Bencic: "Sono riuscita a metterle pressione dall'inizio" E sulla finale con Anisimova: "Chi attraversa momenti difficili e torna più forte merita sempre rispetto"
di Samuele Diodato | 10 luglio 2025
Non è una Iga Swiatek diversa da quella degli ultimi 12 mesi, quella che oggi si è presentata in conferenza stampa dopo aver lasciato appena due game alla n. 35 al mondo Belinda Bencic (62 60) per raggiungere la sua sesta finale Slam in carriera, la prima in assoluto a Wimbledon, dove prima di questa stagione non aveva mai superato i quarti di finale.
Non faceva drammi, la n. 4 WTA, quando intorno a lei si rumoreggiava per una primavera avara di successi sulla terra battuta, la polacca. E ora, davanti una prestazione del genere, non si concede voli pindarici. Semmai, quello che dovrebbe preoccupare la concorrenza, è la sua capacità di “normalizzare” un dominio del genere in una semifinale major: “Sicuramente ho giocato molto bene. Sentivo di poter mettere pressione a Belinda fin dall’inizio. Sono rimasta concentrata dall’inizio alla fine. È stata una prestazione davvero solida”.
Chasing her place in Wimbledon history ?#Wimbledon | @iga_swiatek pic.twitter.com/ApuSgY8iq4
— Wimbledon (@Wimbledon) July 10, 2025
E quando le chiedono cosa ne pensa dell’idea di poter aggiungere, sabato, il trofeo di Wimbledon ai già suoi quattro del Roland Garros (2020, 2022-2024) e quello dello US Open (2022), potendo così vantare almeno uno Slam su tre superfici diverse, risponde con grande sincerità: “Non ho mai pensato che potesse essere possibile. Non sono il tipo di persona che si pone obiettivi del genere. Vivo torneo per torneo. Non mi sveglio la mattina pensando: ‘Ok, quest’anno vincerò tre Slam’, perché non è così che funziono – ha puntualizzato –. Ho obiettivi più concreti, realistici, come allenarmi giorno per giorno. Per ora mi sto godendo questa nuova sensazione di essere un po’ più a mio agio sull’erba. Forse ci sto pensando un po’ di più, ma tante altre volte ho provato queste sensazioni negli Slam”.
La svolta, alla fine, è nelle sensazioni. Ancor di più per lei che, dominatrice sul “rosso” ha fatto del tennis ragionato, dei piani di gioco perfettamente applicati, la sua caratteristica principale. Portando tale qualità così tanto in alto da sembrare invece sin troppo pensierosa sul da farsi nell’ultimo anno, in particolar modo davanti alle prime difficoltà.
Amanda e Iga, ecco le finaliste
Così, mentre spera di interrompere quel digiuno da titoli WTA che dura dal Roland Garros 2024, l’erba di Wimbledon, negli aggiustamenti che rendere necessari, è come una medicina per Swiatek: “Penso che sull’erba non ci sia spazio per pensare troppo. Devi seguire l’istinto. Se le cose vanno bene e riesci a fidarti del tuo istinto, allora è anche divertente, in un certo senso. Ed è diverso rispetto alle altre superfici, dove hai più tempo per costruire lo scambio”.
Negli ultimi quattro anni, arrivava a Londra dopo i trionfi parigini, ma non era mai riuscita ad esprimere questo livello di gioco. Motivazioni da ricercare probabilmente non solo nella difficoltà di esprimersi sempre al meglio, ma anche in pressioni “esterne” non sempre facili da gestire: “A volte ci riesco meglio, altre volte non ce la faccio. Penso che sia più facile se non hai vinto il Roland Garros e se hai più tempo per allenarti", ha quindi aggiunto.
"Se vinco il Roland Garros e poi arrivo qui e tutti mi chiedono già di vincere, impongono aspettative altissime. Per me non è del tutto logico. E su questo non ho alcun controllo. Un consiglio che darei a chi sogna di arrivare a questi livelli”, ha continuato, “è quello di trovare le persone giuste attorno a sé, perché anche se è uno sport individuale, non si può fare tutto da soli. Sicuramente serve esperienza attorno a te, qualcuno che ti guidi e ti aiuti nei momenti più difficili”.
E a proposito di momenti difficili, Swiatek non ha esitato nell’elogiare la sua prossima avversaria. Quell’Amanda Anisimova (n. 12), sua coetanea, che due anni dopo aver annunciato il ritiro (a soli 21 anni) sta ora giocando il proprio miglior tennis e - dopo aver battuto la n. Aryna Sabalenka - dividerà con un'altra ex n. 1 il Centre Court nella finale più importante: “Amanda sa come giocare sull’erba. Con il suo stile di gioco, questa superficie le si adatta. Chiunque attraversi momenti difficili e riesca a tornare a un livello ancora migliore merita tanto rispetto. Ha continuato ad andare avanti anche nelle situazioni dure. Le ho sempre augurato il meglio. Ci conosciamo dai tempi del circuito juniores”.
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