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Sul Centre Court la statunitense gioca una partita incredibile riuscendo a contenere il ritorno della regina del tennis mondiale, che per la terza volta è costretta a fermarsi al penultimo atto. Amanda festeggia la sua prima finale Slam: sabato affronterà Swiatek (n.8)
di Tiziana Tricarico | 10 luglio 2025
Dodici mesi fa, da poco rientrata nel tour, Amanda Anisimova a Wimbledon non riusciva nemmeno a superare le qualificazioni: ad un anno di distanza eccola festeggiare la sua prima finale in uno Slam, per giunta dopo aver eliminato la regina del tennis mondiale. Nella prima semifinale, infatti, la 23enne di Freehold, New Jersey, n.12 del ranking e 13 del seeding, ha battuto per 64 46 64, al termine di una battaglia emozionante durata due ore e 37 minuti, Aryna Sabalenka, indiscussa n.1 del ranking, per la terza volta di fila stoppata al penultimo atto (era già accaduto nel 2021 e nel 2023). Per la statunitense si è trattato del sesto successo in nove sfide con la 27enne di Minsk. Sabato si giocherà il titolo con la polacca Iga Swiatek, n.4 del ranking ed 8 del seeding, mai affrontata in carriera.
“E’ fantastico, perché Aryna è una fonte di ispirazione per tutte - il commento a caldo di Amanda -. Atmosfera incredibile: in campo c’era la numero uno del mondo ma tanta gente tifava per me. Alla fine è stata un’agonia ma ce l’ho fatta. Grazie a tutta la mia famiglia che è qui a sostenermi e a tutto il mio team. Se due anni fa mi avessero detto che sarei arrivata in finale a Wimbledon non ci avrei creduto: ritornare nel tour e risalire in classifica non è stato semplice. Questo è un campo incredibile: è un privilegio poterci giocare. L’altra semifinale? Chiunque vinca so che sabato sarà una battaglia, ma ora voglio passare del tempo con la mia famiglia e godermi il momento”.
"The moment of this young woman's life" ??
— Wimbledon (@Wimbledon) July 10, 2025
Amanda Anisimova completes an extraordinary semi-final to defeat No.1 seed Aryna Sabalenka 6-4, 4-6, 6-4 and book her spot in her first ever #Wimbledon final ??
Take. A. Bow. ?? pic.twitter.com/WexH4VL2k2
Anisimova ha messo a segno la sesta vittoria in carriera contro una top five, la prima contro una numero 1 del mondo in carica. E quattro di queste vittorie sono arrivate - guarda caso - contro Sabalenka. Amanda è diventata così la prima giocatrice nata nel XXI secolo a raggiungere la finale di Wimbledon, la settima ad approdare in una finale Slam dopo Andreescu, Swiatek, Raducanu, Fernandez, Gauff e Zheng Qinwen.
Il match. Una sfida ricca di emozioni, che si è decisa su pochi punti: alla fine Amanda ne ha conquistati complessivamente solo due più di Aryna, 108 a 106. La numero uno del mondo ha messo più prime in campo, il 68% contro il 63%, ha ottenuto una percentuale maggiore di punti, il 67% contro il 60% ed ha messo a referto un vincente in più, 31 contro 30, e ben cinque gratuiti di meno, 37 contro 42. Ma nonostante questo ha perso, perché - come si suole dire - nel tennis i punti non sono tutti uguali….
Sabalenka è stata la prima a dover annullare palle-beak (due) nel sesto gioco del primo set. Ne ha a sua volta mancate quattro nel game successivo ma il disastro lo ha combinato nel decimo gioco, quando ha servito per rimanere nel set, perché dopo 17 punti ed un set-point cancellato ha pensato bene di commettere un doppio fallo sulla seconda palla-set per Anisimova (6-4).
Amanda, però, ha restituito il “favore” nel settimo game della seconda frazione quando è stata lei a commettere doppio fallo sulla prima palla-break del set (4-3). La numero uno del mondo ha confermato il vantaggio (5-3) e la statunitense è già stata brava nel nono gioco ad evitare il doppio break (5-4) annullando ben quattro set-point alla rivale. Ma Aryna ha comunque pareggiato il conto nel gioco successivo.
Di slancio Sabalenka ha centrato subito il break, per giunta a zero, nel set decisivo (1-0) ma poi - dopo aver mancato una chance per il 2-0, un’altra per il due pari e altre due per il 2-3 -, si è ritrovata sotto 4-1 con un’Anisimova scatenata. La statunitense l’ha tenuta a distanza (5-2) ma la bielorussa si è rifatta sotto dopo aver cancellato un match-point nel nono gioco (5-4). Tutto inutile, perché al servizio per riagguantare la rivale ha concesso altri tre match-point, pure consecutivi: i primi due li ha annullati tirando a tutto braccio ma sul terzo il cross di diritto di Amanda ha chiuso il discorso.
Sei anni fa, prima che Coco Gauff e Mirra Andreeva si affacciassero sul palcoscenico del tennis mondiale era lei la “rising star”, la stella nascente della nuova generazione. Era il maggio del 2019 quando Amanda raggiungeva, giovanissima, la “semi" al Roland Garros. Le ci sono voluti più di 6 anni, tra problemi e crisi di ogni tipo, per migliorare quel risultato e centrare la sua prima finale in uno Slam. Da un anno e mezzo a questa parte, infatti, Anisimova sta vivendo il secondo tempo della sua carriera. Aveva raggiunto il numero 21 WTA già nel 2019, dopo aver centrato la semifinale al Roland Garros ad appena 17 anni.
Poi diversi infortuni e l’improvvisa morte del padre avevano arrestato la sua ascesa. Nel 2023 aveva addirittura interrotto improvvisamente la sua stagione per problemi di natura psicologica e non aveva più giocato una partita nel tour per otto mesi. Aveva dato spazio ai suoi hobby, tra cui la pittura. Poi, altrettanto improvvisamente, la voglia di competere era tornata. Ha iniziato il 2024 al n.442 ma ad agosto a Toronto eccola raggiungere la sua prima finale in un WTA 1000 (battuta da Pegula) e il rientro in top 50.
Quest’anno, dopo la repentina eliminazione ad Auckland, ha raggiunto i quarti ad Hobart, il secondo turno a Melbourne e quindi la splendida cavalcata di Doha, dove ha conquistato il suo primo trofeo “1000”. Certo, la “sbornia da vittoria” le è costata due eliminazioni immediate a Dubai e ad Indian Wells mentre a Miami ha ceduto negli ottavi alla best friend Raducanu. La terra le ha regalato la semifinale a Charleston (battuta da Kenin) e poco altro fino al Roland Garros dove è stata stoppata da Sabalenka negli ottavi. Sui prati ha fatto finale al Queen’a, fermata sul più bello da Maria, mentre a Berlino ha raccolto appena due game contro Samsonova nei quarti. Ma a Wimbledon sta vivendo una bellissima favola - è già sicura tra l’altro di entrare per la prima volta in top ten – e sognare in grande non costa nulla.
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