

Sabalenka spiega: "Nella finale del Roland Garros le emozioni hanno preso il sopravvento. Da quella sconfitta ho imparato molto sulle mie emozioni"
di Alessandro Mastroluca | 29 giugno 2025
Dopo il balletto diffuso su Tik Tok alla vigilia di Wimbledon, Coco Gauff e Aryna Sabalenka hanno archiviato le polemiche seguite alla finale del Roland Garros. "L'ho persa io, non l'ha tanto vinta lei" diceva dopo la partita la numero 1 del mondo. Un commento infelice di cui si è scusata, privatamente e pubblicamente. Ma l'attenzione attorno a questo episodio, al centro delle conferenze stampa di entrambe alla vigilia di Wimbledon, ci dice molto anche su cosa significhi vivere costantemente al centro dell'attenzione. E sugli effetti di emozioni normali in contesti eccezionali, che potrebbero essere amplificati ancor di più se nel tennis femminile dovessero riproporsi grandi finali al meglio dei cinque set. "Magari sarei favorita dal punto di vista fisico, ma lascerei le cose come stanno" commenta Gauff nel corso del Media Day a Wimbledon.
Dal canto suo Sabalenka conferma che il commento di cui tanto si è parlato, che sembrava voler sminuire i meriti della sua avversaria non finale, non avesse in realtà alcuna intenzione denigratoria. "Non volevo assolutamente offenderla. Ero solo completamente delusa da me stessa, le emozioni hanno preso il sopravvento. Ho semplicemente perso il controllo - ha detto Sabakenka -. Avrei voluto dirglielo di persona, ma non ero sicura che sarebbe venuta a Berlino, quindi le ho scritto per scusarmi e per assicurarmi che capisse le mie intenzioni".
Aryna Sabalenka in allenamento a Wimbledon (foto Getty Images)
"So come ci si sente in quei momenti. Ho capito cosa stava cercando di dire - ha spiegato Gauff - Quel giorno le condizioni erano terribili. Nemmeno io stavo giocando bene, quindi ho capito da dove venisse il suo commento. Ovviamente alcune cose che sono uscite sulla stampa mi hanno un po’ sorpresa. All'inizio non nego che ho avuto la tentazione di rispondere, ma in generale promuovo amore, luce. Voglio solo che regni la pace, kumbaya, hakuna matata".
Sabalenka e Gauff saranno ancor di più al centro dell'attenzione a Wimbledon. La bielorussa, in campo come atleta neutrale, in quanto numero 1 del mondo. La statunitense, che qui a 15 anni batteva Venus Williams dopo essere diventata la più giovane qualificata nell'era Open, perché può diventare la prima giocatrice a completare il Channel Slam, la doppietta Roland Garros-Wimbledon, dieci anni dopo Serena Williams. "E' un'impresa molto difficile, se non per Alcaraz che la fa sembrare facile, o Djokovic - ha detto Gauff - Mi piacerebbe molto riuscirci ma non mi metto troppa pressione addosso perché, come sto dicendo al mio team, per me questo è un territorio completamente nuovo. Cercherò di imparare il più possibile".
Coco Gauff a Wimbledon (Getty Images)
Questione di fiducia, certo. Questione di emozioni. Le stesse da cui Sabalenka spiega di aver imparato molto dopo il Roland Garros. "A Parigi ho fatto più fatica del solito ad accettare la sconfitta. Non so perché, ma le emozioni hanno avuto il sopravvento. In campo, durante finali o semifinali, a volte perdo il controllo. Credo che divento troppo emotiva nelle fasi finali perché ho un grande desiderio di vincere - ha detto -. Quello che è successo mi ha costretta a fermarmi e a guardarmi dentro, a non ignorare certe cose. Ho capito molte cose su me stessa in quelle fasi finali del torneo. Tutti noi vogliamo disperatamente avere successo in questo sport, ed è questo che crea tensione. Per me nasce soprattutto quando voglio davvero raggiungere un obiettivo e vedo che non ci riesco, quando sento di non dare il massimo e non ottengo ciò che penso di meritare".
Non ci sono commenti