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Cobolli extralusso, ottavi a Wimbledon: “Dio non mi ha dato il servizio ma mi ha dato gambe buone”

Batte Mensik in tre set e per la prima volta in carriera è nella seconda settimana di un Major. “E ho anche trovato casa… è bellissima”

di | 05 luglio 2025

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Appena un attimo prima dell’ennesimo ‘shower’ di giornata, Flavio Cobolli ha chiuso gli occhi e alzato le braccia al cielo. Come per respirare a pieni polmoni l’aria umida di Wimbledon, e celebrare la prima ‘seconda settimana’ della sua carriera in uno Slam. “Sognavo questo risultato da quando ho iniziato a giocare a tennis – racconta così il netto successo di Mensik – e averlo ottenuto proprio qui è fantastico. Credo di aver giocato uno dei migliori match della mia vita. Quasi perfetto e ne sono felicissimo. Questa superficie mi rende felice ma adesso è tempo di recuperare e pensare al match di lunedì”.

Contro un avversario ostico come Mensik, Flavio ha messo in mostra tutte le armi che lo proietteranno verso un nuovo best ranking (virtualmente è già numero 20 al mondo, ndr): “La grande motivazione, la voglia di far bene che avevo e la voglia di vincere – spiega nel corso della conferenza stampa post match – mi hanno dato la spinta per giocare un buon tennis. Per tutto il match sono rimasto concentrato e solido; ho fatto le cose giuste senza avere troppa fretta e paura che qualcosa potesse cambiare. Credo sia stata davvero una bella partita”.

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L’interruzione per pioggia gli avrebbe potuto creare qualche problema, ma Flavio ha dato prova una volta di più della maturità con cui affronta oggi questi appuntamenti e del feeling con l’erba: “Ho la fortuna di sapermi muovere bene su tutte le superfici – spiega - . Dio non mi ha dato il servizio ma mi ha dato le gambe, dicono tutti così. Mi trovo bene a muovermi e anche a vincere dei punti in difficoltà, anche quando devo scivolare e ho una buona reattività per tornare poi sulla palla successiva. Piccole cose che aiutano il mio gioco e oggi hanno fatto la differenza. Credo di essermi mosso in campo molto meglio di lui e alla fine di averlo portato quasi allo sfinimento. L'ho costretto a fare cose sempre diverse e quella è stata la chiave della partita”.
 
Il primo pensiero? "Cerco di chiamare sempre la mia ragazza. Ci mandiamo un messaggino prima dei match, e dopo la partita è sempre la prima persona che chiamo".

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