

La classifica della velocità media dei diritti e dei rovesci in top elaborata da Tennis Viz su dati tennis Data Innovations mette in luce un particolare primato di Jannik Sinner, eloquente per spiegarne l'ascesa in vetta al ranking mondiale
di Alessandro Mastroluca | 20 settembre 2024
La potenza, recitava lo slogan di una pubblicità molto in voga qualche decennio fa, è nulla senza controllo. Per rappresentare il concetto lo spot aveva scelto Ronaldo, centravanti icona del Barcellona e dell'Inter, allora al suo apice, letale proprio per quel mix incontenibile di irreale velocità e totale controllo del corpo.
La capacità di combinare velocità e precisione fa la differenza non solo nel calcio. Vale anche nel tennis. Lo racconta con la stessa iconica evidenza di Ronaldo l'attuale numero 1 del mondo, Jannik Sinner.
L'azzurro è infatti l'unico giocatore in Top 20 nel ranking ATP che compaia anche tra i primi 15 per velocità media del diritto e del rovescio nel circuito ATP.
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L'elaborazione si deve a Tennis Viz, che si basa sui dati dell'ATP Tour raccolti da Tennis Data Innovations. Le due società pubblicano alcuni dei loro risultati sul profilo X, ex Twitter, Tennis Insights e vengono utilizzati per approfondimenti specifici in una sezione dedicata del sito dell'ATP.
Se a questo si aggiunge che Sinner, secondo un'elaborazione di cui già abbiamo scritto della stessa Tennis Viz, ha il diritto e il rovescio migliori del circuito per qualità media, diventa chiaro fin dove sia riuscito a elevare il mix di potenza e controllo.
Il calcolo della velocità media dei diritti e dei rovesci di ciascun giocatore, ci spiega Tenniz Viz, tiene conto in questa classifica dei colpi in top spin. Potremmo definirla come la media dei diritti e dei rovesci più veloci di ciascun giocatore, una fotografia delle punte di velocità che riescono a raggiungere ma in un intervallo lungo di tempo.
Dalla graduatoria emerge come solo sei giocatori raggiungano con il diritto in top spin velocità medie superiori ai 130 chilometri orari: Hamad Medjedovic (135,8), Jiri Lehecka (133,7), Nicolas Jarry (133,6), Arthur Fils (132,9), Christopher Eubanks (132,9) e Denis Shapovalov (131,0).
Tutti giocatori che faticano di più a fissare il confine tra la potenza e la misura. Un confine che è tecnico ma allo stesso tempo molto mentale. Perché l'aggressività, per citare Julio Velasco, ct della generazione dei fenomeni del volley maschile azzurro degli anni Novanta e oro all'Olimpiade di Parigi con la nazionale femminile, riduce l'insicurezza ed elimina i dubbi. Ma è anche un modo per provare a mascherarli, quei dubbi. Ed è lì che la velocità di pensiero diventa più facilmente fretta con conseguente calo di precisione, riduzione dell'efficacia e aumento degli errori.
Dall'elaborazione di Tennis Viz emerge anche come le differenze siano ancora meno marcate quando si confrontano le medie delle velocità di punta dal lato del rovescio. Qui la classifica, come si direbbe nel calcio, è molto più corta. Ci sono comunque sei giocatori con medie superiori ai 116 km/h: Ofner (118,9), Sinner (118,1), Juncheng Shang (116,7), Emil Ruusuvuori (116,5), Tomas Machac (116,5), Alexander Zverev (116,5).
E' perciò particolarmente significativo, alla luce di questi dati, come Sinner sia riuscito a vincere il duello rovescio contro rovescio nella semfiinale di Cincinnati contro Zverev.
HE HAD NO RIGHT ??@janniksin in thievery mode at #CincyTennis pic.twitter.com/eb9kLKUDiE
— Tennis TV (@TennisTV) August 18, 2024
Quel match ha esaltato quella sua capacità di togliere tempo attraverso la decontrazione, la fluidità del gesto, che gli consente di colpire con maggiore anticipo dopo il rimbalzo e far viaggiare la palla più bassa sopra il nastro rispetto alla media dei giocatori nel circuito ATP. Sempre con il controllo del corpo che gli deriva dallo sci e l'ambizione che lo muove da sempre: colpire per essere il migliore.
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