

L'azzurro e lo spagnolo si sono divisi gli ultimi sette Slam: Nadal e Federer arrivarono ad una striscia di 11. Intanto, già parte la conta ai "grandi titoli" e la corsa al Career Grand Slam
di Samuele Diodato | 14 luglio 2025
Una rivalità a tutto campo, un duopolio come non lo si vedeva dal “Fedal”, il dominio istaurato da Roger Federer e Rafael Nadal, almeno fino a prima dell’avvento di Novak Djokovic. La finale di Wimbledon 2025 non ha fatto altro che ribadire quanto la rivalità tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz stia ripercorrendo i passi dei due fenomeni che a Wimbledon si sono affrontati per ben tre volte consecutive tra il 2006 ed il 2008.
Gli unici due giocatori nell’Era Open ad incontrarsi nello stesso anno sia all’ultimo atto di Parigi che a quello di Londra – prima di Sinner e Alcaraz – sono stati proprio Nadal e Federer. In Francia, ha sempre vinto Nadal, che ha dovuto invece perdere due volte a Church Road prima di siglare la storica doppietta, il 6 luglio di 17 anni fa. Persa la finale al Roland Garros con tre match point non sfruttati, Sinner è riuscito a prendersi la rivincita contro il rivale, un po’ come era successo a Federer dopo le finali parigine del 2006 e del 2007.
Le foto che fanno la storia
Resta chiara la fotografia “scattata” da L’Équipe, con evidente richiamo al Tour de France, attualmente in corso. Sinner e Alcaraz – si legge sull’articolo della testata transalpina pubblicato prima della finale – sono “due maglie gialle” oggi in fuga nei confronti di tutto il gruppo, enorme, rappresentato dalla classifica ATP.
In due, l’azzurro e l’iberico hanno vinto gli ultimi sette major disputatisi, per un dominio che prosegue ininterrotto dall’Australian Open 2024, la prima affermazione di sempre per Sinner. Un evento del genere non si verificava in realtà dal periodo intercorso tra il Roland Garros 2010 e Roland Garros 2012, con nove Slam consecutivi vinti da uno tra Nadal e Djokovic. In “coppia” con Federer, Nadal ha fatto ancora meglio, con 11 titoli nel periodo dal Roland Garros 2005 allo US Open 2007.
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“Solo Alcaraz può battere Sinner, e solo Sinner può battere Alcaraz”, ha detto proprio a L’Équipe prima della finale Gilles Cervara, coach di Daniil Medvedev, tracciando i contorni di un quadro che lascia quasi disarmata l’intera concorrenza. Si vede soprattutto nei numeri di Sinner, che nelle ultime 108 partite ha perso solo otto partite, di cui cinque proprio da Alcaraz, che era imbattuto negli scontri diretti dalla semifinale dell’ATP 500 di Pechino del 2023. Fino alla vittoria di ieri, che ha fermato la striscia, fermatasi allo “scoglio” della sesta partita che anche gli altri due hanno conosciuto: tra Federer e Nadal, infatti, non c’è mai stata una serie di sei vittorie consecutive per l’uno o per l’altro, ma al massimo di cinque (tre strisce del maiorchino, una dell’elvetico).
Complici anche i tre mesi di assenza dopo l’accordo con la WADA, Sinner è ora indietro nella Race per le ATP Finals che tiene conto dei punti nell’anno solare di 1.540 punti, con 6.000 punti totalizzati al fronte dei 7.540 di Alcaraz. Il primo inseguitore, il 38enne Djokovic, è staccato di quasi altri 2.000 punti, a quota 3.380. Nella classifica ATP ufficiale, invece, Sinner resta davanti ad Alcaraz (qui gli aggiornamenti), ma con un distacco ugualmente netto verso il terzo: Alexander Zverev è a quasi 3.000 punti dallo stesso Alcaraz, fermo a quota 6.310.
Già prima della finale del Roland Garros, anche l’ex n. 1 al mondo Jim Courier aveva paragonato il contrasto di stili (e di linguaggio del corpo) della nuova rivalità rispetto al contrasto che ha reso immortale il “Fedal”. L’ATP mette già a confronto i numeri sui “grandi titoli” (inclusi Slam, Masters 1000 e ATP Finals), come faceva nell’era dei Big Three: al momento, Alcaraz ne ha 12 (5 Slam e 7 “1000”), mentre Sinner 9, ma l’italiano è l’unico dei due che ai 4 major e ai 4 “1000” unisce un successo nel vecchio “Master di fine anno”.
Jannik a Wimbledon, un trionfo da prima pagina!
E intanto, già parte la sfida al Career Grand Slam, ovvero la gara a chi per primo riuscirà ad aggiudicarsi almeno una volta tutti i quattro titoli più importanti al mondo, un “club” cui nell’Era Open (dal 1968) hanno avuto accesso appunto Djokovic, Federer e Nadal oltre ad Andre Agassi e Rod Laver. Ad Alcaraz, per farcela, manca solo l’Australian Open, e se dovesse riuscirci entro il 2027, sarebbe anche il più giovane di sempre (primato siglato nel 2010 da Nadal, a 24 anni e tre mesi). A Sinner, invece, manca proprio quel Roland Garros sfiorato poche settimane fa.
Quel che è certo, però, è che oggi, come anche per Nadal e Federer, il tennis può godersi due campioni che guardano sempre avanti, che spostano l’asticella ogni volta un po’ più su. Lo hanno ripetuto spesso i due protagonisti stessi, e in conferenza stampa - dopo la finale - lo ha confermato anche Darren Cahill: "Direi che Jannik guarda più partite di Carlos di chiunque altro, perché è affascinato dai miglioramenti che stanno avvenendo nel suo gioco e ci spinge come allenatori ad assicurarci che anche lui possa migliorare". Pensando sempre al prossimo capitolo della rivalità. Così come noi, fortunatissimi spettatori della storia che sempre si rinnova, e rinnovandosi si ripete.
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