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Nuria Brancaccio: "Jasmine e le altre, uno stimolo verso le top 100"

L'infortunio capitato a inizio stagione è stato un ostacolo duro da superare, anche sotto il profilo delle motivazioni. Ma alla fine per Nuria ha prevalso la voglia di lottare e recuperare il prima possibile

24 giugno 2025

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Un passato (recentissimo) in Spagna, un presente in Puglia con coach Andrea Trono, lo stesso che sta seguendo anche Andrea Pellegrino. Per una campana doc con un sogno che la accomuna a tante coetanee nella stessa posizione: entrare fra le top 100 del ranking Wta. Nuria Brancaccio ha 24 anni ed è oggi numero 185 al mondo, cifre che la mettono in una situazione particolare: non così giovane da poter essere considerata una promessa, non così matura da aver esplorato appieno i propri limiti.

Sarà proprio questo il compito specifico, in questa parte di carriera, sempre con la terra battuta come sfondo prediletto. Sul mattone tritato, Nuria ha vinto tutti e 5 i titoli Itf conquistati in carriera, ma non è ancora riuscita a compiere quel salto di qualità che ormai la sua esperienza nel circuito le potrebbe consentire di fare. Adesso c'è da spingere il piede sull'acceleratore, lasciandosi alle spalle un brutto infortunio al polso occorsole a inizio anno, in Australia. 

Nuria Brancaccio in azione (foto GAME)

Nuria Brancaccio in azione (foto GAME)

“Mi sono allenata in Spagna – spiega lei – fino allo scorso aprile, poi dopo l'infortunio al polso in Australia ho deciso di cambiare strada. Da poco sono a Lecce, nel team guidato da Andrea Trono e Tommaso Mannarini. Mi trovo molto bene e insieme stiamo facendo un lavoro importante, che spero possa dare frutti in termini di rendimento e risultati. Mi sta aiutando anche la Fitp, e per questo ci tengo a ringraziare chi sta credendo in me”.

L'infortunio capitato a inizio stagione è stato un ostacolo duro da superare, anche sotto il profilo delle motivazioni. Ma alla fine ha prevalso la voglia di lottare e recuperare il prima possibile. “Dopo essermi rotta il polso sinistro per una caduta, sono rimasta lontano dai campi per tre mesi e durante questo stop mi sono concentrata sull’allenamento: è una cosa che nel circuito non avviene spesso, perché abbiamo poco tempo al di fuori dei tornei. È stato uno scoglio importante da superare, ma sono soddisfatta dei miei miglioramenti dal punto di vista fisico e mentale, come dei risultati che sto ottenendo”.

La campana Nuria Brancaccio (Foto GAME)

La campana Nuria Brancaccio (Foto GAME)

Dopo il rientro, Nuria ha centrato la qualificazione nel 250 di Rouen, vincendo poi il titolo nel W35 di Santa Margherita di Pula. Mentre a Roma, Internazionali BNL d'Italia, non ha avuto fortuna, pescando subito quella Peyton Stearns che poi è diventata la sorpresa delle due settimane nella Capitale. “Non mi piace tanto – continua Nuria – parlare di classifica, ma non c'è dubbio che sarebbe bello arrivare finalmente in top 100. Adesso, tuttavia, cerco di pensare a come migliorare giorno dopo giorno, lavorando sugli aspetti nei quali al momento ho meno sicurezza. Ma anche lavorando su come gestisco le mie giornate nel complesso. Gioco molto in Italia? Sì, perché i tornei da noi sono di alto livello e sempre ben organizzati”.

Nuria – sorella di Raul, 28 anni e 355 Atp, in quella che è una famiglia dedita totalmente al tennis – non fa parte delle 'Next Gen', ma guarda con curiosità ciò che accade al vertice, trascinata dal momento d'oro del tennis tricolore. “Siamo un bel gruppo, ci conosciamo tutte, siamo amiche e a me fa molto piacere vedere le altre così in alto, comprese le ragazze con le quali ho condiviso una parte del mio percorso. Tifo in ogni torneo per Jasmine e per tutte le altre italiane, e in particolare Jas sta costruendo qualcosa di straordinario”.

Con un tennis robusto, fatto anche di top spin, back e variazioni, Nuria possiede il gioco ideale per la terra, ma non parte battuta nemmeno su altre superfici. È proprio da questo adattamento che passa l'approdo verso quella top 100 che oggi è un sogno, sì, ma a portata di mano. 


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