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Djokovic, rimonta da campione: suo il record di vittorie negli Slam

Novak Djokovic batte Cerundolo dopo quattro ore e 35 minuti. E' il giocatore con più partite vinte e più quarti di finale negli Slam. Affronterà Ruud nella riedizione della finale dello scorso anno

di | 03 giugno 2024

Novak Djokovic l'ha fatto di nuovo. Cade, e non solo per amor di metafora. Ma si rialza ancora una volta, come fanno i campioni. Nonostante un problema al ginocchio che lo condiziona dall'inizio del secondo set, ribalta la partita e firma la quarantesima vittoria al quinto set in carriera.

A due giorni dalla maratona con Lorenzo Musetti, il serbo vince un altro match sul filo almeno per quattro set. Prende due anti-dolorifici e alla fine supera Francisco Cerundolo 61 57 36 75 63. Diventa il primo giocatore a raggiungere le 370 vittorie negli Slam, una in più di Roger Federer. E stacca lo svizzero anche nella classifica dei quarti di finale nei major (59). Giocherà contro Casper Ruud, nella che sarebbe la riedizione della finale del 2023.

Il norvegese, finalista nelle ultime due edizioni, ha sconfitto Taylor Fritz 76(6) 36 64 62. Andre Agassi resta dunque l'ultimo statunitense ad essere arrivato nei quarti al Roland Garros, nel 2003.

PARTITE VINTE NEGLI SLAM
Novak Djokovic 370-49
Roger Federer 369-60 
Rafael Nadal 314-44 
Jimmy Connors 233-49 
Andre Agassi 224-53 

QUARTI DI FINALE SLAM
Novak Djokovic 59
Roger Federer 58
Rafael Nadal 47
Jimmy Connors 41
Roy Emerson 37

La cronaca del match

Djokovic cancella due palle break in avvio di partita (1-1 15-40). Dal diritto in diagonale che tocca il nastro e va largo sulla seconda palla break, il tennis di Cerundolo cala come livello, come attenzione, come intensità.

Nel secondo set, però, Djokovic avverte un dolore dietro il ginocchio destro. Chiede un lungo medical time out, e la partita poi cambia. Cerundolo avverte un mix di aspettativa e tensione, mentre cresce la frustrazione di Nole che fronteggia e salva otto palle break. La nona, èerò, è quella buona. Con un vincente di diritto, l'argentino mette in equilibrio la partita contro un Djokovic in crescente difficoltà negli spostamenti. Se la prende con l'arbitro e gli addetti ai campi. "Mi avete f***to il ginocchio" ha urlato nel corso del secondo set.

 Il terzo non inizia certo meglio per il numero 1 del mondo, che subisce un break nel primo turno di battuta del parziale. Ne cancella un altro paio in un ingarbugliato quarto gioco, durato 16 punti. E' un confronto di tensioni allo specchio. Cerundolo non prende in mano la partita, Djokovic si carica con due urla di incitamento dopo due rovesci vincenti. Il pubblico ci mette del suo per tentare di rianimarlo, ma se una risposta di rovescio finisce mezzo metro lunga sembra esserci poco da rianimare. Capiremo presto che non è così.

Djokovic soffre soprattutto gli spostamenti verso destra. Cerundolo firma un nuovo break per il 3-2. Nole però resta attaccato a ogni filo di speranza che questa partita concede. Il secondo doppio fallo e un errore di rovescio di Cerundolo, zavorrato dalla prospettiva di raggiungere un traguardo lontano dall'immaginabile in condizioni normali, facilitano il contro-break di Djokovic: 4-4. L'argentino ha l'occasione di firmare un altro break e andare a servire per il match. Ma il serbo, pur in un game in cui ha servito quasi solo seconde, resta sopra la linea di galleggiamento. Dopo un altro game fiume, in risposta, Djokovic lancia l'urlo del campione. Ha mancato tre set point, ma alla quarta occasione spinge contro il rovescio di Cerundolo che però sbaglia. Si va al quinto.

 

Nole per un paio di game è in modalità "boa costrittore" e sale 2-0. Cerundolo non ci sta. Gioca il punto più bello del match, lo vince con il 60mo vincente della sua partita e si guadagna la palla del possibile contro-break. Ha la chance di realizzarlo con la palla sul suo diritto, ma lo sbaglia. Non è l'ultimo treno, tuttavia. Lo fa due punti più in là, il contro-break. 

Ogni punto ormai è un duello di nervi. Nervi che Djokovic ha a fior di pelle e si vede dopo una scivolata all'inizio del quarto game. Il serbo torna a polemizzare con la giudice di sedia Aurelie Tourte a cui già al momento del primo medical time out aveva chiesto invano che il tappeto fosse passato più spesso. "Bravi, bravi, ben fatto, il campo non è scivoloso per niente..." sbotta con amaro sarcasmo.

Quando conta di più, comunque, è lui  scivolare e non per accidente. Si allunga come Tiramolla in spaccata su un passante diagonale, rialza una demivolée da campione poi supino agita le braccia: si mette le ali. Un gesto profetico, che prefigura il lungolinea su mezza riga (o forse meno) con cui firma il break del 5-3. E' l'ultimo colpo di scena di un'altra partita che resterà nella sua storia.


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