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Chi è Alexander Bublik, il giocoliere del tennis che non vuole essere un duro e sfida Sinner

La carriera e le curiosità su Alexander Bublik, primo kazako ai quarti di uno Slam in singolare maschile, che affronta Jannik Sinner per un posto in semifinale

di | 04 giugno 2025

La gioia di Alexander Bublik (Getty Images)

La gioia di Alexander Bublik (Getty Images)

Gioca e vive alle sue condizioni, Alexander Bublik. Senza compromessi. Rigido nel suo modo di inseguire i suoi obiettivi e nel mantenere i suoi paletti. "Lavoro sodo, ma alle mie condizioni. Faccio quello che sono in grado di fare con il mio corpo, ma non arrivo a giocare sul dolore se sono infortunato per avere una chance in più di vincere una partita. Per me il tennis e la vita fuori dal tennis hanno lo stesso peso". 

Non vuole essere un duro, Bublik, oggi numero 62 del mondo ma sicuro di rientrare in Top 50 al termine del Roland Garros (sarà almeno n. 43). Dalla sua ha la forza della creatività, della varietà, l'arte di spiazzare, che a volte gli si è ritorta contro. Altre, come al Roland Garros 2025 si è esaltata. Ha rimontato due set di svantaggio al numero 9 del mondo Alex De Minaur, ha battuto il numero 5 Jack Draper ed è diventato il primo kazako nei quarti di uno Slam in singolare maschile. Lo aspetta il numero 1 del mondo Jannik Sinner, che ha già sconfitto seppur per ritiro ai quarti a Halle nel 2023. Gli altri quattro scontri diretti li ha vinti tutti Jannik.

Bublik, che lo afffettuosamente definito "disumano" nel 2021 dopo la sconfitta a Miami, in caso di successo diventerebbe il giocatore con la più bassa classifica a battere due Top 5 nello stesso Slam dal 2004, quando Marat Safin (allora numero 86, ma numero 1 a fine 2000) superò Andre Agassi e Andy Roddick all'Australian Open.

La gioia di Alexander Bublik al Roland Garros (Getty Images)

La gioia di Alexander Bublik al Roland Garros (Getty Images)

I quattro titoli ATP di Bublik

Il primo a stupirsi del suo rendimento sulla terra battuta, non certo la sua superficie di elezione, è proprio lui. "Forse questo è il primo anno in cui non mi sono lamentato di giocare sulla terra battuta, dato che non ho molte alternative perché stavo scendendo molto in classifica" ha detto in conferenza stampa al Roland Garros. 

Vincitore del Piemonte Open Intesa Sanpaolo, il Challenger 175 di Torino dove ha conquistato il titolo e l'affetto dei tifosi per la qualità del tennis mostrato in campo e la cortese disponibilità fuori dal campo, Bublik mantiene salde le sue convinzioni su cosa significhi per lui essere un atleta professionista di alto livello. "Metterò la mia vita e la mia salute in gioco per avere forse la possibilità di vivere altri grandi momenti [come la vittoria contro Draper]? La mia risposta è no - ha spiegato - Faccio il mio percorso, non mi alleno solo mezz'ora al giorno. Per me si tratta di trovare l'equilibrio, di fare necessariamente quello che devo fare per poter competere contro
i migliori, cosa che ho dimostrato negli ultimi sei, sette anni. Faccio quel che sono in grado di fare con il mio corpo, ma do la priorità alla mia salute e al mio stile di vita, perché ho una famiglia e sono un padre".

Non sempre questo equilibrio ha funzionato, ha ammesso. Ma quando ha funzionato, i risultati si sono visti eccome. Bublik ha vinto il primo titolo nel 2022 a Montpellier, alla quinta finale in carriera, battendo Alexander Zverev, n.3 del mondo in quel momento, in finale. Il tedesco rimane il giocatore con la miglior classifica che abbia sconfitto in carriera. Nel 2023 ha vinto ad Anversa e Halle. Qui ha messo in bacheca il più prestigioso dei suoi quattro trofei ATP dopo aver eliminato cinque giocatori nella Top 25, compresi Sinner e l'allora numero 7 Andrey Rublev battuto in finale. Il quarto titolo risale all'inizio del 2024, a Montpellier. In quel torneo è diventato il primo giocatore dal 1990, ovvero da quando è nato l'ATP Tour che conosciamo oggi, a vincere tutti i match di un torneo, finale compresa, dopo aver perso il primo set. Lo scorso anno, a maggio, ha raggiunto il suo best ranking di numero 17.

Alexander Bublik (Getty Images)

Alexander Bublik (Getty Images)

Per ottenere risultati così, dice, "non c'è modo di aggirare il duro lavoro. Devi dedicarci ore e ore e, per alcuni giocatori, per riuscire a servire come servo io, servono 100.000 ore, mentre per altri ne bastano 20. Quindi questa è la differenza principale, le tue capacità. Poi se sei pronto a mettere a rischio il tuo corpo, se l'hai fatto e così hai vinto uno Slam, allora fallo. Ogni atleta deve decidere se i sacrifici che sta facendo per avere una piccola possibilità di arrivare [in Top 50 o in Top 100] valgano la pena. Ma oltre al duro lavoro, per essere tra i primi 50 o 100 del mondo servono molte altre cose".

Ha conosciuto alti e bassi, il kazako, che non si esalta per i successi e non si abbatte per le sconfitte. "Fa tutto parte del percorso, senza i momenti difficili, quelli felici non ci sarebbero" ha detto al Roland Garros. 

Capace quest'anno di dare una sterzata a una stagione iniziata male anche grazie a un weekend a Las Vegas, ha visto il tennis cambiare negli ultimi anni, ma ha scelto di restare fedele a se stesso:. Quest'anno Dubai, mentre attraversava un periodo di scarsi risultati, ha avuto un'illuminante chiacchierata con Monfils. "Gael mi ha detto: 'Quando sono arrivato nel tour, c’erano pochi ragazzi davvero focalizzati sulle loro routine. Non parlo dei grandi, Roger, Rafa e Novak. Ma tra i primi 50, 100 giocatori del mondo, c’erano ragazzi che si godevano la vita, che non avevano fisioterapisti, alcuni senza allenatori. Io devo trovare un modo per battere quei ragazzi, anche se sono due volte più rigidi nelle loro routine rispetto a me' - ha raccontato - Quel suo discorso mi ha aperto gli occhi. Mi ha fatto capire che devi sfruttare le occasioni quando arrivano, e se le sprechi è un tuo problema, una tua responsabilità". 


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