Lo spagnolo supera anche Novak Djokovic e conquista la finale allo Us Open, senza cedere un set. “Sto lavorando molto sulla continuità di rendimento”. Domenica affronterà Jannik Sinner con l’obiettivo di centrare il secondo titolo a New York: “studierò le nostre ultime sfide per non ripetere certi errori”
06 settembre 2025
Carlos Alcaraz è in finale agli Us Open per la seconda volta in carriera. Il 22enne spagnolo, numero due del ranking Atp, ha prevalso in tre set su Novak Djokovic per 6-4 7-6 6-2 (QUI IL REPORT DEL MATCH) e nella giornata di domenica andrà a caccia del ‘bis’ sul cemento di Flushing Meadows, a tre anni dalla sua prima e finora unica affermazione sui campi di New York. “Per me – ha detto lo spagnolo in conferenza stampa – è fantastico essere arrivato in finale senza aver perso nemmeno un set. Sto lavorando molto sulla continuità di rendimento durante i match e nei tornei: punto a non avere mai alti e bassi e, soprattutto, a mantenere lo stesso livello per tutta la durata delle partite. Ci sto riuscendo e per questo sono molto soddisfatto: sto imparando a conoscermi meglio e a capire ciò di cui ho bisogno sia dentro che fuori dal campo”.
Quella ottenuta a New York è stata la prima vittoria in carriera per Alcaraz contro Djokovic sul cemento: in ultimo, i due si erano affrontati agli Australian Open, quando il serbo vinse in quattro set. “Non è mai facile affrontarlo – ha aggiunto Alcaraz –. Ero un po’ nervoso vista l’importanza della partita, ma non per com’erano andati i nostri precedenti sul veloce. Djokovic è una leggenda, ha ottenuto risultati straordinari nel corso della sua carriera e questo rende ancora più difficile affrontarlo. Sono contento di essere riuscito a batterlo e di aver raggiunto un’altra finale qui agli Us Open”.
L’atto conclusivo degli Us Open metterà di fronte Carlos Alcaraz a Jannik Sinner, giustiziere di Felix Auger-Aliassime in quattro set. “Jannik è migliorato punto dal punto di vista fisico negli ultimi due anni – ha dichiarato il numero 2 Atp in conferenza stampa –. Ora riesce a giocare al 100% anche per tre o quattro ore di fila e questo, senza dubbio, è un grande vantaggio per lui. Io credo di essere cresciuto sotto l’aspetto della continuità, sto migliorando anche fuori dal campo perché mi sono reso conto di quanto conti curare ogni dettaglio per arrivare a essere perfetto. Preparerò la finale analizzando quello che è accaduto nelle nostre ultime sfide, soffermandomi su quanto fatto di buono e sugli errori commessi, in modo da cercare di non commetterli più”.
Ad assistere alla finale maschile degli Us Open ci sarà uno spettatore d’eccezione, il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump: “Per un torneo è un privilegio poter avere sugli spalti il Presidente del paese organizzatore. Cercherò di non pensare troppo alla sua presenza, non voglio rischiare di perdere la concentrazione ma sarà comunque fantastico, per il mondo del tennis, avere una figura così importante in tribuna ad assistere a questa finale”.
Non è mancato, da parte di Alcaraz, un elogio nei confronti di Novak Djokovic, che a 38 anni ha raggiunto la semifinale in tutti e quattro gli Slam disputati in questa stagione: “Novak mi ha detto di ragionare cinque anni per volta, senza guardare troppo al futuro. Vedremo fino a che età riuscirò a prendermi cura del mio corpo nel miglior modo possibile. Djokovic ha ottenuto risultati impressionanti negli Slam giocati in questa stagione: sta facendo benissimo contro la nuova generazione, sulla carta ha 38 anni ma ne dimostra 25 e non ho esitato a dirglielo”.
Proprio Djokovic, in conferenza stampa, ha ribadito il concetto evidenziato da Alcaraz, vale a dire l’approdo alle semifinali degli Slam di questa stagione con tre sconfitte su quattro rimediate contro Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, gli attuali dominatori del circuito. “Sinner e Alcaraz giocano a un livello altissimo – ha dichiarato il serbo, ora numero 7 Atp –. In questa partita ho terminato le energie dopo il secondo set, ho tenuto bene il suo ritmo in avvio ma poi mi sono sentito esausto: ho provato le stesse sensazioni anche contro Sinner, un altro avversario molto difficile da affrontare, soprattutto sulle distanze lunghe e nelle fasi finali di uno Slam. A questo punto della mia carriera, non riesco ad avere un totale controllo sul mio corpo: faccio il possibile, ma so che sarà difficile battere giocatori come loro nei tornei dello Slam. Credo di avere più possibilità nelle partite al meglio dei tre set, ma nonostante questo continuerò a lottare con l’obiettivo di conquistare un altro Major, pur consapevole delle difficoltà”.
In previsione del 2026, Djokovic potrebbe aumentare la partecipazione ai tornei che si giocano al meglio dei tre set, a suo dire quelli in cui nutre maggiori possibilità di vittoria: “Non voglio dire che salterò gli Slam, ma potrei giocare anche qualche torneo in più al meglio dei tre set. Questo è un sentimento che nasce dai risultati ottenuti quest’anno nei Major, ma devo prima parlarne con il mio staff. Gli Slam sono i pilastri di questo sport, gli eventi più importanti in assoluto, ma nei tornei di una settimana o nei Masters 1000 allungati, con il riposo tra un match e l’altro, sento di poter ancora fare qualcosa di importante”.