

Il serbo appare rilassato davanti alla stampa, dopo la prestazione pressoché perfetta contro Daniel Evans. Il vincitore di 24 Slam non nasconde le sue ambizioni: "Wimbledon e Australian Open gli Slam dove mi sento a casa"
03 luglio 2025
Novak Djokovic regola in tre set il veterano Daniel Evans e accede cosi al terzo turno dei Championships, in cui sfiderà il connazionale Kecmanovic. Subito dopo il match, il serbo ha sottolineato quanto fosse speciale l’atmosfera sul Centre Court con un britannico in campo: “Non è mai facile giocare qui con un giocatore di casa. Lui (Evans, ndr) è un tennista di qualità, con un gran tocco di palla e grande talento; sull’erba, con i suoi slice, le palle scendono molto basse e può mettere in grande difficoltà se non si è al top con il proprio gioco. Ecco, oggi credo di essere stato al top. Sapevo di dovermi preparare bene per questo match, tecnicamente, tatticamente. Ho eseguito tutto alla perfezione, a volte ci sono queste giornate”.
Il successo con Evans segna la 99esima vittoria a Wimbledon per Novak, che accede al terzo turno a Londra per la 19esima volta in carriera. Cosa significa per lui? “Beh, che gioco da tantissimo tempo! Diciannove volte, è una bellissima statistica, forse è più dell’età di Sinner e Alcaraz! In realtà, mi sto godendo ancora tanto questo sport, che mi sta regalando molto. L’ho già detto un milione di volte ma lo voglio ripetere, Wimbledon resta il torneo del mio cuore, il torneo che sognavo di vincere quando ero bambino. Ogni cosa realizzata qui è così speciale per me”.
Vent’anni fa la prima apparizione nel tabellone principale. Ora, nel box del serbo c’è la sua famiglia, i figli, è una situazione completamente diversa da quella del 2005. Ci pensa ogni tanto Novak? “No no, preferisco non pensarci, non ne ho il tempo. A questi livelli così alti, si è impegnatissimi, ogni settimana. Quando lo scorso novembre ho giocato di meno, stavo più a casa e ho potuto stare con i miei bambini e giocare con loro. Non rifletto molto su tutto ciò che ho vissuto, anche se lo vorrei, ma lo farò quando metterò da parte la racchetta. Quando sarò su una spiaggia con Roger e Rafa a sorseggiare un margarita...”.
L’anno scorso, nello stesso periodo, Novak aveva affrontato l’operazione al ginocchio. Come si sente ora rispetto all’anno precedente? “È vero, l’anno scorso dubitavo delle mie condizioni, non sapevo se sarei riuscito a scivolare o a muovermi liberamente. Questa è la differenza. Oggi non ci penso, in generale adesso il mio corpo sta bene. Anche se un paio di sere fa abbiamo finito molto tardi, ovviamente ho avuto qualche problema di stomaco che ha influenzato molto anche il modo in cui mi sentivo in campo. Oggi la storia è completamente diversa, mi sono sentito benissimo dall’inizio alla fine. Come ho già detto, contro Daniel ho giocato un tennis impeccabile, cosa sempre ottima negli Slam o altri tornei. Sapevo che lui avrebbe continuato a lottare e a credere di poter rientrare in partita, cosa che ha fatto, pur essendo due set a zero sotto, ha continuato a incoraggiarsi”.
Wimbledon ha grandi progetti per il futuro, in particolare per quanto riguarda la sua espansione: “Sì, ne abbiamo parlato già l’anno scorso, personalmente sono dispiaciuto che la questione non sia stata ancora risolta, sostengo molto questo progetto, è un’ottima cosa per la comunità, per Londra e per il nostro sport. Non conosco tutti i dettagli, ma ne ho visti un po’ e ne ho parlato con i principali dirigenti del Club. Onestamente, mi sembra un progetto vincente. Se non andasse in porto, sarebbe un peccato. Allo stesso tempo, non credo che avrebbe un impatto negativo su Wimbledon e su ciò che rappresenta per il nostro sport, perché già così com’è è un torneo che tutti vogliono vincere”.
E qual è il pensiero di Nole sulla qualità delle palline, argomento di grande discussione tra i giocatori? “Noto una differenza rispetto a 10-15 anni fa. Le Slazenger, usate a Wimbledon, sono di buona qualità ma si gonfiano prima rispetto a quelle utilizzate anni fa, non credo sia a causa dell’erba. Credo ci sia coerenza nel mondo in cui il torneo prepara i campi, dubito che ci siano grandi cambiamenti. Penso siano soprattutto le palline a rallentare il gioco. L’erba rimane comunque la superficie più veloce nel nostro sport, si ottengono ancora molti punti in più con la prima di servizio”.
Dopo la performance contro Evans, Djokovic ha assoluta fiducia sulle proprie possibilità di successo nel torneo: “Se gioco come oggi, sento di potercela fare contro chiunque sul Centrale di Wimbledon, dove mi sento molto a mio agio. Insieme alla Rod Laver Arena, è il campo in cui ho ottenuto i migliori risultati ma, come sempre tra due giorni potrà essere una storia diversa e dunque cerco di essere prudente”.
La chiusura è per i festeggiamenti con i figli in forma di canzone, che qualcuno ha persino scambiato per un messaggio politico. “Come ho già detto ai giornalisti serbi, è una cosa tra me e i miei bimbi, abbiamo una canzone dal titolo “Pump It Up”, canzone piuttosto vecchiotta ma con un buon ritmo. Quindi sì, ci piace caricarci così dopo ogni vittoria in campo”.
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