

Il numero due del mondo omaggia il ligure dopo averlo sconfitto in cinque set e poi guarda al prossimo impegno con Tarvet: “Dovrò cercare di mettere in campo il mio miglior tennis”
30 giugno 2025
Un esordio ben più complicato del previsto, a Wimbledon, per Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, accreditato della seconda testa di serie, ha avuto bisogno di cinque set, durati nel complesso oltre quattro ore e mezza, per superare Fabio Fognini, alla sua ultima partita ai Championships. “Sapevo fin dall’inizio che sarebbe stata dura - ha commentato Alcaraz in sala stampa -. Fognini ha un talento immenso, credo che oggi abbia mostrato una delle sue migliori versioni. Ho un grande rispetto per Fabio e per tutto quello che ha fatto durante la sua carriera: ho sempre adorato vederlo giocare e sono contento di aver condiviso il campo con lui”.
Adesso il numero due del mondo se la vedrà con il padrone di casa Oliver Tarvet, che dopo aver passato le qualificazioni ha sconfitto all’esordio Leandro Riedi, raggiungendo il secondo turno da numero 733 del ranking Atp: “Ho sentito il suo nome per la prima volta quando si è qualificato. È 700 al mondo, ma sta giocando nel main draw di Wimbledon e ha appena vinto la sua prima partita nel circuito maggiore: se è arrivato fin qui, vuol dire che se lo merita. Ho visto alcune fasi del suo match e posso dire che gioca davvero bene. Da parte mia, sarà importante migliorare in tutti quegli aspetti che non hanno funzionato oggi: dovrò cercare di mettere in campo il mio miglior tennis”.
Fognini e Alcaraz, che spettacolo!
La giornata a Wimbledon è stata segnata da una temperatura record, che ha costretto tutti i tennisti ad affrontare degli sforzi “extra” non di poco conto. “Giocare con un caldo del genere è davvero difficile - ha detto Alcaraz - e la situazione si complica ancora di più se si fanno scambi lunghi o se le partite sono lottate. Dobbiamo però ragionare da tennisti, cercando di abituarci il più velocemente possibile a queste condizioni e senza mutare lo stile di gioco. Il torneo si gioca all’aperto, quindi non credo sia corretto chiudere il tetto per risolvere il problema”.
E Sinner senza metà del team? "I fisio che abbiamo a disposizione nei tornei sono sempre ottimi. Ma io, con il mio gruppo, sto più tranquillo. Ormai siamo insieme da tempo e loro conoscono il mio fisico meglio di quanto lo conosca io".
Una delle più grandi sorprese di questa prima giornata è arrivata dal Campo 2, dove il semifinalista delle ultime due edizioni Daniil Medvedev si è inchinato in quattro set a Benjamin Bonzi. “Credo di non aver giocato male- ha affermato il russo in conferenza stampa -, ma devo ammettere di essere rimasto sorpreso dal livello di gioco espresso dal mio avversario. Contro Halys ad Halle non riusciva a mettere due palle di fila in campo, mentre oggi ha sbagliato pochissimo e ha sempre trovato un modo per rispondere alle mie iniziative. Se continua così, arriva sicuramente almeno agli ottavi di finale, poi con Fritz sarà dura anche per lui”.
“Forse avrei potuto servire meglio nei due tie-break - ha detto Medvedev -, ma ormai la partita è finita e non si può tornare indietro. Sono arrivato a Londra sicuro dei miei mezzi dopo Halle, ma il match di oggi ha raccontato tutta un’altra storia. A volte capitano queste cose al primo turno: se avessimo giocato più avanti nel corso del torneo forse avrei potuto tirar fuori qualche colpo migliore. Adesso analizzerò il match assieme al mio team, ma nel complesso non so cosa avrei potuto fare di più”.
Già certo di uscire dalla Top-10 del ranking Atp dopo questo torneo, Medvedev è incappato in qualche sconfitta di troppo nell’ultimo periodo, ma non si dice spaventato per il futuro: “Ho perso contro Ruud a Madrid e Musetti a Roma, ma entrambi giocano molto bene sulla terra. Mi sono preoccupato dopo il match con Opelka a ‘s-Hertogenbosch, ma poi ad Halle ho ripreso fiducia, giocando alla grande e battendo giocatori che si trovano a proprio agio sull’erba. La sconfitta di oggi porta dentro di me solo tanta delusione, ma ora devo già focalizzarmi sulla stagione sul cemento. Non ho molti punti da difendere da qui in avanti e sento di potermi riprendere un posto tra i primi dieci del mondo, a patto che torni a giocare come ho fatto ad Halle. Al momento sono tranquillo, ma le cose cambierebbero se dovessi finire l’anno attorno alla quindicesima posizione”.
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