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Altalena Medvedev: a Toronto un'altra sconfitta "irriconoscibile"

L'ex n. 1 manca per la prima volta l'approdo agli ottavi a Toronto arrendendosi in rimonta a Popyrin. A fine partita, poi, scappa lasciando borsone e racchette in campo...

di | 01 agosto 2025

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Brad Gilbert, ex coach, tra gli altri, di Andre Agassi, teorizzava nel suo “Winning Ugly (“vincere sporco”) che il primo punto di ogni game è fondamentale per mettere pressione all’avversario. Una massima di cui si spesso si abusa, ma che pure avrebbe fatto comodo rispettare a Daniil Medvedev, ieri notte, nel match di terzo turno al National Bank Open Presented by Rogers, il Masters 1000 di scena a Toronto.

Contro il campione in carica, Alexei Popyrin, il russo aveva anche portato a casa il set d’apertura per 7-5, prima di perdere con un doppio 6-4 i successivi due, con un doloroso schema ricorrente. Nel secondo e nel terzo parziale, infatti, l’ex n. 1 del mondo ha ceduto entrambe le volte nel primo game. Aprendo – per tornare al bestseller di Gilbert – i due game con altrettanti errori gratuiti e ritrovandosi sotto 0-40, senza riuscire a risalire la china.

Ha avuto le sue occasioni, poi, per rientrare nel match, ben quattro palle break non sfruttate nel secondo e altre due nel sesto game del terzo. Ma alla fine ha ceduto all’australiano, per una sconfitta che, visto il quadro generale, fa notizia a metà. Se da un lato, infatti, Medvevev aveva sempre raggiunto almeno gli ottavi nelle quattro apparizioni a Toronto (vincendo anche il titolo nel 2021, dall’altro, anche solo la sua classifica attuale di n. 14 del mondo suggerisce delle evidenti problematiche nel trovare la continuità dei giorni migliori.

Un “vulnus” che il moscovita porta con sé dall’ultimo trofeo sollevato, due anni fa, agli Internazionali BNL d’Italia e che solleva ulteriori interrogativi nei suoi riguardi. Prima di Wimbledon, d’altronde, Medvevev aveva dato segnali positivi ad Halle, perdendo solo in finale (la prima da marzo 2024) per mano di Alexander Bublik. Un risultato che l’aveva portato anche a minimizzare, due settimane dopo, l’eliminazione al primo turno dei Championships contro Benjamin Bonzi, concentrandosi su quanto di buono fatto in Germania e sulla possibilità di ben figurare al ritorno sul cemento.

Daniil Medvedev in azione col rovescio (Getty Images)

Daniil Medvedev in azione col rovescio (Getty Images)

Dopo la sconfitta contro Popyrin, invece, nessuna conferenza stampa, ma una reazione che dice tutto. Salutato l’avversario a rete, il tennista classe 1996 è uscito dal campo senza neanche portare con sé il borsone e le proprie racchette, facendo così sorridere anche Popyrin e creando una scena “virale” sui social. Tanto virale quanto il rovescio col quale nel secondo set ha finto di colpire una pallina destinata ad uscire.

Resta però l’amaro in bocca, a maggior ragione guardando ai precedenti, che lo vedevano avanti 4-1 con Popyrin, battuto l’ultima volta proprio pochi mesi fa al Foro Italico. E a tutto questo, si aggiunge un dato ancor più bizzarro: il n. 26 al mondo non vinceva due partite consecutive sul cemento dallo scorso ottobre, quando batté proprio “Meddy” per spingersi sino ai quarti di finale.

Sono passati sei anni da quando Medvedev si è affacciato stabilmente ad altissimi livelli, sconfitto in finale da Rafael Nadal sia a Montreal che allo US Open, con in mezzo il primo Masters 1000 a Cincinnati. Il prossimo appuntamento in calendario è proprio quello in Ohio, ma le prospettive sono ben diverse.

Tempo fa, una sua eliminazione precoce avrebbe fatto molto più notizia. Oggi, invece, a destare scalpore sarebbe più l’idea di vederlo nuovamente splendere su campi in cui in realtà avrebbe molte armi per farlo. Oltre ai colpi, d’altronde, c’è la “Guerra mentale nel tennis” (sottotitolo del libro di Gilbert), ed è proprio lì che Medvedev non è più riuscito a trovare la miglior versione di sé.

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