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Dall’inizio della stagione, i nostri hanno già raccolto moltissimo a livello internazionale: la prima semifinale Premier Padel, un nuovo primato italiano nel ranking, cinque titoli nel Cupra FIP Tour e non solo. Un momento splendido e da sfruttare, come base sulla quale costruire altri traguardi
di Marco Caldara | 04 marzo 2025
Da qualsiasi lato lo si voglia osservare, questo inizio di 2025 ha mostrato una Italia del padel più in palla che mai. Soltanto nei primi due mesi (e spiccioli) dell’anno, per il nostro movimento sono arrivati la bellezza di cinque titoli internazionali nel Cupra FIP Tour e la prima semifinale di un azzurro nel circuito Premier Padel, con ricadute positive su un’altra serie di fattori. Come il ranking mondiale: Simone Cremona, grazie allo storico risultato di Gijon, è oggi numero 88 della classifica FIP, miglior piazzamento di sempre per un giocatore (uomo) nato in Italia.
Ma i nostri top-100 sono per la prima volta due e Marco Cassetta, che invece in Egitto ha vinto due tornei internazionali FIP Silver in due settimane (anche questo non era mai capitato a nessuno dei nostri), segue a ruota: il torinese ha migliorato il proprio best ranking portandosi in 93esima posizione, a meno di 40 punti dal connazionale col quale ha condiviso tante vittorie. Ora, invece, sono uno contro l’altro a giocarsi lo scettro di numero uno azzurro, in una battaglia nella quale potrebbero presto inserirsi anche Flavio Abbate e Giulio Graziotti, rispettivamente numero 110 e 113 del ranking FIP. Per conquistare la top-100 servono almeno un centinaio di punti a entrambi, ma con quattro mesi ancora a disposizione sarebbe una sorpresa se non riuscissero a centrare il traguardo già nella prima metà della stagione.
Ergo, non è esagerato pensare che nel corso 2025 capiterà di avere quattro giocatori nati in Italia fra i primi 100 della classifica. Sarebbe un dato di grande spessore, specie se si considera che fino a metà luglio del 2024 non ce n’era mai stato nemmeno uno. In attesa di sapere se la previsione si avvererà, il momento rimane d’oro e soprattutto da sfruttare, come base sulla quale costruire ancora tanti traguardi.
Detto del convincente avvio di stagione degli uomini, ai più alti livelli il nostro padel rimane soprattutto delle donne, perché ne abbiamo un paio nelle prime 50 (o nelle prime... 43) e perché sono state già tre quelle capaci di andare a segno a livello internazionale fra gennaio e febbraio, contribuendo al bottino di cinque titoli. Per raggiungerlo, nel 2024 servirono quattro mesi e mezzo mentre stavolta ne sono bastati un paio, e il merito non è solo dell’aumento generale del numero di tornei, visto che c’è stata la firma dei nostri in oltre un terzo (5 su 14) degli appuntamenti FIP andati in scena sin qui. Una media impressionante che sarà difficilissimo mantenere, ma sin qui è realtà.
E oltre alla quantità delle vittorie c’è la qualità, perché quattro su cinque sono arrivate in tornei di categoria almeno Silver, con la perla del trionfo di Giorgia Marchetti nel Gold di Paredes: in termini di peso del torneo vinto è il secondo più prestigioso nella storia del nostro movimento, alle spalle soltanto del Platinum vinto nel 2024 a Cagliari da Carolina Orsi, con Nuria Rodriguez. Con la vittoria in Portogallo la romana ha siglato il proprio nuovo best ranking al numero 41, stimolando ambizioni ancora più importanti. Anche perché la partner al suo fianco, la spagnola Sara Ruiz Soto, sembra quella giusta per fare altra strada.
In più, anche alle spalle di Orsi e Marchetti qualcosa di muove: Emily Stellato ha vinto l’unico torneo internazionale giocato sin qui, Caterina Baldi e Giulia Dal Pozzo sono ripartite (separate) con grandi ambizioni, e tante altre sgomitano per farsi strada, così come vari giovani – al maschile – col duo Platania/Sargolini in pole position. L’augurio è che i primi due mesi da record diventino il trampolino di lancio alla miglior stagione di sempre: è già stato fatto tanto, ma tanto altro si può fare.