

Jannik Sinner diventa il secondo giocatore dal 2019 a battere Novak Djokovic per due volte nella stessa stagione. La semifinale di Coppa Davis tra Italia e Serbia di deciderà al doppio
di Alessandro Mastroluca, da Malaga | 25 novembre 2023
Il cielo è sempre più blu, canta Rino Gaetano dagli altoparlanti del palacio de Deportes Carpena di Malaga. E' blu sopra Jannik Sinner, che si regala e regala all'Italia una vittoria da campione. Batte Novak Djokovic 62 26 75, diventa il secondo giocatore in quattro anni a battere Nole due volte nello stesso anno. Ci tiene ancora attaccati al sogno della prima finale in Coppa davis dal 1998 e alla prima vittoria dal 1976. E ci dice che l'Italia può coltivare sogni di gloria potenzialmente infiniti. Djokovic non perdeva in Coppa Davis dal 2011. L'ultima sconfitta è maturata per ritiro contro Del Potro. In un match completato, la sua ultima sconfitta in nazionale risaliva al 2009, contro Rafa Nadal.
Si ritroveranno contro di nuovo, nel doppio che decide la semifinale. Sinner e Lorenzo Sonego, infatti, affronteranno Djokovic e Miomir Kecmanovic, che ha vinto il primo singolare contro Lorenzo Musetti.
?? Non stiamo sognando... Lo ha battuto davvero, di nuovo! #Sinner pic.twitter.com/tYCBavplbN
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Un Djokovic insolitamente irregolare con la prima e attaccabile con la seconda al servizio incassa il primo break del match. Sinner, deciso e in palla, fa le mosse giuste in quella che Volandri ha definito una partita a scacchi ancora più complessa delle due precedenti alle Nitto ATP Finals, la prima vinta dall'azzurro nel girone, la seconda dal serbo in finale. Il gioco mentale si complica perché entrambi si conosco. E se "io so che tu sai che io so" riuscire a sorprendere richiede analisi della complessità e interpretazione delle sottigliezze. Muoversi, dunque, lungo i bordi senza strapparli.
Sinner si muove benissimo, e alla fine ribalta il tavolo. Strappa tutto, ribalta la storia della partita. Djokovic prova a tenersi su con il servizio, ma Jannik è un treno in corsa lanciato verso il futuro. E' una palla di cannone accesa e vola 4-1 con un gran rovescio lungolinea. Da qui al 6-2 in 37 minuti il passo è breve.
???? Set point Jannik! 6-2#Sinner | #DavisCupFinals pic.twitter.com/nhnpgdWbrk
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Nel secondo set, però, la trama di questo duello shakespeariano cambia. Riflettori su Djokovic che mette in campo orgoglio e blasone, lo sguardo della tigre e la fierezza del campione.
#Sinner vs #Djokovic = ??#DavisCupFinalspic.twitter.com/tPjHbsU3cF
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Sinner cala un po' da fondo, costretto om'è a rischiare di più con il diritto e messo nelle condizioni di comandare meno sulla diagonale del rovescio. Un doppio fallo, l'unico del set, costa all'azzurro il break che manda Nole avanti 3-1. Se nel primo set Sinner attaccava e Djokovic reagiva, nel secondo atto le parti si invertono. L'azzurro non incide con i colpi di inizio gioco e subisce un secondo break nell'ottavo game, l'ultimo del set.
Anche nel terzo Djokovic continua a incitarsi, mentre Sinner apre il parziale con un complesso turno di battuta durato oltre 13 minuti. Jannik spinge a tutta, a volte troppo. Prova a variare, a venire avanti, a sorprendere il numero 1 del mondo con le smorzate. A trovare la via per aprire una breccia nelle certezze del leader della Serbia che questa partita la vuole vincere. Ma non sempre la palla corta è la soluzione migliore per togliersi dallo scambio e accorciare la sofferenza: chiedere a Matteo Arnaldi per conferma. Sinner, che salva una palla break, ne esce alla sua maniera, con un ace al ventesimo punto che è un messaggio anche al suo avversario: sono qui, e non arretro di un millimetro.
Italia's hero, @janniksin ????#DavisCupFinals pic.twitter.com/1LD2PYnVnh
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Da quell'anfiteatro chiuso che è il Palacio de Deportes Carpena che ospita il torneo, l'impianto dell'Unicaja intitolato al consigliere del Partito Popolare assassinato nel 2000 dall'ETA, salgono i cori "Italia! Italia!". Sinner li accontenta, i suoi tifosi, li esalta con punti da grande giocatore
?? Boom! #Sinnerpic.twitter.com/oil5UuA3I6
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Il match cresce di intensità e di qualità. Gli errori si fanno sempre più radi, i vincenti più frequenti. Nel quinto game Djokovic protesta perché Sinner, a suo dire, avrebbe chiesto la verifica del segno su una prima di Djokovic troppo tardi (la prima era buona, comunque). Il pubblico accoglie la protesta con fischi di disapprovazione. Ora i tifosi italiani provano a farsi sentire di più, a far valere il loro essere numericamente in maggioranza. Ma Sinner si incarta su una volée che ricorda quella mancata da Roddick contro Federer in finale a Wimbledon, tirata verso la riga esterna del corridoio con il campo vuoto. Djokovic trae energie dalle incertezze e dagli errori dei rivali, dalla sua capacità di portarli al limite, di forzarli a spezzare la corda.
Sinner sul filo della tensione cammina con la sicurezza di un acrobata, senza cadere. Da fondo fa grandi sforzi, in termini di energia spesa, riesce a reggere il pressing di Djokovic ma non sempre a prendere in mano il gioco. Il numero 1 del mondo lo mette nelle condizioni di reagire e adattarsi, e se servi per secondo come succede all'azzurro nel parziale decisivo, l'accumulo di pressione può appesantire.
?? What?#Sinner | #DavisCupFinalspic.twitter.com/u9h6A1SeSW
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Non è un caso se nel terzo set, in media, i turni di battuta di Sinner durano il doppio dei game di servizio di Djokovic. Ma non è un caso nemmeno se la partita, comunque, rimane sul filo. E' merito di un Sinner che la interpreta con la consapevolezza del campione, senza inferiorità o soggezione. Che gioca per vincere, e non per partecipare o per fare bella figura. Lo vedi da come cancella tre match point di fila al servizio, senza aspettare l'errore di Djokovic, sul 4-5 0-40. Delude i tifosi serbi che, con Nole a un punto dalla vittoria, esultano con una carota in mano con l'evidente desiderio di prendere in giro Jannik. A Djokovic resta il rimpianto del primo, per quel rovescio affossato non proprio da Djokovic: che perfino Nole abbia avvertito un po' di paura?
Sinner non si scompone, alza solo il pugnetto e esulta in maniera più misurata di quanto faccia il resto della squadra o del pubblico presente allo stadio.
Il livello di gioco è altissimo, l'aspettativa e la tensione montano. Soffre Dusan Lajovic, che come Djokovic c'era nel 2013, nel giorno dell'ultima finale in Davis della Serbia. Djokovic vinse due punti, Lajovic perse il singolare decisivo contro Radek Stepanek, il più vecchio a vincere il quinto singolare in due finali consecutive.
?? Sinner non molla e salva 3 match point! 5 - 5 al terzo set contro Djokovic! #DavisCupFinals pic.twitter.com/VAvUdDJJ0Z
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Ma chi cambia la storia della partita è Jannik, che si prende il contro-break con un passante che scatena il boato dei tifosi. Il rumore è assordante, altro che poca atmosfera in campo neutro. Il dj, forse per caso o forse no, mentre i tifosi agitano il tricolore, sceglie "Gloria". Così Sinner prepara un turno di battuta fondamentale mentre Umberto Tozzi canta di odio che entra e amore che esce, di nome Gloria. Come la gloria che Jannik va a conquistarsi, un centimetro alla volta. Un vincente alla volta. Un tifoso emozionato e fiero alla volta. Siamo ancora qua, a sognare la prima finale in Davis dal 1998.
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