Chiudi

-
Itf

Nadal e la Davis, storia di una lunga emozione - VIDEO

A 14 anni, Rafa Nadal reggeva la bandiera della Spagna che avrebbe vinto la prima finale di Coppa Davis della sua storia. Ventiquattro anni dopo, chiuderà in nazionale la sua carriera. Riviviamo i grandi momenti di Rafa in nazionale anche attraverso uno speciale video

di | 19 novembre 2024

20241119_GettyImages_1189809448.jpg

A 14 anni, Rafa Nadal reggeva la bandiera della Spagna che avrebbe vinto la prima finale di Coppa Davis della sua storia. Ventiquattro anni dopo, chiuderà in nazionale la sua carriera.

La sua prima finale la gioca nel 2004, a Siviglia, contro gli Stati Uniti. All'epoca è il giocatore con la più bassa classifica tra i convocati (numero 51) ma il capitano Jordi Arrese lo schiera a sorpresa contro il numero 2 del mondo Andy Roddick. A 18 anni e sei mesi Nadal si impone 67(6) 62 76(6) 62 ed è diventato il più giovane a vincere un match di singolare in finale di Davis. Sarà anche il più giovane a vincerla, la Davis, battendo per trenta giorni il precedente record di precocità che apparteneva all'australiano Pat Cash (1983).

CBFFBE08-2F77-436A-9B25-769BA362CC77
Play

Quattro anni dopo, nel 2008, Nadal aggiunge un altro record alla sua già lunga lista: è il primo spagnolo a chiudere una stagione da numero 1 del mondo. Ma dopo essere stato protagonista della vittoria in semifinale contro gli USA, salta la finale di Davis per infortunio.

Il maiorchino deve attendere altri dodici mesi per giocare la sua seconda finale con la maglia della nazionale. Se la Spagna arriva a giocarsi il titolo a dicembre, è merito anche suo che al primo turno contro la Serbia a Benidorm batte Janko Tipsarevic e Novak Djokovic.

Di fronte, nella sfida per il titolo a Barcellona c'è la Repubblica Ceca. Nadal dà il la battendo Tomas Berdych nel primo singolare, poi chiude il 5-0 contro Jan Hájek, nel primo match giocato a punteggio già acquisito nella sua carriera in Coppa Davis.

Resta comunque Siviglia il centro delle passioni, il teatro dei "momenti Nadal" in Coppa Davis. Qui, in un'arena provvisoria realizzata dentro lo Stadio Olimpico, si chiude il percorso della Roja nel 2011. Un percorso iniziato allo Spiroudome di Charleroi, contro il Belgio, con le vittorie su Ruben Bemelmans e Olivier Rochus, e proseguito in semifinale nella Plaza de Toros de los Califas a Cordoba: contro la Francia, Nadal vince sei set su sei, non lascia scampo a Richard Gasquet e Jo-Wilfried Tsonga. In finale, la Spagna sfida l'Argentina che spera di vendicare la sconfitta subita in casa a Mar del Plata nel 2008. Il duello più atteso è ovviamente quello tra Nadal e Juan Martin Del Potro, che l'ha battuto due anni prima nel cammino verso il suo primo titolo Slam allo US Open.

20241119_GettyImages_134855857.jpg

Nadal strapazza l’amico Juan Monaco che vince appena quattro game, poi Ferrer recupera due set di svantaggio e sfianca Del Potro al quinto. L’Argentina tiene la finale viva grazie al doppio: Nalbandian e Schwank sorprendono Lopez e Verdasco, che giocano un match leggermente al di sotto della attese. Si arriva dunque al match che tutti aspettano. Del Potro contro Nadal, e l’argentino vince il primo set.

Ma Nadal, che fino a quel momento ha perso una sola partita sulla terra al meglio dei cinque set, ribalta tutto e trionfa al quarto dopo un tiebreak vinto 7-0.

La Spagna non ha più raggiunto queste vette in Davis fino al 2019, la prima edizione con il nuovo formato. Fase a gironi successivi scontri a eliminazione diretta vanno tutti in scena alla Caja Magica di Madrid.

Rafa Nadal in Davis a Malaga

Rafa Nadal in Davis a Malaga

Dopo l’ultimo punto della finale Rafa Nadal, uomo non solo al comando, si stende sopra la scritta bianca "Davis" nell'area pitturata di grigio a fondo campo. Assapora una gioia da condividere, i compagni lo capiscono e lo raggiungono. Si stendono lì, insieme. Senza bisogno di parlare, perché in momenti così che altro vuoi dire se non hai capito già?
L'abbraccio con Roberto Bautista Agut, che ha lasciato la squadra dopo la morte del padre ma è tornato con l'ultimo treno da Castellon, ha assistito alla semifinale, giocato e vinto il primo singolare della finale, non ha bisogno di altre parole. Quella del 2019 è la Davis sua, ed è la Davis di Rafa. Più delle vittorie in singolare, in cui pure ha probabilmente offerto il miglior tennis indoor della sua storia recente, sono i doppi che fanno la differenza.

Nel quarto di finale con l'Argentina, c'è un momento all'inizio del terzo set che avvia uno spostamento d'aria, un flusso d'energia: è l'inizio del terzo set, la Spagna sta rischiando e Nadal alza le braccia, vuole volume, spinta, vuole il pubblico terzo uomo in campo. Scatta qualcosa, l'inevitabilità si palesa. In semifinale contro la Gran Bretagna vince quasi da solo. Feliciano Lopez è un comprimario, è l'amico che in conferenza stampa non riesce nemmeno a descriverlo: perché di un amico non è facile parlare, dice. Perché il suo valore per la squadra non si racconta con le parole. Vive di gesti, di abbracci, di presentimenti e gioie da condividere. Anche a Malaga, dove dirà addio al tennis e di vita ne inizierà una nuova.


    Non ci sono commenti