

Il tedesco si trova attualmente nell'accademia di Rafa Nadal, seguito in campo da Toni, che potrebbe unirsi presto al team. Non sarebbe la prima collaborazione con "esterni" di Zverev, sin da piccolo allenato dal padre
di Samuele Diodato | 14 luglio 2025
All’indomani della conclusione di Wimbledon, con la storica vittoria di Jannik Sinner, una grossa novità scuote il mondo del tennis. Alexander Zverev, n. 3 del mondo, si trova attualmente a Manacor, per alcune sedute di allenamento alla Rafa Nadal Academy. Fin qui, in sostanza, niente di strano, visto il grande numero di giocatori che spesso si vedono da quelle parti. La vera notizia, però, è che a supervisionare l’allenamento ci fosse Toni Nadal, storico coach e zio di Rafa, vincitore di 22 titoli dello Slam e ritiratosi ufficialmente lo scorso novembre.
Secondo quanto appreso, Zverev – che ha rinunciato alla partecipazione nell’ATP 250 di Gstaad, in programma in questa settimana – è arrivato nelle scorse ore a Manacor. In campo con lui c’erano Joan Bosch, uno dei coach dell’accademia, e – appunto – Toni Nadal. Il quale, secondo voci dalla Germania, potrebbe diventare prossimamente nuovo allenatore del 28enne di Amburgo.
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— Rafa Nadal Academy by Movistar (@rnadalacademy) July 14, 2025
Un’ipotesi che, senza il supporto dei video (apparsi sui social) che ritraggono i due uno di fianco all’altro in campo, potrebbe risultare del tutto campata in aria. Va da sé, però, che la curiosità – anche solo di saperne di più – sia tanta fra tutti gli appassionati. Con un piccolo dettaglio a rendere lo scenario ancora più affascinante: la scelta di Zverev, secondo le voci, potrebbe coinvolgere anche Rafa Nadal in qualità di consulente.
In attesa di eventuali annunci, o addirittura smentite, l’unica riflessione possibile è quella attorno al momento difficile di Zverev, reduce dalla sconfitta al primo turno di Wimbledon per mano di Arthur Rinderknech. “Mi sento molto solo in campo e nella vita in questo momento – aveva detto in conferenza stampa -. Mi manca gioia in tutto ciò che faccio”.
Attualmente allenato dal padre Alexander Sr. e dal fratello maggiore Mischa, Zverev ha già in passato provato ad affidarsi a figure esterne di alto calibro come Ivan Lendl, Sergi Bruguera, Juan Carlos Ferrero e David Ferrer, istaurando rapporti professionali che sono spesso durati molto poco, o per scarsa affinità (vedasi Ferrero che non ha mai lesinato critiche dopo la separazione) o per scelte condivise a causa di altri impegni, nonostante la stima (Ferrer).
Ad inizio 2025, in un’intervista a Tennis Magazin, lo stesso Zverev aveva strizzato l’occhio ad una possibile futura collaborazione con Boris Becker. E anche dopo Wimbledon, ha lasciato aperta la porta a possibili stravolgimenti con un laconico “non posso dire niente con certezza”.
Ogni considerazione su Toni Nadal è invece superflua, in un senso o nell’altro. Il curriculum, scritto per la maggior parte da dentro il box del nipote, seguito fino al 2017, non ha bisogno di presentazioni. Poi, però, lo spagnolo, oggi 64enne, ha fatto un passo indietro per smettere di viaggiare e dedicarsi a pieno titolo all’accademia, di cui è stato ufficialmente direttore fino al 2023.
Brevemente, però, si è rivisto anche nel circuito come consulente di Felix Auger-Aliassime, tra il 2021 ed il 2024. In particolare, ha seguito da vicino il canadese nei tornei in Europa. Nel box, lo si ricorda anche nel 2022, quando Auger-Aliassime ha raggiunto il suo best ranking di n. 6 al mondo, qualificandosi anche alle Finals. A Torino e al Roland Garros, curiosamente, il suo allievo si è trovato ad affrontare suo nipote (perdendo al quinto set a Parigi e vincendo la seconda volta), e Toni – per evidente conflitto di interessi – si è seduto vicino alla famiglia, e non nel box, libero di sostenere Rafa.
Per il resto, Toni ha seguito Auger-Aliassime da lontano. Uno scenario al quale potrebbe doversi adattare anche lo stesso Zverev, qualora il tutto dovesse essere confermato. E non si può negare che si tratterebbe di un segnale forte da parte del n. 3 al mondo, che dopo aver perso la finale all’Australian Open (contro Jannik Sinner), la terza in carriera in un major per lui, non è mai più riuscito ad esprimersi al meglio.
Puntando sempre a sfidare la supremazia negli Slam del duo chi gli sta davanti in classifica, ma riconoscendone al contempo la superiorità (Carlos Alcaraz l’aveva battuto all’ultimo atto del Roland Garros 2024) fino a perdere la fiducia in sé stesso. I cambiamenti sono l’unica ricetta di chi dimostra di crederci, giustamente, ancora. Toni, e l’ombra di Rafa come “mentore”, quindi intorno a lui una “storyline” tra le più sorprendenti del 2025.
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