Chiudi

-
Menù
Supertennis
Cerca
Atp

Vavassori: "2025 da otto. Con Bolelli vogliamo diventare i doppisti italiani più forti di sempre"

Il torinese fissa gli obiettivi per la parte finale di stagione: lo US Open e confermarsi tra le migliori otto coppie alle Nitto ATP Finals nella sua città

di | 29 luglio 2025

Andrea Vavassori alle Nitto ATP Finals (Foto Sposito/FITP)

Andrea Vavassori alle Nitto ATP Finals (Foto Sposito/FITP)

Da Washington destinazione Toronto. La stagione americana continua senza soluzione di continuità per Simone Bolelli e Andrea Vavassori, freschi vincitori del quarto torneo del 2025. Per loro non c'è tempo di festeggiare, che il Masters 1000 canadese richiede la massima concentrazione. Con Vavassori facciamo il bilancio della prima parte dell'anno.                                                                                                      

Andrea, vogliamo dare un voto a questa stagione?
“Beh, diciamo sette e mezzo? Stiamo confermano la scorsa stagione, che era stata molto positiva. Ma abbiamo ancora molti tornei da giocare e il voto può salire. Aspetta che chiedo a Simone: “Ehi, che voto dai al 2025? Otto?”. Ok, andiamo verso l’otto allora: lui è più generoso…”.

La saggezza di Bolelli… ma volevo chiedere: questo vostro doppio che messaggi manda al mondo degli appassionati?
“Beh, una cosa che ci fa piacere, di questi due anni e mezzo che giochiamo insieme, è il sostegno ricevuto. I tanti commenti, i messaggi positivi. L’altro giorno un tuo collega, che è anche un caro amico, mi diceva come sia incredibile la percezione di normalità nel vederci vincere questi tornei. Ecco, tutto questo è bello da vedere, e speriamo che ci sia una generazione di giovani che, vedendo questi risultati, abbia voglia di giocare il doppio”.

Bolelli e Vavassori, le loro storie

Bolelli e Vavassori, le loro storie

Ma vogliamo certificare le difficoltà del doppio?
“Parliamo di una disciplina diversa, dove bisogna avere peculiarità specifiche, fare degli allenamenti specifici, una disciplina che richiede reazioni rapide a rete, e poi fare tanto servizio/risposta: sono le doti principali. Poi ci sono altre variabili: si costruisce un rapporto di coppia, di team, dove devi valorizzare il tuo compagno, dargli fiducia, trascinarlo nei momenti complicati. Insomma, è un rapporto che va oltre il campo, con la condivisione delle sconfitte”.

E del Vavassori singolarista che diciamo?
“Sicuramente il singolo è più chiuso. Ho provato a dare una zampata, a Rotterdam e poi in Bahrain, e se guadiamo la classifica sono ancora vivo ma con il cambio delle regole, con i Masters 1000 su due settimane ci sono molti Challenger in meno, meno partite a disposizione. Ho provato a Washington, ma non lo facevo da tempo. Quindi sarà più difficile anche se mi divertirò giocarlo, perché il singolare mi aiuta nel doppio”.

Andrea Vavassori (Getty)

Andrea Vavassori (Getty)

Le soddisfazioni del doppio aiutano, e meno match magari allungano anche la carriera, pensando all’usura del fisico.
“Il doppio è importantissimo. Il nostro obbiettivo è diventare i doppisti italiani più forti di sempre. Stiamo spingendo in quella direzione, stiamo entrando in questo discorso anche se nel passato ci sono stati doppisti importanti da cui prendiamo esempio. Lo sappiamo, e ci proviamo, come anche il voler far avvicinare i giovani alla disciplina. È una sfida bella e divertente. Poi io ho anche il doppio misto con Sara Errani, e insomma vorrei vincere tutto quello che è possibile”.

Bravo a non nascondersi. Torniamo a Simone: ci sono stati momenti difficili?
“Uno dei momenti più duri lo abbiamo vissuto proprio quest’anno, quando abbiamo infilato una serie di primi turni, Montecarlo-Madrid-Roma. Poi, se le analizzi, sono state partite perse per un nulla. Però dubbi tra noi mai, conosciamo il nostro valore e le critiche non ci pesano. Sappiamo che il lavoro da fare è lungo, come il percorso che abbiamo deciso di intraprendere. In campo ci adoperiamo e cerchiamo di farlo nella maniera migliore. E infatti il lavoro poi ha pagato. Stiamo dimostrando di essere tra le prime coppie del mondo. Bisogna credere nel processo”.

Cosa vi siete “regalati” nel vostro rapporto?
“L’uno all’altro? Io ho dato energia a Simone, anche emotivamente e lo si vede in campo. Ne abbiamo parlato, e Simone è felice di questo. Lui invece mi ha dato i risultati che non avevo mai raggiunto, e mi ha anche aiutato a gestire questi momenti. Un fattore importante”.

E adesso? Qual è il sogno impossibile?
“Penso che niente è impossibile per noi, anche se tutto è difficile perché parliamo di tornei difficili, che sognavamo. Oggi entriamo in campo sapendo di giocarci le partite con consapevolezza, match dopo match. Anche da favoriti, ed è una bella sensazione. Il calendario offre appuntamenti importanti, con uno Slam come gli US Open, quattro Masters 1000 e le Nitto Atp Finals di Torino. Sono gli obiettivi che abbiamo nel mirino. Ma non dobbiamo avere fretta, senza avere ansia di fare risultati. E se cresce il gioco…. certo, per me Torino è qualcosa di super, essendo la mia città, ma la ‘mission’ è riconfermarci tra i primi otto e far parte della squadra di Coppa Davis”.

Immagine banner

    Non ci sono commenti