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Ferrero: "Battere Sinner era l'obiettivo di Alcaraz allo US Open"

Il coach di Carlos Alcaraz commenta la vittoria dello spagnolo allo US Open 2025

09 settembre 2025

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Jannik Sinner rimane un punto di riferimento per Carlos Alcaraz. "Abbiamo rivisto un po’ le finali del Roland Garros e di Wimbledon. Abbiamo cercato di individuare quei piccoli dettagli su cui possiamo migliorare per le prossime partite contro Jannik. Durante lo US Open ci siamo allenati per 15 giorni molto concentrati su quei dettagli da migliorare contro di lui. E Carlos ha capito cosa deve migliorare tanto, e io ero molto focalizzato su quello". Parola di Juan Carlos Ferrero, coach dello spagnolo, che ha vinto il terzo atto nelle finali Slam 2025 contro Sinner ed è tornato numero 1 del mondo. Ferrero non ha però voluto fornire troppi dettagli. "Non posso, sicuramente Simone [Vagnozzi] lo verrebbe a sapere!" ha detto con un sorriso. Ma è una battuta che nasconde un bel po' di verità.

Dalle parole di Ferrero, arrivato a sua volta alla posizione di numero 1 ATP dopo lo US Open del 2003, emerge l'evoluzione di Alcaraz. Siamo però lontani dall'idea di una rivoluzione. "Non sta cambiando molte cose. Penso che stia crescendo. È il normale corso della vita - ha detto - Abbiamo molto chiaro su cosa deve migliorare sia dentro che fuori dal campo, e credo che ora sia più maturo e consapevole del fatto che queste sono cose su cui può lavorare molto meglio per il futuro".

Carlos Alcaraz abbraccia Juan Carlos Ferrero dopo la vittoria allo US Open 2025 (Foto USTA)

Carlos Alcaraz abbraccia Juan Carlos Ferrero dopo la vittoria allo US Open 2025 (Foto USTA)

Dal punto di vista tecnico, uno degli elementi che spicca è la continuità al servizio. "Lo scorso dicembre abbiamo deciso di cambiare un po’ il movimento del servizio. Sapevamo che ci sarebbe voluto del tempo per lavorarci in campo. Credo che questo sia il momento in cui i progressi si vedono di più. Il servizio è stato una delle chiavi per vincere il titolo a Cincinnati e allo US Open.

Il suo tennis funziona meglio quanto più si diverte in campo. E questa leggerezza traspare dal suo modo di giocare. "L'ho notato già quando forse l’ho visto per la prima volta — penso avesse 12 o 13 anni. Si vedeva sempre il sorriso sul suo volto, tranne quando si arrabbiava in campo. Ma per il resto del tempo, si divertiva sempre. Anche noi , quando prova certi colpi o certi tipi di performance, gli diciamo che deve sempre cercare di divertirsi in campo. Il suo stile di gioco rende tutto un po’ più facile rispetto ad altri".

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