

La polacca torna a parlare della sospensione inflittale dall'ITIA e su un eventuale appello da parte della Wada: "Non ho alcuna influenza su quel che potrà accadere"
27 dicembre 2024
La United Cup per Iga Swiatek sarà il terzo evento - dopo le Wta Finals di Riyadh e le BJK Cup Finals di Malaga - in cui sarà chiamata a competere dopo la squalifica di un mese comminatale lo scorso autunno per esser risultata positiva alla trimetazidina (TMZ) in occasione di un controllo al di fuori delle competizioni ad agosto del 2024. L'occasione per fare il punto su quanto accaduto in quei giorni, sulle modalità con cui si è svolto il processo e sulle reazioni cui è andata incontro una volta diffusa la notizia della sua positività.
"Credo di aver ricevuto risposte più positive di quel che pensassi - ha dichiarato Iga di fronte ai microfoni nel media day dedicato alla Polonia in United Cup - La gente, la maggior parte della gente, e chi ha letto i documenti e sa come funziona questo sistema, ha capito che non ho alcuna colpa né alcuna influenza su quel che sta accadendo. Cerco di andare avanti e concentrarmi sulla mia vita preparando al meglio la prossima stagione. E' la cosa migliore che si possa fare in casi come questo. In Polonia ho ricevuto molto sostegno. Non poter giocare in Cina senza dir niente a nessuno non è stato facile. Avevo paura che una volta uscita la notizia molta gente mi voltasse le spalle, ma così non è stato ed è stato molto bello".
Sulla chiusura definitiva della vicenda penda ancora la possibilità di un appello inoltrato dalla Wada. Una circostanza alla quale la polacca non vuole però pensare, dicendosi certa di aver già scontato quel che c'era da scontare: "A nostro avviso non c'è ragione per inoltrare alcun appello: ho saltato tre tornei, sono stata sospesa e ho perso il n.1 del ranking. So come funziona la procedura e ho fornito qualsiasi tipo di prova a mio sostegno. Capisco bene che se non si conoscono certi aspetti e certe regole questo processo potrebbe sembrare molto astratto per certi versi e difficile da comprendere. Non mi aspetto alcun appello dalla Wada né ho alcuna influenza su quel che potrà accadere. Quel che posso dire pensando a come si è svolta l'intera vicenda e al trattamento che ho ricevuto, è che tutto si è svolto in maniera corretta. Io sono riuscita a risalire alla fonte velocemente ed è per questo che tutto si è concluso in maniera altrettanto veloce. Ho saltato dei tornei, sono stata multata - seppur poco e in maniera simbolica - ma adesso è tutto finito. Il processo si è svolto in modo corretto, mi fido dell'ITIA e confido che in futuro tratteranno altri casi alla stessa maniera".
Non resta quindi che ricordare quanto duri siano stati i giorni della sospensione, quelli contraddistinti dal silenzio che hanno preceduto la diffusione della notizia. Con la speranza ora che anche in futuro gli altri eventuali casi di doping possano esser gestiti con la medesima discrezione: "Certo, mentalmente è stata dura, ho fatto tanti pensieri, ma ho ricevuto sostegno e forza sufficienti dalle persone intorno a me per poter tornare. Una breve sospensione è cosa diversa dal riceverne una più lunga, non si possono paragonare queste due cose e posso solo immaginare quanto sia più duro e complicato per ogni giocatore affrontare un caso simile".
Non ci sono commenti