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Sinner cerca imprevedibilità: cosa può cambiare con Alcaraz

Sinner studia un approccio diverso contro Alcaraz. I dati, nel frattempo, esaltano la sua grande regolarità, anche se negli scontri con lo spagnolo lo scenario è differente

di | 10 settembre 2025

Sinner esegue un dritto (Getty Images)

Sinner esegue un dritto (Getty Images)

Accettare la sconfitta, ma senza rassegnarsi ad essa. Anzi ripartire da quel pizzico di amarezza per rimettersi all’opera, con le stesse ambizioni di sempre. È questo il messaggio che Jannik Sinner ha lanciato dopo la sconfitta in finale allo US Open per mano di Carlos Alcaraz. “Sono stato prevedibile. Lui ha mischiato di più le carte, perché questo fa parte del suo stile di gioco. Ora sta a me fare dei cambiamenti, è un aspetto su cui lavoreremo certamente”, ha detto senza mezzi termini.

Non è un segreto, d’altronde, che lo spagnolo – nonostante i suoi 22 anni d’età – possa vantare un repertorio estremamente ampio. La novità, però, è senz’altro la percezione avuta da Sinner, con la tante volte citata varietà di gioco che è stata secondo l’azzurro la discriminante principale nel marcare il divario tra i due rivali a New York.

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E venuti meno i suoi punti di forza, in un scontro senza sosta con Alcaraz, ora Sinner sente la necessità effettuare degli aggiustamenti. Non una rivoluzione, ma un lavoro mirato, simile a quello che il tennista classe 2003 di Murcia ha ammesso di aver fatto dopo la sconfitta rimediata nella finale di Wimbledon.

Su quali potrebbero essere i dettagli sotto la lente d’ingrandimento di Sinner e il suo staff, spunti importanti li offrono i dati raccolti da Tennis Data Innovations ed elaborati da TennisViz, che si concentrano i particolare su due aspetti – o più propriamente due numeri – del gioco di Sinner, di cui uno strettamente legato ai match con Alcaraz.

Secondo i dati, infatti, nelle ultime 52 settimane, l’altoatesino guida la classifica per quanto riguarda la percentuale di “core shots”, ovvero i colpi in top spin eseguiti negli scambi da fondo campo. Sinner è primo, quindi, con l’88,3%, mentre tra gli altri giocatori di spicco la top 10 di questa graduatoria include anche il n. 4 al mondo Taylor Fritz (ottavo con l’84,5%).

Questo basta a definire il gioco di Sinner come “prevedibile”? Non esattamente, data l’efficienza con cui il piano partita viene svolto. La differenza, però, sta tutta negli scontri diretti con Alcaraz, che intanto è tornato in vetta alla classifica mondiale dopo quasi due anni.

Sempre guardando alle ultime 52 settimane, i dati prendono ad esempio in esame il rendimento del dritto incrociato del n. 2 al mondo. L’80,6% di essi finisce in campo, con una percentuale di punti vinti sulla diagonale che tocca il 48,5%. Ma contro Alcaraz lo scenario è diverso: i dritti in campo sono al 75,4% (-4,2%), e i punti vinti sulla diagonale scendono addirittura al 40,6% (-7,9%).

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Ogni match fa ovviamente storia a sé, ed è vero che molto spesso tra Sinner e Alcaraz tutto si gioca su pochi punti, ma la tendenza è chiara. E il campione di Sesto Pusteria ha percepito appunto tale differenza. Per sovvertire i dati – in particolar modo quello sulla diagonale destra – serve quindi cambiare le cose. Testandole forse già in questo finale di stagione, mentre la sua programmazione si è arricchita della tappa all'ATP 500 di Vienna.

Da un lato, come detto, c’è l’efficienza dei suoi “core shots”, che può variare, anche in meglio, di partita in partita. Dall’altra, invece, cambiare la propria identità, adattare il proprio stile di gioco all’avversario eseguendo colpi differenti è una delle possibilità di Sinner per provare a riscrivere nuovamente gli equilibri in quella componente del gioco.

È la rivalità stessa, d’altronde, a stimolare i due dominatori del circuito. Alcaraz ha lavorato per lasciarsi alle spalle Wimbledon e ora tocca a Sinner, a prescindere dalle possibilità limitate di poter sognare un controsorpasso. “So che modificherà qualcosa – ha detto lucidamente l’iberico – ma mi farò trovare pronto”. Per un confronto a tutto tondo che passa anche dalla sicurezza in sé stessi e dalla consapevolezza di chi si ha di fronte. Una partita a scacchi che procede anche a distanza, almeno fino al prossimo scontro.

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