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Mattia Bellucci ha stupito tutti, anche Alcaraz: "L'Italia fa un ottimo lavoro, merita un top 100 così"

Conosciamo meglio il 23enne di Busto Arsizio che ha sorpreso Medvedev e Tsitsipas e raggiunto a Rotterdam la sua prima semifinale ATP

di | 08 febbraio 2025

Bellucci stringe il pugno (Profilo X @abnamroopen)

Bellucci stringe il pugno (Profilo X @abnamroopen)

A Rotterdam, Mattia Bellucci ha vissuto una settimana che non si dimentica. Una settimana che ripaga di ogni scelta. Ha battuto Daniil Medvedev e Stefanos Tsitsipas, le sue prime vittorie contro Top 20, e raggiunto la prima semifinale ATP. 

Anche Carlos Alcaraz ha apprezzato il suo stile. "Credo sia un’ottima cosa per il tennis vedere nuovi volti" ha detto. "L'Italia si stia facendo un ottimo lavoro nel tennis, si merita di avere un giocatore del genere tra i primi 100 del ranking"

La sua non è la storia classica di chi fin da bambino scopre una vocazione. Sono pezzi di vita che diventano viaggio. Ha iniziato fin da piccolo con il padre Fabrizio che non ha mai avuto una carriera professionistica ma il tennis l'ha sempre insegnato, oltre che praticato. Fino ai 18 anni ha studiato al liceo linguistico “Fermi” a Castellanza, dove aveva l’obbligo di frequenza. I professori e l’istituto mi venivano incontro con il programma ma non poteva certo assentarmi a lungo. 

Si allenava nel circolo dove insegnava suo padre ma giocava un torneo junior internazionale ogni mese e mezzo. Per questo ha deciso presto di saltare il circuito junior e passare direttamente ai tornei professionistici, come ha raccontato nel libro "Diventare Sinner" pubblicato da Giunti in collaborazione con la FITP. Al secondo torneo, ha preso i primi punti ATP.

Ma, come ha detto nel libro, "mi ci sono voluti altri tre anni di “vagabondaggio” prima di individuare il team giusto per me, la MXP Tennis un Accademia che opera sui campi del Quanta Village di Milano con Fabio Chiappini come direttore tecnico”. Chiappini è ancora accanto a lui, ad esultare ad ogni servizio slice, ad ogni volée in controtempo, anche contro un ex numero 1 del mondo come Medvedev. "Con lui abbiamo fatto un grande lavoro, mi ha fatto capire che a volte in campo penso troppo, mi ha incoraggiato a giocare più libero" ha detto a Rotterdam.

L'inizio dell'ascesa: le prime vittorie Challenger

Le scelte pagano. Bellucci vince il primo ITF nel 2021, l'M15 di Monastir. Nel 2022 ne aggiunge altri cinque e soprattutto due Challenger in due settimane consecutive: a Saint-Tropez in finale su Matteo Arnaldi e a Vilnius in finale sul turco Cem Ilkel a cui salva due match point. E' diventato il più giovane italiano a vincere due Challenger consecutivi dai tempi di Stefano Pescosolido a Roma Parioli e Oporto nel 1991.

Nel 2023 si qualifica per l'Australian Open, il suo primo Slam in tabellone principale, e festeggia a settembre il terzo titolo Challenger a Cassis, prima di perdere per la prima volta una finale in questo circuito, a Malaga. La sconfitta chiude un anno di alti e bassi ma fa da preludio a un 2024 da rivelazione. Bellucci infatti si qualifica per il main draw al Roland Garros e a Wimbledon. In entrambi i casi cede contro top player statunitensi, Frances Tiafoe e Ben Shelton, sempre dopo essere stato avanti due set a uno.

Ad agosto vince le prime partite nel circuito maggiore all'ATP 250 di Atlanta, dove si ferma ai quarti di finale contro il francese Arthur Rinderknech. Raggiunge poi il secondo turno all'ATP 500 di Washington e la finale al Challenger di Cary, persa contro Roman Safiullin dopo aver mancato due match point. Sale alla posizione numero 101 nel ranking ATP.

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La prima vittoria Slam e la Top 100

Allo US Open si è preso con merito il centro della scena e conquistato un successo da grande giocatore contro Stan Wawrinka, campione a Flushing Meadows nel 2016. Ha firmato così la sua prima vittoria Slam. Nonostante la successiva eliminazione al secondo turno, l'ascesa continua. Arriva al secondo turno a Hazhou, supera le qualificazioni a Tokyo e Shanghai, poi torna le circuito Challenger. La finale a Olbia e la semifinale a Kobe lo proiettano per la prima volta in Top 100. E non è finita qui.

Virtualmente numero 68 del mondo grazie prima semifinale ATP, Bellucci si è confermato "un incanto, Sia per come gioca, con un repertorio classico e votato alla fantasia tipica dei mancini. Sia per come pensa", come ha scritto ha scritto Christian Sonzogni su SuperTennis.

 "Gli fai una domanda che molti liquiderebbero con un sì o con un no, e lui comincia ad avventurarsi in pensieri per nulla banali, rispettando perfettamente – in questo – ciò che vediamo sul campo. Ecco: Mattia Bellucci spiegato in poche parole è l'antitesi della banalità. O se vogliamo l'antitesi del conformismo. In un mondo (anche quello del tennis) che cerca semplicità e sostanza, lui si è costruito puntando su complessità e immaginazione. Se l'altro ha più potenza di te, è più alto e più robusto, puoi sempre trovare un modo per metterlo in crisi". Chiedere a Medvedev, costretto a incassare serve and volley a profusione e perfino un servizio da sotto, per credere. O a Tsitsipas, impossibilitato a contrastare il suo tennis pieno di lampi di genio.

La passione per Nadal e i tatuaggi

L'esigenza di esprimere la sua vena creativa non si limita al campo. Tifoso di Nadal, appassionato anche del tocco artistico di John McEnroe, Bellucci è un amante dei tatuaggi. Al suo esordio nel main draw di uno Slam, l'Australian Open 2023, "si lega ad esempio l'immagine di un ragazzino, berretto con la visiera e sneakers ai piedi, che spicca il volo attaccato a un palloncino, sopra una piccola folla di mani tese verso l’alto, non sappiamo se protese a cercare di afferrarlo o inneggianti alla sua ascesa" raccontava Enzo Anderloni su SuperTennis. Un'immagine tatuata sul fianco sinistro, sotto il braccio. Altri ne sono arrivati dopo, di tatuaggi. E a quanto pare altri se ne aggiungeranno, per segnare momenti ed emozioni impossibili da dimenticare. Come il suo stile e il suo tennis.


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