Matteo Gigante affronterà il numero 4 del mondo a Indian Wells: è la partita di maggior prestigio che abbia giocato finora in carriera
di Alessandro Mastroluca | 08 marzo 2025
Comunque vada, Matteo Gigante difficilmente dimenticherà questa giornata. Alle 20 ora italiana giocherà il match di maggior prestigio della sua carriera, a Indian Wells contro il campione dell'edizione 2022, il numero 4 del mondo Taylor Fritz. Numero 217 del mondo, virtualmente 183 secondo le proiezioni live del ranking ATP, il romano aveva giocato una sola partita sul duro nel circuito maggiore prima di questo torneo. Il suo percorso nel primo Masters 1000 è iniziato dalle qualificazioni ed è proseguito al primo turno con la vittoria contro l'argentino Sebastian Baez, numero 34 del mondo, la sua prima in carriera contro un Top 50. "E' stata la mia prima vittoria ATP sul duro, la seconda in assoluto dopo quella contro il mio amico Giulio Zeppieri a Roma. E' curioso, ho ottenuto in tornei Masters 1000 le mie uniche due vittorie nel circuito maggiore" ha detto all'ATP.
Quel successo su Zeppieri, spiegava a SuperTennis nel 2024, "è il momento che conservo più impresso nella mia memoria anche perché, quando la prima partita vinta a livello Atp arriva in un Masters 1000 e per di più a Roma, è difficile desiderare di più”.
Al Foro Italico, aggiungeva, "quando mi ci portavano da piccolino, non ero molto interessato alle partite. Mi piaceva girare e curiosare tra gli stand del villaggio. C’era un solo giocatore che mi faceva correre sugli spalti: Rafa Nadal”. Mancino come lui, il maiorchino ha sempre ispirato Gigante, che provava poi a imitare il giorno dopo in allenamento quello che vedeva fare al campione più vincente di sempre sulla terra rossa.
Nel 2021, proprio per questa sua caratteristica, Novak Djokovic gli ha chiesto di fargli da sparring in riscaldamento prima di affrontare Nadal in finale agli Internazionali BNL d'Italia. "Ho giocato con Novak sul Centrale prima della finale contro Rafa. E' stato speciale e lui era molto concentrato. Mi sono divertito molto" ha raccontato all'ATP. Nadal avrebbe poi vinto la finale in tre set.
Innamorato del tennis fin da piccolissimo, cresciuto di fatto all’Eschilo 2, il circolo dove si è allenato per 16 anni con il primo coach Alessandro Galli, ha sviluppato una forte amicizia con Flavio Cobolli. "Ci siamo incontrati la prima volta in piccoli tornei a Roma, avevamo cinque o sei anni. Flavio è rimasto sempre lo stesso, è come un fratello per me". Li divide solo la fede calcistica, motivo di animate eterne discussioni: Cobolli è romanista doc, Gigante invece tifa Juventus.
Cobolli, arrivato fino alla Top 30, rappresenta un'ispirazione per Gigante, che ha toccato un best ranking di numero 132 nel giugno del 2024. Nella seconda parte della scorsa stagione ha sofferto le conseguenze della mononucleosi. "Con le difese immunitarie praticamente a zero, più volte in questi mesi ho sofferto di febbre [o] tonsillite. Ma in generale, basta un piccolo raffreddore per mandarmi ko” raccontava a SuperTennis a ottobre del 2024, tracciando il bilancio di una stagione conclusa con due titoli Challenger, a Tenerife-2 e Nonthamburi-3 terzo e quarto della sua carriera, dopo quelli a sempre a Tenerife e a Cordenons nel 2023.
Quest'anno è cambiato tanto per Gigante. Con il coach Marco Gulisano ha svolto una preparazione ambiziosa come mai prima, ha raccontato durante l'Australian Open a SuperTennis.
Ha avuto poi la possibilità di partecipare alla United Cup con la squadra italiana e all'Australian Open si è qualificato per la prima volta in uno Slam. All'esordio in main draw in un major, è uscito sconfitto ma tra gli applausi del pubblico presente sulla John Cain Arena dopo la bella lotta contro l'allora n. 15 del mondo Ugo Humbert. “Torno a casa con tanta consapevolezza in più - diceva allora dopo il match - Questa partita la ricorderò a vita perché è stato il mio debutto in uno Slam e non avevo mai giocato in uno stadio così grande. Lo scorso anno ho giocato sul Pietrangeli ma questo è il triplo…. Mi sono divertito e poi posso dire di aver fatto una partita alla pari, e a tratti anche superiore, con un numero 15 del mondo. Sono contento ma c’è ancora tanto da lavorare. Se giocherò sempre più spesso partite di questo livello migliorerò anche io”.