Andrea Gaudenzi racconta la sua visione del futuro dell'ATP, l'importanza dei Masters 1000 estesi su 12 giorni, i possibili scenari su calendario e ranking
17 agosto 2025
L’ATP ha annunciato che distribuirà 18,3 milioni di dollari ai giocatori attraverso il profit sharing relativo alla stagione 2024 dell’ATP Tour. Introdotto per la prima volta nel 2022, il profit sharing è un elemento centrale del piano strategico OneVision dell’ATP, pensato per allineare gli interessi finanziari di giocatori e tornei. I 18,3 milioni di dollari, 2,7 volte più di quanto distribuito nella stagione precedente, andranno ai giocatori in base ai risultati ottenuti nei Masters 1000 del 2024.
"Il solo fatto di avere un sistema di profit sharing è un segnale di un ecosistema sano e in crescita. E non riguarda solo i giocatori: è anche un chiaro indicatore del buon andamento dei tornei. Siamo solo al terzo anno di profit sharing, e 18,3 milioni è una cifra considerevole" ha dichiarato il presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi, che ha raccontato la sua visione sul sito dell'associazione. "Quello che mi entusiasma di più, però, è il potenziale di crescita futura. Siamo solo all’inizio. Con le giuste basi – formati ampliati, infrastrutture migliori – stiamo sbloccando nuovi livelli di investimento, come ha dimostrato Cincinnati quest’anno. Sono certo che il profit sharing, insieme all’espansione dei tornei, sarà visto come un cambiamento epocale".
Presentazione Nitto ATP Finals 2024: il Presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi (foto Sposito/FITP)
In questo percorso di cambiamento rientra l'allargamento dei Masters 1000 a dodici giorni. L'ultimo in ordine di tempo a passare al nuovo format è il Cincinnati Open, che si concluderà lunedì, disputato per la prima volta nel format esteso. "Il passaggio a un formato di 12 giorni ha dato ai tornei il tempo, la stabilità e la fiducia per pensare in grande — e quanto sta accadendo a Cincinnati ne è l’esempio perfetto. Hanno intrapreso un progetto di riqualificazione da 260 milioni di dollari, in più fasi, che migliorerà ogni aspetto dell’evento. E non sono solo miglioramenti estetici. I ricavi generati da queste migliorie vanno direttamente ai giocatori grazie al modello di profit sharing. È esattamente il tipo di investimento strutturale di lungo termine di cui ha bisogno il nostro sport — e che è stato possibile solo grazie al nuovo formato".
Il formato ampliato, ha aggiunto Gaudenzi, "richiede più tempo in loco, ed è una considerazione importante. Ma permette anche di sbloccare il potenziale di guadagno necessario per far crescere l’intero Tour. Riforme come queste sono state discusse a lungo, con il Players' Council e il Board, per diversi anni. Uno dei nostri obiettivi strategici è aumentare i guadagni per un numero maggiore di giocatori. Lo stiamo facendo ampliando il fondo pensione (da 165 a 300 giocatori), raddoppiando il montepremi nei Challenger dal 2022 a oggi. E lo facciamo anche con grandi eventi, grandi palcoscenici e tabelloni più ampi, che sono il motore commerciale dello sport. Basta vedere cosa sta succedendo: bonus record, progetti infrastrutturali da centinaia di milioni a Roma, Madrid, Shanghai, Cincinnati. Nulla di tutto ciò sarebbe possibile senza la finestra di 12 giorni. Ha permesso agli organizzatori di reinvestire e ha reso possibile una ripartizione 50/50 degli utili".
Secondo Gaudenzi, a questo modello bisogna dare "cinque o dieci anni. Credo che i Masters 1000 cresceranno esponenzialmente sotto ogni punto di vista. Guarderemo indietro a questa decisione come alla base di quel cambiamento".
Diversi top player si sono lamentati per l'estensione dei Masters 1000 e la lunghezza del calendario con poche settimane tra la fine di una stagione e l'inizio della successiva. "In molti sport c’è una tendenza chiara verso un aumento delle competizioni — basta guardare al calcio, con il Mondiale per Club ampliato lanciato quest’estate. Il nostro calendario è complesso. La stagione è lunga e raggiungere la fase finale ogni settimana è molto impegnativo. Ma è anche uno sport individuale: un giocatore può uscire al primo turno, un altro può vincere il titolo. Trovare una soluzione che funzioni per entrambi non è facile, e non si può costruire un calendario pensando solo a un’unica categoria di giocatori. Tutti i gruppi devono essere considerati" ha detto Gaudenzi, che a dicembre 2024 sottolineava con orgoglio l'aumento dei montepremi complessivi dei Challenger.
Garantire una off-season più lunga, ha aggiunto, rimane un obiettivo dell'ATP. "Il giusto riposo fa bene a tutti — giocatori, fan, e alla qualità della competizione. Ma non possiamo agire da soli. I tornei sono proprietari delle loro licenze, e ogni cambiamento strutturale richiede allineamento. Stiamo discutendo attivamente e sono ottimista sulla direzione che stiamo prendendo".
Il presidente dell'ATP sottolinea una serie di aspetti da tenere in considerazione quando si analizza il calendario del tennis maschile e le direzioni di riforma. Intanto, ha detto Gaudenzi, "i giocatori scelgono il proprio calendario. È una libertà rara nello sport professionistico". I tennisti infatti non sono dipendenti dell'ATP, ma liberi professionisti.
"I dipendenti hanno più stabilità, ma molta meno flessibilità. E ovviamente, la stabilità dei dipendenti viene meno in caso di scioperi o lockout. I lavoratori autonomi hanno la libertà di scegliere dove giocare, costruire il proprio team, monetizzare il proprio brand e guadagnare fuori dal Tour. Come lavoratore autonomo non sei legato al Tour come un giocatore NBA o NFL lo è a un contratto collettivo. Se non vuoi giocare un torneo, non devi. Allo stesso tempo, il Tour ha creato tutele per i giocatori simili a quelle del lavoro dipendente: pensione, garanzia Baseline per i Top 250. In altre parole, i giocatori mantengono il controllo (calendario, sponsorizzazioni, esibizioni) e godono anche di molte sicurezze. Inoltre, hanno voce in capitolo nelle decisioni del Tour tramite i rappresentanti dei giocatori che compongono il 50% del Board. Questa combinazione è rara nello sport professionistico".
Inoltre l’ATP non controlla l’intero calendario. "Dobbiamo coordinarci con gli Slam, la Coppa Davis e altre date fisse. Ed è proprio per questo che OneVision propone un modello di governance unificata — per riunire tutte le parti in gioco e prendere decisioni coerenti e a livello di sport globale".
Gaudenzi ha annunciato anche che dall'anno prossimo il ranking ATP sarà basato sui migliori 18 risultati nelle ultime 52 settimane, e non più 19 come ora. "L’elenco dei tornei obbligatori include ancora otto Masters. Non credo che sia eccessivo. Quegli eventi di punta danno struttura alla stagione e generano i ricavi che ora tornano ai giocatori — con premi record, bonus crescenti e profit sharing - ha detto -. Sono anche i pilastri del racconto stagionale per i fan. Il nostro compito è garantire che i tornei più grandi siano solidi e affidabili".
Jannik Sinner premiato come numero 1 ATP. A sinistra Boris Becker, a destra il presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi (Foto Sposito/FITP)
I giocatori, aggiunge, "devono anche adattarsi ai cambiamenti. L’espansione di alcuni Masters 1000 equivale a circa 15 giorni extra in loco durante la stagione. Questi giorni devono essere considerati nella pianificazione, e logicamente i giocatori dovranno ridurre gli impegni in altre aree".
Certo, d'altra parte molti top player prendono parte ad esibizioni spesso molto ben remunerate come il Six Grand Slam in Arabia Saudita, che si giocherà per il secondo anno consecutivo in autunno e vedrà il ritorno in campo di Jannik Sinner, vincitore l'anno scorso. "Le esibizioni offrono ai giocatori un altro modo per guadagnare, ed è parte della libertà di essere lavoratori autonomi. Non ho nulla contro il concetto. Ma dobbiamo essere onesti: le esibizioni avvantaggiano solo una piccola parte di giocatori. Non assegnano punti, non reinvestono nell’ecosistema, e non supportano la base più ampia di giocatori che dipendono dagli eventi del Tour per vivere - ha concluso Gaudenzi -. Ecco perché il nostro focus deve restare sugli eventi ATP".