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Djokovic, il 100° titolo arriva a Ginevra! Battuto Hurkacz in tre set

La cronaca della finale dell'ATP 250 di Ginevra che ha consegnato a Djokovic lo storico 100° titolo ATP della sua carriera. Sconfitto Hurkacz, che si era trovato avanti di un break nel terzo set. Djokovic diventa anche il primo tennista a vincere almeno un titolo in 20 stagioni differenti

di | 24 maggio 2025

Djokovic con il trofeo di Ginevra (Foto x ATP Tour)

Djokovic con il trofeo di Ginevra (Foto x ATP Tour)

Novak Djokovic, il luogo del destino è Ginerva. Al termine di una splendida finale durata tre ore e cinque minuti, il serbo, n. 6 del mondo, ha battuto Hubert Hurkacz (n. 31) col punteggio di 57 76(2) 76(2), conquistando così il 100esimo titolo della sua straordinaria carriera. Nella storia, è soltanto il terzo uomo a riuscirci dopo Jimmy Connors (109) e Roger Federer (103). La storia, però, si scrive anche con i suoi record di continuità, e Djokovic, vincendo il Gonet Geneva Open (ATP 250) è diventato oggi il primo tennista nella storia a vincere almeno un titolo per 20 stagioni differenti. Il primo, nel 2006, era arrivato in quel di Amersfoort (Olanda), curiosamente in finale contro Nicolas Massu, che oggi era in tribuna, proprio come allenatore del suo grande avversario in una giornata così speciale.

"Ringrazio mia moglie e miei figli, vi amo. Ringrazio al mio team, per esserci con me nei momenti belli ed in quelli meno belli. Grazie perché sapete quanto è difficile stare al mio fianco quando gioco e le cose non vanno benissimo", ha detto un emozionato Djokovic durante la cerimonia di premiazione, mentre i figli lo raggiungevano al suo fianco. "Qui sono venuti anche i miei genitori, tutta la mia grande famiglia, compresi i miei cugini. Dopo oggi, Ginevra sarà sempre un posto speciale per me".

Ha anche reso onore ad Hurkacz dal punto di vista sportivo ed umano, portandolo a commuoversi. A caldo, ha parlato della sua ennesima grande rimonta ai microfoni dell'ATP: "Ho dovuto lavorare duramente per vincere. Hubi (Hurkacz) è stato probabilmente quello ad essere costantemente più vicino alla vittoria di me. Non so come ho fatto ad ottenere il break - ha detto riferendosi al suo svantaggio di 4-1 nel terzo set -. Mi ha evidentemente dato una grande mano, e poi ovviamente finali del genere si decidono su pochissimi punti".

 

IL MATCH
All’ottavo scontro diretto (7-0 per Djokovic, 1-0 sulla terra rossa), quanto bene i due si conoscano si vede anche dalla scientificità con la quale scelgono il colpo da eseguire, che sia per aprirsi il campo (spesso accelerando in lungolinea), o per difendersi cercando di impedire all’avversario di mettere i piedi in campo. Scenario, quest’ultimo, preferibile per Hurkacz, con l’idea di accorciare gli scambi. Una necessità che in fondo non sembra insinuarsi né in lui né nel serbo, entrambi subito intensi e pronti a sfidarsi da fondo senza particolari remore. Profondità e qualità costanti, nei primi quattro giochi, con nove vincenti complessivi (6 per Hurkacz, 3 per Djokovic).

 

Come spesso accaduto nei precedenti, il fattore destabilizzante, per il n. 31 al mondo, è la grande capacità di Djokovic di leggere il suo servizio, neutralizzando quelle che sarebbero prime di servizio ottime contro quasi tutto il resto del circuito.In due occasioni, “Nole” ci riesce nel quinto game, issandosi fino al 15-40. Un rovescio di poco fuori e – questa volta sì – un servizio letale danno però il giusto slancio a Hurkacz per ribaltare il game e salire sul 3-2.

Il gioco si fa quindi ancor più fluido, e con un Djokovic dominante al servizio l’approdo sembra essere il tie-break. Il serbo arriva al servizio sotto 5-6 con appena quattro punti persi in battuta, ma l’imprevisto è dietro l’angolo. Avanti 40-30, Djokovic perde l’appoggio della gamba sinistra e subisce il vincente di Hurkacz. Da quel momento, la testa gli gioca brutti scherzi e il braccio trema: sulla parità, il dritto deviato dal nastro finisce fuori e, subito dopo, un doppio fallo con tanto di seconda a rete regala il set al 28enne di Breslavia.

Considerando anche il quarto di finale raggiunto agli Internazionali BNL d’Italia, è palese la fiducia nei propri mezzi del polacco, che affronta i momenti di difficoltà con freddezza. Il rovescio lo tradisce sulla parità nel primo game del secondo set, ma la proiezione offensiva (con smash in chiusura) rende innocua la difesa di Djokovic anche sulla sua terza palla break del match.

Come nel primo set, il tennista di Belgrado ha un rendimento ottimo sulla prima. Hurkacz, però, fa altrettanto, e mostra nervi saldi anche conservando la battuta ai vantaggi nel terzo e nel settimo game (nonostante, in quest'ultimo caso, un rovescio straordinario di Djokovic per tornare sul 40-40).

La qualità e l'equilibrio si vedono anche nei numeri: ben 17 vincenti a testa, con 17 non forzati per il polacco e 15 per la testa di serie n. 2. Che per tutto il set ha particolare difficoltà nello scardinare la difesa di un Hurkacz fisicamente in forma smagliante. Nel tie-break, però, l'approccio più offensivo di Djokovic dà i suoi frutti. Tra il quarto (mini-break) ed il sesto punto, due ottime volée stoppate legittimano il suo dominio nel game decisivo del set.

 

 

Decisivo, suo malgrado, sembrava poter essere anche il primo game del terzo set, con un passaggio a vuoto pesantissimo dal 40-30 che porta Hurkacz a servire - impeccabilmente - avanti di un break. Tanto impeccabile da firmare ben 12 punti consecutivi in battuta per salire sul 4-1. La parola "resa", però, non appartiene al vocabolario di un ex n. 1 del mondo che sogna il 100esimo titolo.

E nell'ottavo game (4-3 e servizio per il n. 31), ancora una volta, il peso della sua figura si fa sentire dall'altra parte della rete. La testa di serie n. 6 del torneo avverte tutta la tensione del momento e con due errori e un doppio fallo si ritrova sotto 15-40. Cancella la prima palla break con pieno merito, e fa di tutto anche sulla seconda, ma il passante in recupero sulla palla corta di Djokovic è imprendibile, e fa alzare in piedi il pubblico di Ginevra, quasi tutto schierato dalla parte del tennista balcanico.

Il boato è ancora più indimenticabile, nelle sue orecchie, quando l'ace sul 6-2 del tie-break (con un andamento molto simile a quello del secondo set) gli regala ciò per cui probabilmente era arrivato a Ginevra, la tripla cifra nei trofei in bacheca, l'ennesima pietra miliare di una carriera che non smette di essere leggendaria, neanche dopo un ventennio sul circuito ATP.


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