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Nitto ATP Finals: c’è Sinner-Medvedev alle 20.30 (live su Rai 2), ma Jannik è già in "semi"

Nell’ultimo match di round robin del Gruppo Nastase va in scena il remake della sfida per il trofeo dell’Australian Open di gennaio, terminata con la clamorosa rimonta dell’azzurro

di | 14 novembre 2024

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Jannik Sinner e Daniil Medvedev

Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Per la sesta volta in stagione - la quindicesima complessiva - si ritrovano di fronte Jannik Sinner e Daniil Medvedev: l’appuntamento è per stasera alle 20.30 all’Inalpi Arena, per l’ultimo match di round robin del Gruppo Nastase.

Un match che conta più per Medvedev, non ancora qualificato per le semifinali, che per Sinner, già sicuro di un posto tra i migliori quattro del torneo, resta da vedere se cone primo o secondo del girone.  

I confronti diretti con il russo (7-7 il bilancio) rappresentano una delle chiavi di volta dell’esplosione dell’altoatesino. Fino alla finale di Pechino 2023 il 28enne moscovita aveva dato nuovi significati al concetto di “bestia nera” battendo l’altoatesino sei volte su sei. Poi, improvvisamente, dopo due tie-break dominati tutto e cambiato, e Jannik ha iniziato a battere il “Kraken” più o meno sempre, con l’esclusione dei quarti a Wimbledon (dove Sinner ha ceduto in cinque set, ma non stava bene).

Tra le quattro vittorie tricolore di quest’anno la principale è indubbiamente quella dell’Australian Open con il russo ingiocabile nei primi due set ma superato con una clamorosa rimonta da un Sinner lanciato verso la conquista del suo primo Slam. Erba londinese a parte, nelle altre tre sfide non c’è stata praticamente storia.

Al match di Torino i due arrivano con credenziali ben diverse: Sinner ha battuto in due set prima De Minaur e poi Fritz: Medvedev è stato più o meno inguardabile contro Fritz ma decisamente competitivo contro De Minaur, anche grazie ad un insolito cambio di incordatura nel corso del torneo.

Non giocava un match ufficiale dalla finale di Shanghai vinta contro Nole a inizio ottobre Sinner ma in campo a Torino - dove lo scorso anno si è arreso solo in finale a Nole, peraltro battuto nei round robin nel match più bello del torneo - si è ritrovato subito a suo agio. Sta riscrivendo la storia del tennis tricolore il “rosso” da Sesto Pusteria. E l’impressione è che siamo solo ai primi capitoli.

Un 2024 stratosferico quello di Jannik: 67 vittorie (a fronte di sole 6 sconfitte, tre delle quali rimediate contro Alcaraz) che si sono tradotte tra l’altro in ben 7 titoli (due Slam - Aus Open e Us Open -, tre Masters 1000 e due “500”, che fanno salire a 17 il computo complessivo). Il 10 giugno, nel ranking post Roland Garros, è diventato il primo numero uno del mondo italiano spodestando Nole, e lunedì sera ha ricevuto il trofeo come n.1 “end year”.

Stagione buona ma non esaltante quella del 28enne moscovita che ha chiuso la “regular season” al n.4 del ranking: non ha incrementato il bottino di trofei in bacheca Daniil (20) ma ha raggiunto due finali importanti a Melbourne (stoppato da Sinner) e nel “1000” di Indian Wells (battuto da Alcaraz). Risultati che ad uno che è stato numero uno del mondo (complessivamente per 16 settimane, suddivise in due periodi) non possono sicuramente bastare.


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