

Le dichiarazioni più bizzarre della settimana, con Indian Wells come palcoscenico. C'è il coach che profetizza su Djokovic e Nardi che gioca a nascondersi. E c'è pure Iga Swiatek che ha un nuovo riferimento nel tennis maschile...
10 marzo 2025
GIOIA ORIZZONTALE
“Non sono uscita di casa per tre o quattro giorni, ero sdraiata sul divano e concentrata a fare il minimo: uscivo solamente per comprare del cibo. Fisicamente, quel torneo mi ha stancato molto, ma dietro a questa stanchezza c'è anche una forte componente mentale ed emotiva. Poter trascorrere qualche giorno a casa e non dover fare nulla, solo rimanere orizzontale, è stato molto bello”. (Madison Keys, sul suo modo di celebrare la prima vittoria Slam).
ELEMENTARE, SASCHA
“Per diventare il numero uno al mondo, devi vincere tornei. Al momento, di recente, non ho superato il primo o il secondo turno. Quindi devo prima risolvere questo problema”. (Alexander Zverev sulle sue chance di diventare numero 1).
LA PROFEZIA DI TURSUNOV
“Il suo stesso fisico è per lui il nemico più temibile, in questo momento. Mantiene la motivazione per vincere, ma nel tennis la sensazione di immortalità si perde molto rapidamente e i risultati raggiunti vengono presto dimenticati. Non importa quanto voglia ingannare il tempo, la sua morte nel tennis è già qui”. (Il coach – ed ex pro – russo Dmitry Tursunov su Novak Djokovic).
IL TIPO CHE ELIMINÒ NOVAK DJOKOVIC
“Appena arrivato ho provato di nuovo delle belle emozioni, qualcosa di molto piacevole. Per un momento smetto di essere Luca Nardi e divento il tipo che ha battuto Novak Djokovic. Forse c'è gente che non conosce il mio nome, ma sa che sono stato io il ragazzo che ha battuto Djokovic. Tutto quello che è successo quel giorno è stato pazzesco, incredibile pensare che sono andato a rete sapendo di aver vinto e che lui aveva perso, è una cosa che non avrei mai potuto immaginare”. (Luca Nardi sul suo ritorno a Indian Wells).
VIVERE DI RICORDI
“Ho vinto un Masters 1000 contro Novak Djokovic, battendolo in finale quando avevo 19 anni. Penso che questo spieghi abbastanza bene le cose”. (Un seccato Holger Rune risponde alla domanda se potrà mai, un giorno, tornare al vertice”).
LA VERA PASSIONE DI ALCARAZ
“Il torneo dura 12 giorni e dal primo turno abbiamo un giorno libero tra una partita e l'altra, quindi ogni volta che posso cerco di giocare un po' a golf. Siamo in una location dove è abbastanza facile trovare il modo per giocare, quindi per me è davvero utile. Ogni volta che posso, lo farò”. (Carlos Alcaraz e la sua smisurata passione per il golf).
AUGURI
“Vincere il Masters 1000 di Monte-Carlo, battendo in finale Carlos Alcaraz”. (Il sogno proibito di Cameron Norrie).
SPERIAMO DA SOLO
“Sono tornato”. (Lance Davis, l'apicoltore-star che lo scorso anno salvò il torneo di Indian Wells da un'invasione di api).
IL TRADIMENTO DI IGA
“Ho smesso di seguire il tennis maschile, per un periodo, dopo il ritiro di Rafael Nadal. Ma adesso Joao Fonseca mi piace molto. Se starà tranquillo e farà i passi giusti giorno dopo giorno, diventerà un grande giocatore”.
LE SCONFITTE IN TESTA
“Certo che stanno lì nella tua testa, girano e cercano di farsi notare. Ma non bisogna dare troppo retta ai pensieri, in questi casi, e nella partita è qualcosa che riesco a fare abbastanza bene. Ho accettato i miei alti e bassi, so che fa parte del processo per diventare una persona matura”. (Coco Gauff a proposito delle tre sconfitte di fila prima di Indian Wells).
AFFRONTARE IL DOLORE
“Devo affrontare il dolore e tante altre avversità dentro alle partite. Penso di essere migliorato in questo, ma avevo ancora un piccolo punto interrogativo che incombeva su di me, soprattutto quando vedevo altri giocatori competere per cinque ore senza avere crampi. Lasciare l’Australia dopo quelle partite è stata una cosa positiva a livello mentale, emotivo e fisico. Mi ha dato la sensazione che posso farcela, che sono forte. Spero di iniziare a costruirmi una reputazione come quella di qualcuno che non si farà male o che sarà in grado di competere fino alla fine. Voglio essere competitivo e senza punti deboli nel mio gioco. In precedenza, mi sentivo come se gli altri giocatori mi guardassero e si aspettassero che mi esaurissi da un momento all'altro”. (Jack Draper e i suoi progressi).
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