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Draper tra Arnaldi e Musetti: "La mia crescita? Imparo da Rafa e lavoro duro"

"Cosa ho preso da Rafa? Imparo - spiega Draper - dal modo in cui dettava legge e dal modo in cui intimidiva gli avversari, soprattutto sulla terra rossa. Penso che sia sicuramente qualcosa che sto imparando a fare: cercare di più il mio dritto e cercare di comandare lo scambio, questo sì"

02 maggio 2025

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Matteo Arnaldi battuto in due set. E Lorenzo Musetti sulla strada verso la finale. Jack Draper incrocia il proprio destino col tennis italiano, in quel di Madrid. Un torneo che sta confermando la crescita del britannico, ormai stabilmente ancorato ai top 10 e con un futuro ancora più brillante da scrivere.

"Sicuramente quando sono arrivato nel tour - ha spiegato in conferenza stampa - stavo salendo la classifica e poi a un certo punto ho subito parecchie sconfitte dolorose, soprattutto l'anno scorso in questo periodo, alcune anche di misura. Stavo cercando di trovare il mio modo di essere come giocatore, e credo che verso la fine dell'anno scorso abbia iniziato a concretizzarsi quella che era la mia idea di tennis. Quest'anno sto diventando sempre più forte fisicamente, mentalmente, e quindi anche il tennis si sistema di conseguenza".

Draper è mancino, come Nadal. Ma i paragoni hanno poco senso. "Anche lui è mancino e sono cresciuto guardandolo, ma non ho mai pensato di essere come lui sulla terra battuta... Sapete, era piuttosto forte. Penso che ci siano sicuramente delle cose che posso imparare dal modo in cui cercava il suo dritto, dal modo in cui dettava legge e dal modo in cui intimidiva gli avversari, soprattutto sulla terra rossa. Penso che sia sicuramente qualcosa che sto imparando a fare: cercare di più il mio dritto e cercare di comandare lo scambio, questo sì".

In cosa è cresciuto, Jack, nell'ultimo anno? "Ho più esperienza, ovviamente ho giocato più partite, ho avuto più occasioni di giocare sui palcoscenici più importanti contro i migliori giocatori, e una maggiore esposizione a tutto questo aiuta molto. Ma penso anche, come dicevo, che la fiducia in quello che sto cercando di fare sia cresciuta perché il mio progetto adesso è più concreto".

"Soprattutto al servizio, sento di avere ancora molta strada da fare. Penso che potrebbe sicuramente essere un colpo migliore. L'anno scorso ho fatto alcuni cambiamenti, io e il mio coach abbiamo provato qualcosa, ma non è andato tutto come previsto. Forse pensavo di dover fare qualche cambio drastico per diventare un giocatore di vertice. La verità era che dovevo solo essere costante, avere fiducia nel lavoro che stavo facendo e sapere che con la giusta mentalità, facendo le cose bene giorno dopo giorno e preparandomi al meglio per le competizioni, questo mi avrebbe aiutato a trovare più costanza. Sono contento di aver capito che è solo duro lavoro, davvero".

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Si parla molto di difficoltà psicologiche legate al tennis di vertice. Qual è la visione di Draper? "Con l'attuale situazione del tour, con questi eventi di due settimane e meno settimane da trascorrere a casa, meno settimane per allenarsi, sembra di essere in una spirale costante, senza via d'uscita. Penso che sia piuttosto spaventoso pensarci, dal punto di vista del giocatore. So che si guadagna bene e che giochiamo davanti a un grande pubblico, ed è una cosa che amo fare, ma è mentalmente molto, molto impegnativo. Spero che l'ATP e le altre componenti del Tour si uniscano a un certo punto e ripuliscano un po' la situazione, per fare in modo che ci sia un po' più spazio per allenarci e lavorare sul nostro corpo. Credo che ci siano molti giocatori di alto livello che hanno alti e bassi con le loro prestazioni, e questo accade semplicemente perché si esagera. La gente guarda la tv e pensa: "Quello ha fornito una brutta prestazione" e cose del genere. È mentalmente difficile ogni giorno presentarsi e dare il cento per cento. Anche noi abbiamo una vita, ci sono cose che succedono fuori dal campo in continuazione. Non siamo robot. Ciò che penso davvero? Non devo giocare fino a 35 anni per forza, posso dare il meglio di me stesso, e mi fermerò quando mi sentirò pronto".

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