

Dietro Stefanos Tsitsipas, vera grande delusione della stagione, ci sono altri giocatori che non sono riusciti a mantenere quanto promesso: infortuni, rendimento, salto di qualità a lungo atteso
02 dicembre 2024
Detto di Stefanos Tsitsipas e del suo tribolato 2024, il greco non è stato il solo giocatore ad aver vissuto una stagione sottotono. Il britannico Cameron Norrie, capace di chiudere le ultime tre stagioni tra i top20, ha chiuso l'anno da n.49 del mondo riuscendo solo in dirittura d'arrivo, grazie alla finale del Moselle Open di Metz, a riassaporare parte della soddisfazione con cui invece si era aperta la sua stagione grazie al quarto turno raggiunto agli Australian Open e alla semifinale giocata a Rio de Janeiro. Battuto a luglio a Bastad al secondo turno dalla wild card Rafa Nadal, Norrie restò fermo due mesi da allora per un infortunio all'avambraccio che non riuscì a guarire entro il via degli US Open, inciampando in due sconfitte consecutive al primo turno in coincidenza del suo ritorno in campo nei tornei di Stoccolma e Vienna. Svincolato così da un importante bagaglio di punti da difendere, il campione di Indian Wells del 2021 nonché semifinalista di Wimbledon del 2022, guarda ora al suo 2025 come l'anno in cui tornare stabilmente nella fascia di ranking frequentata negli ultimi anni.
Dopo un 2022 in cui era riuscito a qualificarsi per le ATP Finals raggiungendo anche il suo best ranking da n.6 del mondo, per il secondo anno consecutivo Felix Auger-Aliassime non è riuscito a recuperare la smalto e la condizione perduti registrando anche per il 2024 un ranking di fine anno da n.29 del mondo. Davvero pochi gli acuti del canadese in un'annata che lo ha visto arrivare a un passo da una medaglia olimpica (sconfitto nella finale per il bronzo dal nostro Lorenzo Musetti) su una superficie, la terra rossa, su cui è riuscito a centrare la sua unica finale (Madrid). Salutata la terra e tornato sul veloce, da agosto in poi Felix ha vinto solo sette incontri non riuscendo a cogliere alcun titolo né a ritrovare una condizione che, senza alcun infortunio ad infastidirlo, si credeva potesse tornare ai livelli del suo 2022.
Dopo un 2023 di scossoni e prime crepe, il 2024 non è stato l'anno della resurrezione di Holger Rune. Il danese, tra infortuni e cambi di coach, ha perso ulteriormente terreno nel ranking chiudendo la stagione da n.13 del mondo e perdendo a Brisbane lo scorso gennaio l'unica sua finale del 2024. Dopo una primavera sottotono, solo nella seconda metà della stagione Rune è riuscito a ritrovare un rendimento tale da garantirgli piazzamenti di prestigio nei tornei di Tokyo, Basilea e Parigi in cui è riuscito a raggiungere la semifinale. A fronte delle due sole vittorie ottenute contro top10 - a Monte Carlo contro il n.9 Dimitrov e a Bercy contro il n.10 De Minaur - Rune ha dovuto incassare sconfitte inattese quali quelle contro il n.160 del mondo Yasutaka Uchiyama nel secondo turno d Hangzhou e il francese n.122 Arthur Cazaux, uscito vincitore dal confronto giocato al secondo turno degli Australian Open. Risultati che lo hanno progressivamente estromesso dalla cornice dei Next Big Three da tempo annunciata, ma che a 21 anni compiuti lo scorso aprile lasciano a lui tutto il tempo necessario per poterci rientrare a titolo definitivo. I suoi due rivali dichiarati - Sinner e Alcaraz - oggi sono due puntini lontani all'orizzonte, a lui e al 2025 il compito di provare a rimettersi in scia.
Neanche per Frances Tiafoe il 2024 è stato l'anno del salto di qualità. Dopo aver a lungo bussato alla porta dei top10 durante il 2023 - stagione che chiuse da n.16 del ranking - l'americano negli ultimi dodici mesi ha perso altre due posizioni finendo l'anno in diciottesima posizione. A stupire è il rendimento dell'americano: capace di centrare due finali (Cincinnati e Houston), una semifinale Slam a New York e due quarti di finale a Washington e Atlanta, ma più che vulnerabile invece quando chiamato a performare fuori dai confini nazionali. La sua relazione con l'erba continua ad essere complicata, negli Slam - eccezion fatta per Flushing Meadows - continua a faticare e a macchiare ulteriormente la sua stagione pesano alcune sconfitte sanguinose come quella inflittagli da Mpethsi Perricard al primo turno del Masters di Bercy, la battuta d'arresto al debutto a Roma contro Koepfer, quella vissuta al secondo turno del Roland Garros contro Shapovalov e, soprattutto, la semifinale persa contro Taylor Fritz a New York che avrebbe potuto schiudergli la sua prima finale Slam in carriera.
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