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Tattica e mental game

La coppia non funziona più? Cambiare non è reato

Nel padel può capitare di non trovarsi più a proprio agio col compagno, per le ragioni più svariate. Le questioni tattiche si possono risolvere con l’aiuto di un maestro, mentre per quelle umane è più complicato. A quel punto, piuttosto che rimanere ingabbiati in un progetto nel quale non si crede più, è meglio cambiare partner. Come fanno i “pro”

di | 18 marzo 2022

Durante un incontro di padel può capitare di avere più di due avversari. Possono diventare tre, visto che (come ogni sport di racchetta che si rispetti) esiste anche una battaglia con sé stessi, o quattro quando le cose col compagno non funzionano più come dovrebbero. Tutti i big ripetono che il padel si può considerare come uno sport individuale da giocare in coppia, il che sottintende che il rapporto col proprio partner sportivo è determinante per ottenere i risultati sperati. Ma visto che i fattori in gioco sono tanti, e per fare in modo che tutto funzioni è utile avere anche un buon rapporto fuori dal campo, non sta scritto da nessuna parte che una coppia debba funzionare per forza.

Lo si vede anche fra i professionisti: di formazioni alla Belasteguin/Diaz – dominatori del circuito mondiale per oltre dieci anni – ce n’è stata una sola, e i risultati incredibili hanno sicuramente aiutato i due argentini a non badare al resto, e a tutte quelle componenti che col passare degli anni si sono lentamente usurate. Per il resto, Chingotto e Tello a parte (che però hanno una storia particolare, costruita insieme), le altre coppie cambiano con regolarità ed è normale che sia così. C’è chi lo fa perché pensa di meritare risultati migliori, chi perché non riesce a imporre la sua idea di padel, e chi invece perché non percepisce intesa dal punto di vista umano.

A livello amatoriale cambiare compagno può addirittura risultare più difficile che fra i “pro”, perché spesso le coppie nascono per amicizia, l’obiettivo resta divertirsi e il padel non è un lavoro. Tuttavia, prima di arrivare alla decisione più drastica si può provare a cercare altre soluzioni, specialmente quando la ragione del problema è la più banale: la carenza di risultati. Quando si vince è facile far andare tutto bene, comunicare, confrontarsi, divertirsi, farsi i complimenti a vicenda e avere voglia di scendere immediatamente in campo per il match successivo.

Quando si perde spesso, invece, si tende a mettere tutto in discussione in un amen. Ma è nei momenti di difficoltà che si vede la vera coppia, quella in grado di continuare a sostenersi anche quando non ne va bene mezza, quella capace di tenere alto il morale e provare comunque a giocare nel modo corretto, comunicando. Spesso, capita invece di vedere compagni che si scaldano in fretta, incolpano il partner di qualsiasi errore (compresi i propri) e finiscono per provare a combattere da soli, rompendo gli schemi e creando un disordine tattico che metterà ulteriormente in difficoltà il compagno, allontanando la soluzione.

Comunicare è invece fondamentale, sia per giocare meglio sia per sentirsi coppia e aiutarsi a vicenda. Quando tutto ciò manca, due rivali furbi iniziano a giocare al centro e si godono lo spettacolo, raccogliendo punti su punti. Quindi, la prima strada da percorrere è quella di cercare una soluzione, anche perché spesso la si trova, magari con l’aiuto di un maestro che impiega poco a individuare le criticità tattiche e aiuta a risolverle.

Tuttavia, può anche capitare che malgrado i tentativi di sistemare le cose due compagni non riescano proprio più a sopportarsi, perché certi meccanismi sono ormai saltati, non c’è più la fiducia reciproca o uno dei due (o entrambi) resta convinto di valere di più dell’altro, e quindi di meritare un partner migliore. A quel punto, prima di rovinare un’amicizia a causa del padel è meglio cambiare compagno. In certe situazioni può sembrare una scelta presuntuosa, ma piuttosto che restare ingabbiati in una condizione nella quale non si crede più, ha più senso voltare pagina e ricominciare da capo.

Chi decide di cambiare ci prova sempre a fin di bene. Guai a pensare che sia semplice, perché avere un partner nuovo a fianco (anche se migliore in termini di livello) richiede sempre un periodo di adattamento, ma quando diventa l’unica soluzione possibile non è un reato farlo. Specie quando l’obiettivo principale, ovvero divertirsi in campo e passare un’ora e mezza piacevole, inizia a venire meno sempre più spesso.


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