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Nella seconda puntata del nuovo format di SuperTennis Tv, in onda ogni sabato alle 13:30, si alza il sipario su "Challengers", il film in cui il tennis è al centro del villaggio
di Ronald Giammò | 07 marzo 2025
E alla fine arriva Challengers. Dopo tanta strada, tanti tentativi - ora sotto forma di sketch, espediente o sponda su cui far rimbalzare le proprie storie -, ecco finalmente il film in cui il tennis si prende tutta la scena. C'è una storia, i suoi protagonisti, ci sono gli intrighi e non mancano i colpi di scena. Ma al centro di tutto resta lui, il tennis. Con i suoi riti e i suoi campi, i suoi loghi e la sua routine fatta di circoli e spogliatoi, palestre e hotel. Un mondo in cui Zdendaya & Co. si muovono a loro agio, replicandone movenze e comportamenti.
Ecco. Se c'è un pregio (tra i tanti) ascrivibile a questo film è proprio questo: l'aver scommesso su un pubblico ormai pronto a veder rappresentata una storia che non si premura più di strizzare l'occhio al tennis come a confermare la muta intesa che lega quello sport al regista, senza poi prendersi il rischio di declinarla attraverso stilemi che non la relegassero a ruoli marginali, cliché d'occasione. No. Luca Guadagnino crede - e a ragione - che i tempi siano ormai maturi per dare a questo sport piena dignità narrativa, un peso uguale a quello che sorregge le storie che legano i suoi interpreti certo che il pubblico abbia ormai a sua disposizione gli strumenti per comprenderne le coordinate.
E' una finzione nella finzione quella allestita da Guadagnino. Più importante del veder Zendaya impugnare una racchetta, al regista sta a cuore che la sua protagonista assimili quali siano i codici del mondo che andrà abitando, che ne assorba l'atmosfera e faccia suo quel gusto. Al resto, a raffinar dritti rovesci e smash, ci penserà l'intelligenza artificiale.
Ci sono voluti più di cinquant'anni per arrivare a concepire un film come questo, "Challengers", secondo appuntamento del nuovo format di SuperTennis Tv "Tie Movie", in onda ogni sabato alle ore 13:30. Debitrice in filigrana di un altro film - "Players" che nel 1979 ne aveva anticipato i vagiti, la pellicola anche in questo caso trova impulso in un favorevole contesto storico. Abbandonato il dilettantismo sul finire degli anni Sessanta per farsi sport professionistico, il tennis in quegli anni aveva iniziato la sua parabola glamour fatta di nuovi volti e nuove rivalità: alcuni giocatori cominciarono a finire sulle copertine delle prime riviste, altri prestarono i loro volti alle prime pubblicità mentre di altri ancora si cominciavano a seguire le vicissitudini amorose.
Oggi, con Jannik Sinner numero uno del mondo e ben 11 tennisti azzurri tra i primi 100 del mondo, non poteva che essere italiano il regista capace di traghettare il tennis verso questa nuova dimensione. Italiano dal respiro internazionale. Perché negli ultimi vent'anni, quelli irripetibili dei Big3, il tennis è davvero diventato sport trasversale in grado di offrire ai suoi spettatori ingredienti tali da proiettarlo al di fuori di quel recinto elitario in cui era stato confinato fino ad allora: rivalità, caratteri diversi, stili diversi, drama, dolori, ascese, cadute e resurrezioni. A Federer, Nadal e Djokovic va riconosciuto il merito di aver fatto avvicinare a questo sport un nuovo pubblico, numeroso e forse meno 'educato' ma disposto ora a seguirne le rispettive vicende. E a schierarsi. E se il tennis, come va ripetendo la protagonista "è una relazione", allargarla e condividerla è forse il modo migliore per potersela godere appieno.
"Tie Movie" è il nuovo format di SuperTennis dedicato al cinema e a come il tennis è stato raccontato sul grande schermo. Condotto da Ronald Giammò e Claudia Fusani, va in onda ogni sabato alle 13:30.
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