-
Personaggi e interviste

La nuova sfida di Max Giusti: "Il passaggio a Mediaset? Un po' come essere convocato in Davis"

Appassionato di tennis più o meno da sempre, sottolinea i meriti della FITP e del suo Presidente: "Negli ultimi venti anni questa Federazione ha fatto un lavoro veramente da visionari, affidandosi a un team di professionisti assolutamente preparati"

di | 20 settembre 2025

Max Giusti al Simposio 2025 (foto FITP)

Max Giusti al Simposio 2025 (foto FITP)

Chi non conosce Max Giusti? Il comico (conduttore, cabarettista, attore, doppiatore, imitatore…) romano è una di quelle persone che ti mettono di buonumore non appena lo incontri. Ma su una cosa non scherza mai, Max: il tennis. Nemmeno adesso, che è in procinto di iniziare una sua nuova grande sfida professionale.

Caro Max, abbiamo saputo della recente notizia del tuo cambio squadra, del tuo passaggio in Mediaset: tennisticamente come definiresti questa nuova avventura?
“Mi sento come se mi avessero convocato per la Coppa Davis: mi sento proprio come se Filippo Volandri volesse schierarmi, non per fare la riserva e quindi questa cosa mi inorgoglisce. Poi, ovvio, si aggiunge anche la curiosità di un nuovo percorso, di un nuovo editore con cui non avevo mai lavorato. Infine la curiosità è mista alla sensazione forte di autostima, perchè mi hanno scelto per dei progetti di livello e sento chiara la responsabilità. Un po’ come i tennisti che sentono la fiducia delle persone, sia fuori che dentro il campo”.

Beh, magari capitan Volandri poi ti vede e davvero ti convoca…
“No, no. Purtroppo Filippo mi ha visto giocare… visto che sono bravo con le parole avrei dovuto un po’ provare a corromperlo, ma siccome abbiamo anche palleggiato insieme, capisci… ah, e poi sono reduce da Torino dove ho partecipato a Tennis&Friends, e ahimè sono tornato con un’ernia infiammata…”. 

Essendo tu anche nel board di Sportcast, la società che gestisce SuperTennis, come concilierai le cose professionali?
“Guarda, io ho sempre lavorato pro bono per la Federazione Tennis e Padel, che mi ha dato una grande opportunità: quella di vivere il tennis da dentro, facendomi sentire sempre utile. A Roma ho un’accademia di tennis e anche di padel, un altro circolo di padel a Milano… infatti il presidente Binaghi mi dice sempre: ‘Ma perché ti metti a fare tutti questi casini? Con la FITP ce l’hai già il modo per stare nel tennis’”.

E tu cosa rispondi, al presidente? 
“Che l’opportunità di aiutare i giovani tennisti italiani, di stare insieme ai bambini, di stare nello sport, mi rende più vicino alla vita reale. Nel mio mestiere molto spesso corri il rischio di cadere vittima delle trappole degli ascolti, della popolarità, del successo o dell’insuccesso. Con lo sport ogni giorno ho l’opportunità di sentirmi pulito, vivo e soprattutto sento di restituire in qualche maniera ai ragazzi la fortuna che ho avuto io, e magari portare alcune mie esperienze proprio al servizio dei ragazzi”.

Belle parole, bella filosofia e messaggio di vita.
“Sai, per stare con i ragazzi io seguo la squadra della nostra serie B fatta da tutti giovanissimi. In passato mi è capitato di seguirli ad Avellino, dove in tribuna la gente si chiedeva cosa mai ci facessi lì…”.

Max Giusti al Simposio Internazionale di Padel (foto FITP)

Max Giusti al Simposio Internazionale di Padel (foto FITP)

Ma quando è nata questa tua grande passione per il tennis?
“Ho visto l’epoca degli Anni Settanta. Poi, a 27 anni, sono andato a fare uno spettacolo in un circolo di Roma e mi regalarono la tessera del club per giocare a tennis. Così entrai nel mondo della racchetta, dal calcio e motocross che praticavo. Ho poi creato anche un mio Team: ne facevano parte Stefano Pescosolido, Alex Vittur, Marco Viola, Gianluca Naso. Ho speso qualche soldo, così poi mi son detto ‘Ma perché non prendere un piccolo circoletto?’ Ebbene, oggi intorno a me lavorano 35-40 persone: è stato un percorso accompagnato anche dal know how della FITP, cui ho sempre potuto attingere per ogni tipo di consiglio e di assistenza”.

Avresti mai immaginato di vivere e vedere un periodo d’oro come questo?
“Credo che negli ultimi venti anni questa Federazione abbia fatto un lavoro veramente da visionari: si è affidata a un team di professionisti assolutamente preparati, mentre prima i ragazzi si allenavano ognuno nel proprio circolo, col proprio maestro. Ora c’è uno scambio di informazioni, di know how, di conoscenze, di voglia di apprendere. Personaggi come Michelangelo Dell’Edera, i nostri capitani e tutti i componenti del consiglio federale hanno avuto il coraggio di coinvolgere tutti i nostri migliori ragazzi, le nostre migliori risorse. Non hanno avuto paura di imparare dall’estero, da quello che accadeva fuori. E poi noi abbiamo preso il meglio da tutti i paesi del mondo e siamo diventati più bravi, i più virtuosi. Oggi la FITP riesce a sapere se un ragazzino di 10 anni, ma anche di 8 anni, a Siracusa gioca di destro o di sinistro, che attitudine ha e se ha un potenziale da bravo giocatore. Questo accade anche in Val d’Aosta e in tutte le altre regioni. Monitoriamo tutti i ragazzi che giocano a tennis nel nostro paese, e non solo: ormai non stiamo più allenando i ragazzi, ma stiamo allenando gli allenatori in maniera che ci siano sempre più allenatori bravi in grado di seguire i nostri ragazzi”.

Max Giusti (foto Sposito)

Max Giusti (foto Sposito)

Not too bad, potrebbe dire un certo Djokovic.
“E non solo: siamo stati ormai da tanti anni i primi a credere nel finanziare tornei in Italia: diamo le wild card ai nostri giovani tennisti che non hanno bisogno di spendere fortune per andare a giocare in qualsiasi angolo del mondo. E poi SuperTennis, il canale televisivo: all’inizio il Presidente Binaghi venne quasi preso in giro, ma con gli US Open il nostro canale tv ha portato nelle case degli italiani in chiaro delle partite indimenticabili a tante persone, e l’ultima domenica ha fatto un ascolto del 15%, battendo anche le ammiraglie della televisione italiana. Voglio dire una cosa, anche se verrò cacciato…”. 

Prego, Max...
“Secondo me il Presidente Binaghi ha un grande merito: è un pazzo visionario che ha messo su una squadra di professionisti preparati e competenti che lo hanno seguito dappertutto. Perché bisogna essere visionari per fare quello che ha fatto questo Presidente che non ha mai avuto paura. Mai”. 

Meriterebbe una tua imitazione…
“Certo che la merita, ma negherò sempre di saperla fare. La faccio solo a lui, in privato”.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti