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Riviviamo il percorso trionfale di Mark Edmondson che vinse lo Slam di casa da numero 212 del mondo. E' ancora oggi il giocatore con la più bassa classifica ad aver trionfato in un major
di Alessandro Mastroluca | 18 gennaio 2025
"Un giorno ero uno sconosciuto, il giorno dopo ero la nuova stella sulla scena". Mark Edmondson racconta così gli effetti del titolo all'Australian Open 1976. Ancora oggi è l'ultimo australiano ad aver vinto lo Slam di casa in singolare maschile, e il campione con la più bassa classifica di sempre in un major. Ha infatti trionfato da numero 212 del mondo.
Nel 1976 gli Australian Open non sono troppo considerati dai grandi campioni. Le stelle straniere, infatti, non partono per un major che inizia a Santo Stefano e offre appena 7.500 dollari al vincitore. Edmondson ha 21 anni, e ha trovare un impiego per finanziare il suo sogno sportivo: aiuta a pulire le finestre nell'ospedale dove sua sorella lavorava come infermiera.
A sette giorni dall’inizio del torneo, Edmondson riceve una telefonata da Tennis Australia. E' in tabellone all'Australian Open.
Fino a quel momento ha giocato solo due Slam in main draw, l'Australian Open e Wimbledon nel 1975, e ha sempre perso al secondo turno. Non ha ancora mai giocato una finale in singolare nel circuito maggiore.
Dopo aver rimontato uno svantaggio di due set a uno al primo turno, non si ferma più. "Per tutto il torneo, ha mostrato un approccio quasi incosciente, colpendo ogni palla il più forte possibile" ha scritto Bruce Matthews nel libro "Game, Set and Glory – A History of the Australian Tennis Championships".
In semifinale sorprende Ken Rosewall, testa di serie numero 1. Il New York Times racconta che dopo la partita è tornato a casa in tram, come un tifoso qualsiasi che avesse appena assistito alla partita al Kooyong Lawn Tennis Club. Uno di loro lo avvicina: “Bel lavoro battere Ken, ma non hai chance in finale con Newcombe”.
Il baffuto campione cerca di far valere il suo blasone. "Dopo la semifinale gli hanno chiesto di me, e ha risposto: Ok avrà anche battuto Rosewall, ma non ha ancora capito che dovrà giocare con Newcombe domani", ha raccontato Edmondson alla CNN.
A parte i baffi, i due non hanno niente in comune. Newcombe è già stato numero 1 del mondo e ha vinto sette Slam in singolare. E' un campione affermato, un'icona dello sport. Tre mesi dell'Australian Open era nella macchina con George W. Bush quando il futuro presidente Usa viene arrestato per guida in stato di ebbrezza vicino alla casa di famiglia a Kennebunkport.
Edmondson è solo un rappresentante della classe operaia che sta provando a entrare in paradiso. Fa caldissimo quando inizia la partita. Edmondson regge: perde il primo set al tie-break, vince il secondo 6-3. Cambia il tempo e cambia il match. Sale il vento, tanto che il gioco deve essere interrotto per una mezz'oretta nel terzo set. Alla ripresa, il numero 212 del mondo gestisce meglio la situazione.
Sembra più freddo, più preciso al servizio e sotto rete. Ma sul 4-5 al tie-break del terzo set sbaglia uno smash comodo: Newcombe ha due occasioni per salire due set a uno. Edmondson non ci sta. Il primo set point lo cancella con uno smash vincente, sul secondo risponde aggressivo alla seconda di Newcombe che mette in rete una volée, poi commette doppio fallo. Alla prima occasione Edmondson sfrutta il set point.
E nel quarto domina la scena. Chiude 6-7 6-3 7-6 6-1, senza aver perso mai il servizio. Le mani gli tremano solo a partita finita: fa cadere il trofeo durante la cerimonia di premiazione. È l’immagine simbolo del torneo, l’edizione che fa entrare Mark Edmondson nella storia.
"In quel momento, tutti si aspettavano miracoli da me" ha raccontato, "pensavano che vincessi ogni torneo importante. Ma non funziona così".
Edmondson non è Laver, non è Emerson, non è Rosewall, non è Newcombe. Non ha la qualità delle leggende australiane che l'hanno preceduto. Ha comunque raggiunto la semifinale all'Australian Open nel 1981 e a Wimbledon nel 1982, ha vinto sei titoli in singolare e toccato un best ranking di numero 15. In doppio ha conquistato cinque Slam, quattro dei quali proprio all'Australian Open, ed è salito fino alla posizione numero 3 nel ranking di specialità nel 1984. Ma tutti lo ricordano per aver vinto lo Slam di casa da numero 212 del mondo. Un'impresa rimasta ancora oggi senza eguali.
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