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Tanti big in questi mesi hanno annunciato la fine di collaborazioni tecniche e l'inizio di nuovi percorsi. Gauff è solo l'ultima in ordine di tempo
di Vincenzo Martucci | 19 settembre 2024
La separazione fra Coco Gauff e Brad Gilbert era nell’aria. Dopo 14 mesi, il trionfo agli US Open dell’anno scorso non poteva saziare le aspettative dell’erede delle sorelle Williams, oggi in crisi tecnica, fra servizio e soprattutto dritto, e soprattutto di fiducia, dopo il fallimento dell’Olimpiade e dell’ultimo Slam della stagione dove ha difeso malamente il titolo perdendo negli ottavi contro Emma Navarro. Del resto, era sempre evidente dai modi in tribuna e dalle dichiarazioni pubbliche che anche il super-coach americano, dall’alto dei suoi memorabili successi soprattutto alla guida di Andre Agassi, non sapeva più come aiutare la formidabile atleta afroamericana.
Che, pur solo 20enne, sperava già di essere molto più avanti come successi di alto profilo, mentre invece si è bloccata totalmente, in modo davvero preoccupante, uscendo dal lotto delle protagoniste nei grandi tornei. Il divorzio agonistico era ormai inevitabile e era anche l’unica soluzione che potesse creare una reazione nella ragazza, chiamata a un finale di stagione estremamente delicato. Del resto, proprio questa fase dell’anno è quella in cui si tirano le somme, si analizzano i risultati e si confrontano con le aspettative, ed è quindi storicamente quella in cui ci sono più divorzi giocate-allenatore. Ma quest’anno sembrano anche più del solito. Probabilmente perché, salendo il livello anche economico del tennis, aumentano anche le richieste degli atleti, per l’ulteriore necessità di sostenere spese sempre più ingenti per accompagnarsi per i tornei con team sempre più specializzati e numerosi.
A fine agosto aveva fatto clamore la separazione fra Stefanos Tsitsipas e l’allenatore di sempre, papà Apostolos. Nessuno è più entrato nel dettaglio della vicenda dai contorni così delicati.
Anche se probabilmente la miglior guida dell’ex 3 del mondo ora uscito dai top 10, è la fidanzata, la collega Paula Badosa. Che gli dà dei punti di riferimento e delle regole precise negli allenamenti e nel fuori gara, ma soprattutto motivazioni e la capacità di semplificare una situazione che emotivamente si era fatta davvero difficile da sostenere. Con papà e mamma sempre a suggerire, a pochi metri dal campo, magari in modo opposto.
Sempre a fine agosto, dopo 5 anni, si sono separati anche Hubert Hurkacz e Craig Boynton: insieme sono saliti al numero 6 del mondo, insieme hanno deciso di cambiare strada. Anche in virtù degli ultimi problemi fisici del gigante polacco, che sta cercando varianti al suo gioco.
Sempre dopo 5 anni, ma in circostanze molto più misteriose e da appena 3 giorni dagli US Open, Elena Rybakina ha lasciato il coach storico, il croato Stefano Vukov. Che aveva avuto una serie di problemi col sistema del WTA Tour.
Poche pietanze sono peggio delle minestre riscaldate. Per cui anche il divorzio fra Naomi Osaka e Wim Fissette, il coach che da sempre si basa tantissimo su dati e statistiche snocciolandoli ed analizzandoli coi suoi assistiti, non poteva resterà al clamoroso ritorno di fiamma. Non con l’inevitabile trasformazione del rapporto fra la bambina-prodigio di un tempo che poi torna alle gare da madre e moglie alla ricerca della formula magica che l’aveva portata ad aggiudicarsi due Slam (da aggiungere ai precedenti due vinti insieme a Sascha Bajin che l’aveva anche portata al numero 1 del mondo).
Dopo 4 anni divisi in due puntate i due si sono lasciati e la giappo-statunitense ha già annunciato che si appoggerà al coach-manager, Patrick Mouratoglou, già guida di Serena Williams. Può essere la scelta giusta perché il “Mou” del tennis sa gestire e motivare personaggi di questa caratura dentro come fuori dal campo, e quindi anche nel delicato rapporto coi media. D’altronde Naomi somiglia molto come attitudine personale e di gioco a Serena, anche lei è eccentrica e super-star, anche lei grande attaccante di potenza, può ritrovare il filo magico interrotto nel 2021 e recuperare la campionessa oggi scaduta a un irreale numero 75 della classifica.
Wim Fissette con Naomi Osaka (foto USTA)
Conoscendo le potenzialità ma anche la volubilità di Caroline Garcia era inevitabile che la francese cercasse nuovi stimoli e nuove strade tecniche distaccandosi dal coach degli ultimi tre anni, Bertrand Perret. Il problema non è lui, che l’ex 4 del mondo, oggi scaduta al 30, definisce “grande amico e super-coach”, ma lei che ha recentemente confessato di provare autentica paura, in campo, come dice del resto la carriera da incompiuta. A fronte di enormi possibilità tecno-fisiche.
Dopo 18 mesi s’è sciolto il binomio Jiri Lehecka-Tomas Berdych che continuerà a collaborare in coppa Davis, dato che l’ex numero 4 del mondo è stato nominato capitano non giocatore. Proprio la sua nuova posizione, cioé il doppio ruolo di coach privato e coach di tutti i giocatori cechi, non era compatibile con gli impegni del giocatore, chiamato a un importate salto di qualità, dopo un anno di assestamento sull’ATP Tour e a problemi alla spalla che l’hanno fatto retrocede dal numero 23 al 36 della classifica mondiale. Sicuramente però, anche per la storia dei rapporti nel tennis ceco e per l’idolatria che Jiri ha avuto per il finalista di Wimbledon 2020, cui somiglia particolarmente nel dritto, i due continueranno ad avere un ottimo rapporto.
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