Scopriamo la storia della diciottenne Tereza Valentova che quest'anno ha debuttato in uno Slam al Roland Garros e domani giocherà la prima semifinale WTA a Praga, torneo trasmesso in diretta e in chiaro su SuperTennis
di Alessandro Mastroluca | 24 luglio 2025
Un anno può cambiarti le prospettive, può trasformare un sogno in un obiettivo. Può realizzare un desiderio chiuso in fondo al cuore. Se poi hai 18 anni e all'orizzonte non vedi limiti ma solo opportunità, in un anno il tuo tempo può cominciare ad andare a una diversa, decisamente superiore, velocità. È il caso della ceca Tereza Valentova, campionessa al Roland Garros junior nel 2024 in singolare e doppio con Renata Jamrichova, che questa settimana giocherà nel torneo di casa a Praga la prima semifinale WTA e da lunedì entrerà per la prima volta tra le prime 100 del mondo.
Nel quarto di finale contro la francese Jessica Ponchet, testa di serie numero 2, ha perso appena due game, i primi due della partita, poi ne ha vinti 12 di fila. Ha chiuso 62 60 e firmato la sua ottava vittoria consecutiva, serie positiva in cui non ha perso nemmeno un set. “Mi sto godendo ogni momento qui, cerco sempre di giocare al meglio ogni giorno e di divertirmi. Non mi aspettavo di vincere con questo punteggio, anche se secondo me non rispecchia l'andamento della partita” ha detto Valentova, che venerdì in semifinale affronterà Marie Bouzkova: il match si potrà seguire su SuperTennis, SuperTennis Plus e SuperTenniX.

Figlia di Marcel Valenta, appassionato giocatore di tennis, e di Jitka Janackova, per due volte in gara alle Olimpiadi nella canoa sprint (Barcellona 1992 e Atlanta 1996), Valentova è cresciuta in un ambiente poli-sportivo. La madre ha provato ad avvicinarla al suo sport e, come ha raccontato alla WTA, con risultati decisamente incoraggianti. Ma da quando ha provato a prendere in mano la racchetta per emulare il padre che si allenava a Praga, non c'è stata storia.
Sulla sua personale highway to heaven, Valentova si è mossa presto e a tutta velocità. Ha iniziato a frequentare i tornei professionistici ITF nel 2021, a 14 anni. Nel 2023 è arrivata in finale allo US Open junior, ma è il 2024 a segnare la svolta. Almeno in apparenza. Nei primi sei mesi della stagione vince 30 partite su 32 nei tornei ITF, conquista cinque titoli e ci aggiunge il bis a Parigi da Under 18. Pare pronta per spiccare il volo, ma una frattura da stress all'anca la costringe a tre mesi di inattività. La diagnosi, peraltro, non arriva nemmeno troppo presto e questo la lascia per diverso tempo a combattere con i dubbi, con le domande che inevitabilmente restringono pensieri e prospettive: potrò tornare a giocare? Ma quei pensieri li allontana con lo studio, soprattutto delle sue materie preferite, anatomia e biologia.
“E' una lottatrice” ha detto suo padre, e siccome in campo si gioca per come si è, il suo spirito combattivo si tramuta in un tennis battagliero, alimentato da due colpi da fondo senza particolari debolezze. Un tennis che ne sostiene l'ascesa, che riparte e riduce l'assenza per infortunio a un semplice incidente di percorso.
Valentova ha iniziato il 2025 vincendo il torneo ITF W75 a Porto. Poi al Roland Garros ha superato le qualificazioni e al primo turno ha vinto una sfida il cui significato, il cui peso specifico, è molto superiore del semplice dato di prima vittoria in un major. Si è trovata infatti a giocare a Parigi contro una giocatrice di casa, Chloé Paquet, e contro un pubblico caldo e partecipe. “È stata una delle partite in cui la testa ha contato di più tra quelle che ho giocato” ha detto Valentova, capace in quell'occasione di rimontare da sotto 2-5 nel terzo set e vincere gli ultimi cinque game. “Posso giocare contro me stessa, contro la mia avversaria e contro un pubblico numeroso. Non li ho guardati nemmeno una volta” ha detto a Alex Macpherson che l'ha intervistata per il sito della WTA. Versione moderna, ma altrettanto efficace, del consiglio che il capitano della nazionale di calcio dell'Uruguay, Obdulio Varela, diede ai compagni prima della sfida decisiva per i Mondiali del 1950 contro il Brasile al Maracana: “los de afuera son de palo”, “quelli là fuori non esistono”. I tifosi non giocano.
Al secondo turno perde contro Coco Gauff, che prima di quel momento aveva visto solo in tv. Non gioca il suo tennis migliore ma, soprattutto nel secondo set, le tiene testa. È una sconfitta che fa bene, che aumenta le certezze. Infatti dopo il Roland Garros vince il primo titolo WTA 125, a Grado sulla terra battuta.
Sull'erba le cose vanno meno bene. Debutta a Wimbledon, nelle qualificazioni, e stavolta perde al turno decisivo al tie-break del terzo set, dopo essere stata avanti 5-1, contro Anastasia Zakharova. Dopo quella partita, dice, piange per giorni. Ma reagisce e a Porto, sul cemento, conquista il secondo WTA 125 senza cedere set e perdendo appena 23 game in cinque partite.
Il segreto del successo sta anche nel cambio di team. Ha salutato il suo vecchio coach, che considerava troppo severo, e ha scelto Libor Salaba, con cui lavora da cinque mesi, che ha creato un ambiente più positivo. Le condizioni per continuare l'ascesa ci sono tutte. La Top 100 può essere soltanto il primo passo.