"Sono fiera di non aver mollato", ha detto recentemente la giapponese sul suo 2025. Con la nuova stagione, però, la speranza è quella di fare un ulteriore step e tornare a lottare stabilmente tra le migliori al mondo. La "calma" ritrovata con coach Wiktorowski può essere la chiave
di Samuele Diodato | 13 dicembre 2025
Dopo un 2025 fatto di alti e bassi, Naomi Osaka è pronta a ripartire, e a farla con una discreta dose di autostima. Nonostante la complessiva mancanza di continuità, la giapponese ha infatti trovato il suo “picco” proprio nella parte finale, raggiungendo prima la finale nel WTA di Montreal e poi la semifinale allo US Open.
Un torneo nel quale, prima di uscire sconfitta da Amanda Anisimova, aveva superato anche Coco Gauff, ottenendo la sua seconda vittoria stagionale contro una Top 10 e la prima contro una Top 5 dal 2019 ad oggi. Così, per la prima volta dal 2022 è tornata tra le prime 20 giocatrici al mondo, chiudendo al n.16 l’anno solare. Un traguardo che cambia anche le sue prospettive per il 2026.
“Non mi è rimasto impresso nessun risultato, ma sono fiera di non aver mollato”. Questo il giudizio che Osaka ha riservato al suo 2025, rispondendo ad un fan – pochi giorni fa – su Instagram. Niente per cui fare i salti di gioia, dunque, eppure è difficile dimenticare il suo sorriso a 32 denti dopo le brillanti prestazioni in Canada e a Flushing Meadows.

Naomi Osaka story: dall'apice alle difficoltà, e ritorno?
Un doppio risultato di prestigio arrivato curiosamente pochissimo dopo una grande novità nel suo staff, l’avvicendamento nel ruolo di coach tra Patrick Mouratoglou e Tomasz Wiktorowski, l’uomo che nel 2022 aveva guidato Iga Swiatek per la prima volta al n.1 della classifica WTA.
Una collaborazione che evidentemente ha dato nuova linfa alla giocatrice classe 1997, la quale ha vissuto forse eccessiva pressione l’idea di dover soddisfare le aspettative intorno al suo sodalizio con Mouratoglou, il coach al quale Serena Williams si era affidata negli ultimi anni della sua carriera, prima del ritiro nel 2022.
Più volte Osaka ha fatto capire di sentirsi in colpa per non riuscire ad esprimersi al meglio con un coach abituato a ben altro tipo di percorso. Il suo 2025 era iniziato bene, ma anche con un bel dispiacere. Arrivata in finale (la prima dopo essere diventata mamma nel luglio del 2023) nel WTA 250 di Auckland, era stata costretta al ritiro nonostante la vittoria del primo set contro Clara Tauson.
Per il primo successo, ha dovuto attendere la primavera, conquistando il primo torneo in carriera sulla terra battuta nel “125” di Saint-Malo. Gioia dopo la quale, senza aver raccolto i risultati sperati, si è arrivati alla rottura con Mouratoglou, nel mese di luglio. A testimonianza di un’ambizione che va ben oltre quel tipo di tornei, la decisione di affidarsi a Wiktorowski è stata in realtà abbastanza rapida, così come rapidi sono stati i benefici.
Tomasz Wiktorowski, coach di Naomi Osaka (Getty Images)
“All’inizio era molto nervosa – ha confessato durante il torneo a Montreal – perché Wiktorowski sembra un tipo serio, ma in realtà è divertente. Mi piace molto, è molto deciso su ciò che vuole da me, e questo penso che renda le cose molto chiare anche per me”. Detto e fatto, con i risultati di cui sopra.
L’unica “pecca”, probabilmente, resta quella di non essere riuscita ad esprimersi al meglio nei momenti chiave, sia nella finale a Montreal che nella semifinale allo US Open. Ma l’unicità del tennis risiede anche in questo: non importa che tu sia stata al n.1 del mondo, dopo un periodo di assenza ad alti livelli, il rischio di avere un braccio che trema – quando si torna a giocare partite di un certo peso – è sempre dietro l’angolo.
Two Grand Slam champs going head-to-head in Perth?
— United Cup (@UnitedCupTennis) December 8, 2025
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