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Miami, Eala: "Lavoro e atteggiamento giusto la ricetta del mio successo"

Parla la filippina, vincitrice in due set contro Iga Swiatek e già virtuale n.75 del mondo: "Brava a restare dentro al match, sapevo di poterle stare incollata". Il sogno continua: "Ne ho di grandi, veder esplodere il potenziale che c'è nel mio paese è uno di questi"

27 marzo 2025

Alexandra Eala (getty)

Alexandra Eala (getty)

"Quante emozioni, di sicuro la più intensa è la felicità. Ancora non ho avuto modo di fermarmi a pensarci, ma sono davvero molto contenta di questa vittoria". Continuerà a pensarci ancora per molto tempo Alexandra Eala. Alla vittoria ottenuta contro Iga Swiatek ai quarti del Miami Open, e non solo. La polacca è stata la terza campionessa Slam che la giovane filippina ha eliminato lungo il suo cammino dopo Jelena Ostapenko e Madison Keys ed è attesa ora da una semifinale contro Jessica Pegula.

"Sapevo di avere il livello per poterle stare incollata: lei ha vinto molto, molti titoli, ed è una giocatrice a cui ho guardato molto quando ero più piccola - ha raccontato la diciannovenne in conferenza stampa a fine match - E' stato un piacere condividere il campo con lei e riuscire a tenere il suo ritmo, è una cosa che mi rende molto orgogliosa".

Tra le cose rimaste bene impresse del suo formidabile match, c'è di sicuro la sua faccia incredula nell'assistere all'ultimo gratuito concessole da Swiatek, quello che le è valso la vittoria finale: "Ero indecisa anche io (se piangere o meno, ndr), ma ero talmente dentro al match che non aveva ancora realizzato quel che era accaduto però ci tenevo a tenere bene impresso nella mia mente quel momento". "E' vero - ha ammesso - non ho molta esperienza sul circuito Wta, ma ne ho in termini di comportamento e di atteggiamento da professionista quando devo scendere in campo".

Un'esperienza figlia del lavoro e di una cultura appresa negli anni trascorsi alla Rafa Nadal Academy, da cui ieri le sono giunti complimenti per quella che a tutti gli effetti può ben dirsi una vera e propria impresa: "Ho imparato come comportarmi in Accademia, è il risultato dell'esperienza e di tutto quanto ho vissuto per arrivare fino a qui. Ma sono valori che mi sono stati trasmessi anche in famiglia. In Accademia ci sono persone che hanno avuto successo nel loro lavoro, gente a cui mi sono ispirata e a cui basta l'esempio per guidarti".

"Qui a Miami c'è Toni (Nadal, ndr) anche se credo che oggi abbia il volo di ritorno, ma non sapevo nemmeno che sarebbe arrivato fino a questa mattina. Significa molto per me perché ho lavorato accanto a lui per molto tempo, a lui e ad altri coach dell'Accademia. E' la dimostrazione di quanta fiducia e quanto orgoglio nutra l'Accademia nei miei confronti".

Impossibile non chiederle se tra i tanti messaggi di complimenti ricevuti non ne sia arrivato uno anche da parte di Rafa Nadal: "Rafa non mi ha scritto - ha tranquillizzato i presenti l'attuale virtuale n.75 del mondo - Ho disattivato le notifiche: anche questo vuol dire essere dei professionisti e adottare dei comportamenti corretti. So che mi sto ripetendo, ma è un qualcosa che poi potrebbe prendere il sopravvento ed è per questo che faccio del mio meglio per restare concentrata su ciò di cui ho bisogno così poi da poter dare ascolto a tutti quanti una volta terminato il torneo".

Approdata in tabellone dalle qualificazioni, Eala ha poi ripercorso vigilia e sensazioni della sua partita: "Prima del match ero nervosa, e lo sono anche ora perché è come se non fosse ancora finita. Credo capiti a tutti, anche a una grande giocatrice come Iga capita di sentirsi così. Capita a tutte le top players. Tutto sta nel come si riesce a gestire una volta entrati in campo".

A stupire, tra le altre cose, è stata la sua risposta: aggressiva, coraggiosa, profonda. Un colpo col quale è riuscita fin dai primi scambi a neutralizzare il servizio della n.2 del mondo permettendole di guadagnar campo e frustrare continuamente i tentativi della sua rivale di sintonizzarsi sul ritmo di gioco che andava ricercando: "Non è stata una scelta tattica pianificata a tavolino, ma è stato di sicuro qualcosa da cui ho tratto vantaggio nel corso del match. Mi piace aggredire, e quelle erano delle buone occasioni per provare a farlo".

Mai una giocatrice delle Filippine si era spinta così lontano in un torneo del circuito Wta. Un contesto, quello del paese del sud est asiatico, che Alexandra spera di aver ravvivato grazie ai suoi recenti risultati: "Vorrei tanto poter pensare di poter fare la differenza - ha ancora raccontato la semifinalista di Miami - L'unica cosa che potrei restituire al mio paese è provare ad aiutarlo per ispirare un cambiamento, positivo, affinché in tanti impugnino una racchetta, guardino più tennis, specialmente quello femminile. Credo che nelle Filippine sia uno sport con un grande potenziale anche se non è così diffuso come altri sport. Ho la sensazione che ci siano molti talenti nascosti e se riuscissimo a portarli in superficie allora sì che il tennis nelle Filippine potrebbe diventare qualcosa di molto grande".

Grande come i sogni che lei stessa confessa di aver tenuto nel suo cassetto, certa che con il lavoro e la pazienza sarebbe arrivato il momento di assaporarli: "I miei sogni sono sempre gli stessi, e sono sempre stati grandi sogni. Aver avuto successo tra gli juniores non significa che ne avrai altrettanto tra i pro. Mi sono imposta di lavorare duro ogni giorni fiduciosa che il mio momento sarebbe arrivato".

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