

Conosciamo meglio Amanda Anisimova e Iga Swiatek che si affronteranno nella finale di singolare femminile a Wimbledon
di Alessandro Mastroluca | 12 luglio 2025
Per l'ottava edizione consecutiva, ci sarà una nuova campionessa di Wimbledon nel singolare femminile. In finale si sfideranno la polacca Iga Swiatek, numero 4 del mondo, e la statunitense Amanda Anisimova, numero 13. Swiatek, ex numero 1 WTA, insegue il suo sesto titolo Slam in carriera, e il primo titolo a qualsiasi livello dal Roland Garros 2024. Anisimova, invece, è arrivata alla sua prima finale Slam in carriera e lunedì farà il suo debutto in Top 10 Top 10 nel ranking WTA: sarà numero 7 in caso di sconfitta, numero 5 se dovesse vincere il titolo, raggiungerebbe il n.5. Chiunque vinca, festeggerà anche il suo primo titolo sull'erba.
Curiosamente Swiatek e Anisimova, entrambe nate nel 2001, si sono incontrate una sola volta da junior, nel 2016: Swiatek ebbe la meglio durante la vittoria della Polonia contro gli Stati Uniti nella Junior Fed Cup (oggi Junior Billie Jean King Cup).
Amanda e Iga, ecco le finaliste
Swiatek, scivolata alla posizione numero 8 dopo l'eliminazione al Roland Garros, la sua peggior classifica da febbraio 2022, ha vinto nove partite sull’erba in questa stagione (il suo record stagionale su questa superficie), raggiungendo la sua prima finale a Bad Homburg (persa contro Jessica Pegula) e ora la seconda a Wimbledon. Nel suo percorso ai Championships ha perso un solo set (al secondo turno, contro Caty McNally, sua ex compagna di doppio junior), ma da allora ha dominato, battendo tre giocatrici Top 35.
Seconda polacca nell’Era Open a raggiungere una finale a Wimbledon (dopo Radwanska nel 2012), Swiatek è la giocatrice più giovane a raggiungere finali Slam su tutte le superfici dai tempi di Justine Henin (2003). Alla sua 120ª partita Slam, cerca la centesima vittoria Slam (99-20). Sarebbe la più veloce dai tempi di Serena (116 match)
Già salita al n.2 nella Race to WTA Finals, se dovesse vincere doventerebbe la prima polacca nell'albo d'oro di Wimbledon in singolare femminile nell’Era Open, la più giovane giocatrice dai tempi di Serena Williams (2002) a vincere almeno uno Slam su tutte e tre le superfici e la terza nell'era Open a vincere le sue prime sei finali Slam (dopo Margaret Court e Monica Seles.
L'esultanza di Iga Swiatek (foto Getty Images)
Anisimova, battuta nelle qualificazioni di Wimbledon lo scorso anno, negli ultimi dodici 12 mesi ha raggiunto i migliori risultati della carriera. Numero 189 del mondo un anno fa, dopo quella sconfitta ai Championships ha centrato la sua prima finale in un WTA 1000 in Canada (agosto 2024) e ha vinto il suo primo titolo in questa categoria di tornei a Doha (febbraio 2025). E' entrata per la prima volta in Top 20, e prima di Wimbledon è arrivata in finale sull'erba nel primo torneo femminile al Queen’s Club dal 1973, fermata solo dalla tedesca Tatjana Maria, ex semifinalista a Wimbledon.
Ai Championships ha iniziato con un netto 60 60 su Yulia Putintseva e non si è più fermata fino al successo in semifinale contro la n.1 del mondo Aryna Sabalenka, il sesto in nove confronti diretti. E' diventata così la quarta giocatrice dal 1990 a battere la n.1 del mondo a Wimbledon prima di raggiungere la sua prima finale Slam (dopo Garrison, Bartoli e Lisicki).
Tutta la soddisfazione di Amanda Anisimova (foto Getty Images)
Terza statunitense nell’Era Open a raggiungere la sua prima finale Slam a Wimbledon dopo Billie Jean King (1968) e Zina Garrison (1990), vanta cinque vittorie contro Top 10 nel 2025: mai ne aveva battute così tante in una stagione. Seconda per numero di vincenti in questa edizione di Wimbledon (164, dietro solo a Sabalenka, 185), potrebbe diventare la più giovane dai tempi di Serena Williams (2012) a ottenere 4 vittorie contro Top 10 su erba nella stessa stagione.
In caso di successo sarebbe la seconda a vincere uno Slam in singolare femminile come testa di serie n.13 (dopo Maria Sharapova, Wimbledon 2004), la terza giocatrice negli ultimi 10 anni (dopo Rybakina 2022 e Vondrousova 2023) e la prima statunitense dai tempi di Serena Williams (2000).
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