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Alcaraz, Djokovic e le conseguenze delle loro sconfitte

L'eliminazione dello spagnolo è stata la grande sorpresa del secondo turno degli US Open. Quella del serbo ha invece caratterizzato il terzo turno. I punti persi farannio scivolare entrambi nel ranking, complicando - specialmente per il serbo - la rincorsa alle Nitto ATP Finals

31 agosto 2024

Carlos Alcaraz (Getty Images)

Carlos Alcaraz (Getty Images)

"Fracazo", "Disastro". La stampa spagnola non usa giri di parole per commentare l'eliminazione a sorpresa al secondo turno degli US Open di Carlos Alcaraz, battuto in tre set dall'olandese Botic Van De Zandschulp. Il murciano, vincitore degli ultimi due Slam e laureatosi campione a New York nel 2022, difendeva la semifinale raggiunta la scorso anno poi persa contro Daniil Medvedev e nel corso del match non ha dato mai la sensazione di poter ribaltare un parziale che andava via via consolidandosi in favore del suo rivale, mai vincitore prima d'ora contro un top10 in sede Slam e che nel corso della stagione aveva anche confessato di aver pensato al ritiro.

Se il successo ha aiutato Van De Zandschulp a ritrovare "un po’ più di fiducia", la sconfitta ha presentato al murciano un conto salato in termini di ranking. I punti persi infatti (670), pur mantenendolo in terza posizione alle spalle di Alexander Zverev, rischiano di far lui perdere una posizione a patto che Novak Djokovic riesca a bissare il successo dello scorso anno, cosa che a New York non accade da sedici anni (Federer 2007-2008). Se il serbo dovesse invece arrendersi in finale, Alcaraz manterrebbe la terza piazza vedendo però ridotto a soli 30 punti il margine nei confronti del fresco campione di Parigi 2024. 

In chiave Race la situazione appare invece più consolidata. Con Jannik Sinner già qualificatosi per Torino e forte di un vantaggio di oltre 1000 punti sullo spagnolo, attualmente secondo a quota 6010, Alcaraz rischia di venire sorpassato sia da Zverev, cui basterà superare gli ottavi di finale, che dal russo Daniil Medvedev. Per riuscirci però Medvedev ha una sola chance a disposizione: raggiungere la sua quarta finale a New York e far suo il secondo titolo nella Grande Mela dopo quello vinto nel 2021 contro Novak Djokovic. Anche allora per il russo si trattò di un successo a sorpresa: sfavorito alla vigilia riuscì a imporsi con un 6-4 periodico contro l'allora numero uno del mondo privandolo così della gioia del Grand Slam. Mai dire mai.

Se l'uscita di scena di Alcaraz è stata la grande sorpresa del secondo turno, la sconfitta di Djokovic al terzo turno contro l'australiano Popyrin si è presa la scena per quel che riguarda il terzo turno. Si conferma quindi la tradizione di uno US Open in cui dal 2007-2008 nessun campione in carica sia mai riuscito a confermare il suo titolo. Per la prima volta dal 2017 il serbo chiuderà la sua stagione senza nessuno Slam in bacheca (la seconda in carriera), ed è anche la prima volta in cui il recente oro olimpico di Parigi2024 non riesce a New York a raggiungere gli ottavi di finale.

Vincitore nel 2023, per Djokovic l'uscita anticipata avrà ripercussioni ancora più pesanti nel ranking. Complici i 1.900 non difesi a New York, il detentore di 24 Slam in carriera è infatti scivolato in quarta posizione con il rischio di perdere un'ulteriore posizione qualora Daniil Medvedev dovesse riuscire a bissare il suo titolo vinto a Flushing Meadows nel 2021.

Ma ancor più precaria per Nole appare ora la rincorsa a un posto per le Nitto ATP Finals di Torino di novembre. Il serbo occupa la settima posizione, insidiato da Alex de Minaur e Taylor Fritz, entrambi in scia a meno di 500 punti di distanza. Ancora digiuno di titoli in stagione, la programmazione di Djokovic prevede la sua partecipazione ai due Masters1000 di Shanghai e Bercy, tornei mandatory dove dovrà andare a caccia di punti preziosi se vorrà difendere l'esiguo margine di cui ancora dispone. Ma con l'australiano e l'americano ancora in corsa a New York, non è detto che il sorpasso possa completarsi già dalla prossima settimana. Un'eventualità che potrebbe costringere il serbo a rivedere il suo calendario costringendolo ad aggiungere altri eventi in cui provare a spezzare il suo digiuno ed evitare di fallire un appuntamento sfuggitogli solo una volta (2017) negli ultimi sedici anni.

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