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US Open: Cobolli resiste due set, poi il ritiro; Musetti agli ottavi

Nel derby azzurro ad uscire vincitore è il n.10 del mondo, in vantaggio di due set, e beneficiato del ritiro del connazionale per un problema al polso

30 agosto 2025

Lorenzo Musetti (getty)

Lorenzo Musetti (getty)

Louis Armostrong, primo match dalle 17
Lorenzo Musetti (10) vs Flavio Cobolli (24) 63 62 20 RIT

E' Lorenzo Musetti ad accedere agli ottavi di finale degli US Open. Il n.10 del mondo, in vantaggio di due set contro il connazionale Flavio Cobolli, ha ottenuto la vittoria in virtù del ritiro del suo avversario giunto nelle prime battute del terzo set quando era il toscano a condurre per 2-0.

"Non volevo che finisse così, soprattutto non contro Flavio che è il mio miglior amico nel circuito. Ci conosciamo da quando eravamo bambini, passiamo tante ore insieme in campo e fuori. E' un match agrodolce, con un finale che non avrei desiderato. Ma sono contento di essere arrivato per la prima volta agli ottavi allo US Open. Flavio ha iniziato a far fatica all'inizio del secondo set, ma ha comunque lottato" ha detto Musetti nell'intervista a caldo dopo il match.

"Ho giocato una partita solida, come volevo fare. Abbiamo parlato prima con Simone Tartarini, il piano era essere il primo a comandare il gioco. Lavoreremo sul servizio e sul diritto, sono comunque contento della prestazione"  ha aggiunto.

I tifosi continuano ad ammirare il suo rovescio a una mano. "I tre segreti sono una preparazione veloce, tenere il piede destro avanti ed essere fluido nel movimento verso la palla e dopo l'impatto".

 

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Tanta era l'attesa, e tanto è adesso il rammarico. Il derby italiano tra Lorenzo Musetti e Flavio Cobolli si è infatti chiuso con il ritiro del romano dopo due game del terzo set quando era il toscano a condurre due set a zero. A fermare Cobolli è stato un infortunio al polso, che nonostante un trattamento ricevuto nel corso del match non ha smesso di tormentarlo. E' un peccato. E la speranza è che non sia nulla di grave. Ma al tempo stesso, per quel che si è visto, il match è stato anche una finestra affacciata sul futuro. Che per l'Italtennis continua ad annunciarsi gravido di soddisfazioni: tante, diverse, inattese. E per questo da accogliere con curiosità e gratitudine. Consapevoli che il percorso della piena maturazione e del raccolto passa anche da momenti come quello vissuto quest'oggi a Flushing Meadows. Momenti di crescita dunque, e non delusioni. Tempo per rifarsi ce ne sarà. 

Frutti diversi dello stesso albero, per Musetti e Cobolli l'appuntamento fratricida coincideva con diversi momenti del loro percorso tennistico. Il n.10 del mondo nelle ultime due stagioni aveva assaporato tante prime volte e con loro anche tante prime cocenti delusioni dalle quali tuttavia era riuscito a risollevarsi ritemprato nello spirito e ancor più fiducioso delle sue qualità. Cobolli dal canto suo, nelle ultime due stagioni si era reso protagonista di exploit che oltre ad accrescere la sua bacheca avevano puntellato il suo ranking e con lui il suo status senza però mai assaporare fino in fondo il brivido dell'ignoto che solo può darti una cornice Slam, tornei dove solo quest'anno è riuscito a spingersi sino ai quarti in quel di Wimbledon. 

Sono rilievi statistici. Numeri effimeri destinati ad aggiornarsi in fretta. Ma è in loro, e non nel livello dei rispettivi giochi, che va ricercata la differenza cui si è assistito oggi in campo. Una certa tensione, la fatica a far scorrere il tennis sulla propria racchetta come si è soliti fare, il nervosismo che ne consegue, i muscoli che finiscono col contrarsi. Esperienze già vissute da Musetti che oggi sono venute lui in soccorso nella gestione della tensione pre gara, specialmente contro un amico rivale con cui si è condivisa molta strada. E' un pedaggio obbligato lungo la strada della consacrazione. Un vantaggio che oggi Musetti è stato bravo a far pesare fino in fondo. E che in Cobolli continuerà ad alimentare una sete di rivincita destinata a spegnersi solo al prossimo appuntamento. Il futuro ha ancora giorni verdi. E azzurri.

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