Dagli yankees di ritorno all’indonesiana al focoso “Fede”, Il pre-torneo lancia e rilancia nel tabellone principale 32 attori che magari vivono in un limbo ma poi entrano nella storia o comunque vivono momenti indimenticabili
di Vincenzo Martucci | 23 agosto 2025
Tutti dicono Sinner, e Alcaraz e Sabalenka e Paolini, e attendono ansiosi le partite del tabellone principale degli US Open ma l’ultima prova dello Slam ha avuto un preludio importante coi figli di un dio minore. No, non i protagonisti del chiacchieratissimo misto ma quelli delle qualificazioni. Che, dopo tre partite hanno promesso fra i 128 del “draw” 32 volti (16 +16), più o meno noti. E storie. Compresa quella dell'unico eletto italiano, il perugino Francesco Passaro, che s'impone col servizio e la grinta, e si guadagna il primo tabellone agli US Open in 4 tentativi, il terzo stagionale dopo Australian Open e Roland Garros.
Katie Volynets e Zachary Svajda avevano già debuttato nell’ultima prova dello Slam davanti al loro pubblico nel 2019, come wild cards, da campioni nazionali USTA ragazze e ragazzi under 18. Sei anni dopo entrano in tabellone dalla porta secondaria delle qualificazioni. Per la 23enne Volynets, 108 WTA (56 a luglio), è la terza partecipazione di fila dopo il terzo turno-record agli Australian Open nelle 13 campagne Majors.
Con lei Claire Liu, che s’è auto-promossa senza cedere un set, in nome delle veterane del limbo, cioé degli atleti che fanno continuamente capolino fra i tornei minori e il circuito principale. Nel 2018 è arrivata anche al secondo turno del torneo più importante del suo paese che frequenta da 5 stagioni di fila, la settima complessiva. Con la terza qualificata yankee, Hina Inoue, la 22enne che l’ha spuntata sulla nostra Lucrezia Stefanini, garantendosi il debutto nello Slam.

Fanno sicuramente meno scalpore le qualificazioni della numero 1 del torneo, Francesca Jones, come le altre titolate, Tereza Valentova e Dalma Galfi. Mentre la numero 3 del torneo, la giapponese Ai Ito, dal tennis anomalo che ha fatto piangere Jas Paolini e tante altre, è stata eliminata nell’ultimo turno dalla 23enne indonesiana Janice Tjen, già ex star NCAA alla Pepperdine University, che porta il suo paese nel tabellone principale Slam per la prima volta da Angelique Widjaja agli US Open 2004.
Quest’anno Janice ha un bilancio di 58-10 con 6 titoli ITF in 9 finali. Curioso: la sosia dell'ex numero 1 del mond, Ash Barty, dopo la stagione 2024 dov’ha brillato sulla terra con 13 vittorie e una sola sconfitta, quest’anno l’ha abbandonata per dedicarsi al duro e ha anche piazzato una striscia d’imbattibilità di 27 partite.

Us Open, 5 qualificate da seguire
Anche il 22enne Svajda è felice soprattutto dei due set secchi coi quali ha spazzato via il favorito svizzero, Huesler nel torneo decisivo, dopo aver ceduto ad Emilio Nava la wild card da campione del torneo degli sfidanti USTA. Svajda aveva dominato la scena under 18 nel 2019 e nel 2021, quando aveva superato in finale l‘attuale 6 del mondo ATP, Ben Shelton, quando poi arrivò al secondo turno in tabellone e si fermò a... Jannik Sinner. Quest’anno, in tre Majors, non è andato oltre il secondo turno delle qualificazioni, ora ci riprova in casa, alla terza qualificazione consecutiva la quinta complessiva.
Il servizio spinge anche il 21enne Martin Damm, al debutto agli US Open: l’ha perso solo una volta in tre partite in nome di papà, Martin Damm senior, campione di doppio 2006
Fra i qualificati anche un 35enne, il tedesco Jan-Lennard Struff che sgambetta a sorpresa il primo favorito, il francese Arthur Cazaux, raggiungendo per la decima volta il tabellone degli US Open. Più prevedibile la promozione del numero 2, Jesper de Jong, 25 anni, cui mancava solo questa partecipazione negli Slam.

Us Open, 5 qualificati da seguire
Brutta scena dopo il secondo set fra Federico Agustin Gomez, 28enne argentino che a marzo meditava il ritiro, comunicando le sue difficoltà ai tifosi con una lettera aperta, e il 29enne francese Hugo Grenier.
Sul 7-6 6-7, con un ambiente surriscaldato dall’equilibrio estremo e dai tifosi sudamericani accorsi in massa, e accesi ulteriormente dalle veementi reazioni di “Fede” che, da maestro di club s’è tuffato prima nei Challenger, moltissimo anche in Italia, aggiudicandosi l’anno scorso Milano e Trieste, e ora negli Slam. Dove arriva vincendo per 6-2 il terzo set, praticamente per getto della spugna dell’avversario dopo la brutta scena, coi due che quasi sono venuti alle mani, fermati dal giudice che è sceso dalla sedia, rinfacciandosi a vicenda qualche brutto gesto.